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Al Teatro Castello di Spilimbergo al via la nuova edizione del teatro in friulano da sabato 10 novembre

Spilimbergo (PN) – Si ripete anche quest’anno, per tre sabati di fila, l’ormai tradizionale appuntamento con il teatro in friulano, rassegna promossa dal Gruppo Culturale “TUPUS” di Navarons di Spilimbergo in collaborazione con l’Associazione Teatrale Friulana e la Società Filologica, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, della Provincia di Pordenone e con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno.
Si tratta di una manifestazione che viene proposta da oltre una decina d’anni a metà autunno e che ad ogni sua edizione fa letteralmente il pieno di pubblico. Sede degli spettacoli sarà come di consueto il cinema teatro Castello, gioiellino incastonato nell’incantevole cornice di Piazza del Duomo. Il primo degli appuntamenti in marilenghe, in programma sabato 10 novembre, alle ore 21, sarà “Supermarket”, scritto da Lionello Baruzzini e per la regia di Sergio Scaini. Sul palco la Compagnia Teatrâl “Agnul di Spere” di Codroipo. “Supermarket” è la storia del marocchino Ahmed ma anche di tanti di noi: è la storia dei nostri sentimenti e risentimenti, delle nostre paure, dei nostri egoismi e ipocrisie, delle maschere che indossiamo per ciò che non siamo dentro, delle bugie che ogni giorno diciamo per interesse personale.
Nuovo appuntamento col teatro in friulano sabato 17, sempre alle 21, con “Afârs di cûr”, di Giacomina De Michieli e per la regia di Patrizia Isoli. É la storia di due donne, quella di Andrea, che desidera maritare il figlio e quella di Maria, vedova, che non vede l’ora di sistemare la figlia: una commedia di intrecci, intrighi, gelosie e speranze portate sulla scena dalla Compagnia “Filodrammatica” di Santa Maria di Sclaunico di Lestizza. Gran finale sabato 24 con l’associazione culturale “i Sghiràs” di Nogaredo di Corno e la divertente “La Murose di Triest”, spettacolo per la regia di Elga Tomat che, ambientato in un paese del Friuli negli anni del Dopoguerra, racconta la differenza di vedute tra il “friulano” ed il “triestino”, con incomprensioni, liti, fraintendimenti, attimi di tensione tra moglie e marito, tra genitori e figli, conclusi da un inevitabile lieto fine.