[img_assist|nid=6261|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Giunta alla 38° edizione, la
rassegna internazionale dell’Operetta, organizzata dalla Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, si apre il 30 giugno con una nuova produzione del
Paese dei Campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, una delle più note e amate tra le operette italiane.
Una favola, pittorescamente ingenua e inconsistente, che lascia ampio margine alla creatività della regia e dei protagonisti. Uno specchio della società del tempo appena uscita dalla Grande Guerra e desiderosa di evasione; una commedia degli equivoci e della trasgressione ambientata in Olanda e che si ricompone, alla fine, nell’ordine di una favola garbata di vacua amabilità tipica dell’operetta italiana. Il ritmo è incalzante, le melodie sono immediate e orecchiabili: diverse infatti sono le arie rimaste celebri come
Balla la giava, boccuccia di baci, il tema dei campanelli nel motivo
Nella note misteriosa/c’è un tintinnar e, la più nota di tutte, la canzone
Luna tu non sai dirmi perché.
Rappresentata per la prima volta nel 1923 al Teatro Lirico di Milano, il
Paese dei Campanelli ritorna al “Verdi” di Trieste dopo 10 anni dall’ultima edizione e dopo 32 anni dall’edizione che aveva rivelato il talento di Sandro Massimini nei panni di La Gaffe, ruolo quest’anno affidato alla vis comica di Maurizio Micheli, al suo debutto nel cast del Festival. La regia è di Maurizio Nichetti che approda per la prima volta all’operetta dopo un’intensa carriera fatta soprattutto di tanto cinema, commedie musicali, opera lirica e opere buffe, ultima delle quali
Tootsie”con Marco Columbro. Nichetti che nel futuro realizzerà anche fictions televisive, per questo nuovo allestimento sarà supportato, per le scene ed i costumi, da Maria Pia Angelini, per le coreografie da Gabriella Bove, e per le luci da Claudio Schmid. Nel cast dell’operetta figurano nei tre ruoli femminili i soprani Elena Rossi (Bombon) e Silvia dalla Benetta (Nela), la soubrette Laura Ruocco (Ethel) e l’attrice Margherita Di Rauso nel divertentissimo personaggio di Pomerania. Nei ruoli maschili: il tenore Leonardo Caimi (Hans), Maurizio Zacchigna (Attanasio Prot) ruolo che fu interpretato dall’indimenticabile Orazio Bobbio, Janko Petrovech (Tarquinio Brut), Gualtiero Giorgini (Basilio Blum) e ancora Carlo Monopoli (Tom), Osvaldo Salvi (Hansen) e Sara Alzetta (Bertha). La compagnia di canto, l’Orchestra, il Coro e il Corpo di ballo del Teatro Verdi, saranno diretti dal M° Lorenzo Fratini, direttore stabile del Coro del Teatro Verdi, da tempo impegnato anche nella direzione d’orchestra, soprattutto a livello sinfonico. Lo spettacolo si rappresenta al Teatro Verdi il
30 giugno, con repliche
l’1, 3, 4, 5, 7 luglio 2007.
Accanto a questo percorso, che asseconda una tradizione molto amata dal pubblico e particolarmente viva in questa area di cui rappresenta il
bagaglio storico, il Festival affianca da diversi anni anche altre proposte frutto dell’ eredità culturale di altre aree geografiche, anche non europee, dove questo genere si è evoluto in generi più moderni come la rivista, la commedia musicale americana e il
musical che porta in palcoscenico la lezione di Broadway e la magia del cinema. In realtà non di musical, ma di vera e propria opera lirica si deve parlare per
Porgy and Bess di George Gershwin, la grande epopea musicale del popolo di colore e vicenda vissuta dai negri di Charleston. E’ la seconda proposta del cartellone del Festival che si rappresenta alla Sala Tripcovich l’11
, 12, 13, 14, 15 luglio 2007 nell’allestimento e con la compagnia artistica del Harlem Theatre New York. La scelta attesta l’ampliamento dell’orizzonte artistico del Festival, alla ricerca di titoli qualitativamente vincenti e freschi che la direzione artistica ha ritenuto opportuno programmare[img_assist|nid=6262|title=|desc=|link=none|align=right|width=450|height=640] per tonificare e dare una sferzata di nuova energia ed entusiasmo alla rassegna estiva triestina. Gettare lo sguardo oltreoceano non è casuale, sottende a catturare l’attenzione di quegli spettatori, i giovani, che per motivi anagrafici o di gusto non si sentono vicini al mondo dell’operetta storica, danubiana per intenderci. L’opera accosta la musica seria alla musica leggera, lo humor alla tragedia e abbina la parola alle canzoni e alla danza. Si nutre della musica nera, di tutte le sue varie componenti: il blues, lo spiritual, il dixieland, il jazz. Diretta da William Barkhymer, che è direttore artistico e produttore esecutivo del Harlem Theatre New York, coadiuvato dai direttori d’orchestra associati Steven Smith e Laurie Rogers, Porgy and Bess al Festival dell’Operetta è realizzata nella messa in scena di Baayork Lee e Larry Marshall. Baayork Lee è regista e coreografa nota in tutto il mondo per aver messo in scena molte edizioni di
A Chorus Line per le quali ha creato il personaggio di Conie Wong basato sulla sua vita; ha diretto e coreografato tra l’altro la
Cage aux folles per la Compagnia della Rancia e lo stesso
Porgy and Bess per lo Spoleto Festival di Melbourne. Con la collaborazione di Michael Scott per le scene e di Christina Giannini per i costumi e con il disegno luci di Reinhard Traub, la New York Harlem Theatre impegnerà un cast artistico in cui figurano, nel ruolo di Porgy, Terry Cook e Kevin Short; in quello di Bess, Marquita Lister e Donata Volkwijn; e inoltre Cedric Cannon nel ruolo di Crown, Jermaine Smith in quello di Sportin’life; Monique McDonald e Sharon Simms saranno in alternanza Serena; Marjorie Wharton sarà Maria; Michael Redding, Jake e infine, Janinah Burnett interpreterà il ruolo di Clara. Il Coro è della Compagnia artistica del Harlem Theatre New York; l’accompagnamento musicale è affidato invece dell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste diretta dal M° William Barkhymer, direttore artistico della Compagnia.
Dalla migliore tradizione operettistica dell’Italia degli anni tra le due guerre, alla operetta viennese del cosiddetto periodo “d’oro”, “che espresse due geni della musica, due figure parallele che si spartirono la regalità nell’area mitteleuropea - come sostiene l’illustre musicologo Quirino Principe- Strauss effonde un aroma viennese-magiaro-francesizzante; Suppé un aroma viennese-slavo-italiano. Terzo titolo in cartellone, l’operetta
La bella Galatea (Die Schöne Galatée) di Franz von Suppé sarà in scena in lingua italiana alla Sala Tripcovich, il
20, 21, 22 luglio nell’allestimento del Teatro Verdi che ha debuttato nel 2006 per la regia di Alessandra Scaramazza che ha curato anche le scene, i costumi e l’adattamento teatrale ed è coadiuvata dal fratello Claudio per il disegno luci. Rappresentata per la prima volta al Meysel Theater di Berlino il 13 giugno 1865 e gioiello della produzione di von Suppé, la Bella Galatea è opera dalla musica incantevole e dal ritmo incalzante in cui “l’autore formula per la prima volta i suoi ideali estetici per un nuovo teatro musicale associando le forme ed i contenuti dell’opera buffa e della farsa viennese e manifestando una certa vicinanza con il Singspiel e l’opera”. L’operetta mette in scena un frizzante tema mitologico, la fiaba di Pigmalione, che si basa su
Le Metamorfosi di Ovidio. Il libretto di Poly Henrion, tratteggia una Galatea libera che, una volta divenuta viva, si impone sugli uomini, a differenza di tutte le interpretazioni del mito di Pigmalione, secondo le quali invece essa rappresentava la realizzazione del sogno maschile di una donna bella, e a lui devota e totalmente sottomessa. Questa visione suggerisce alla regista una ambientazione nel periodo della Wiener Secession che è anche una scelta stilistica tesa a sottolineare gli antichi legami tra Trieste e Vienna e una temperie culturale affine ad entrambe. In scena il soprano Brunella Bellome, al suo debutto al palcoscenico del Festival nel ruolo della protagonista femminile; accanto a lei, il tenore Massimiliano Tonsini in Pigmalione, il baritono tedesco Reinhold Schreyer nel ruolo di Ganimede; il tenore austriaco Michel Heim in quello di Mida. Completano la compagine artistica l’Orchestra e il Coro del “Verdi” sotto la direzione del M° austriaco Alfred Eschwe, prestigiosa bacchetta viennese di raffinata sensibilità per questo repertorio e abituale ospite del Festival triestino.
Infine, alla ricerca delle diverse radici in Europa di questo genere musicale, non si è voluto trascurare la Francia, per molti motivi tra cui la qualità e la freschezza delle pagine musicali di Jacques Offenbach – di cui il pubblico del Festival ha già apprezzato
L’Orfeo all’Inferno, Barbablù e
La Belle Hélène- e l’eccezionalità della produzione, garanzia di sicuro successo. Ultimo titolo in cartellone,
La Périchole – la chanteuse et le dictateur (la cantante e il dittatore) uno spettacolo musicale di Jérôme Savary e Gérard Da guerre, ispirato a Jacques Offenbach, Henry Meilhac e Ludovich Halévy, debutta al Teatro Verdi il 24 luglio in lingua italiana. Jérôme Savary, ex direttore artistico dell’Opéra Comique di Parigi, ha una personale predilezione per quest’operetta che considera la più “perfetta” di Offenbach; fu la sua prima messa in scena e da allora, più di trent’anni fa, La Périchole nelle varie edizioni, inclusa la versione “commedia musicale”, non lo ha più abbandonato nel suo percorso artistico. Il libretto racconta una storia vera di saltimbanchi che vorrebbero vivere liberi ma che dipendono dal potere per mangiare. Un tema di grande attualità.
La Périchole di Savary dipinge una dittatura sudamericana del passato o del presente, dove imperano i trafficanti di droga, i militari e la polizia, dediti corpo e anima al loro beneamato Caudillo, Don Leon. Una dittatura-operetta, certo, ma pur sempre una dittatura.” Nel rispetto del libretto di Périchole dunque, Savary si è limitato
ad attualizzare alcune scene per avvicinarle al pubblico moderno, soprattutto giovane e -aggiunge Savary- ricordargli che la tirannia, ahimè, non è una curiosità del passato: il dispotismo politico e artistico è ancora di moda. Siamo dunque ad una attualizzazione dello spirito di derisione e di beffardia di Offenbach che irrideva e dileggiava la Parigi di Napoleone III e le sue consuetudini morali. E’ noto come il grande compositore francese si appropriasse dei pettegolezzi della città, secondo l’estro contingente offerto dalla cronaca usando l’operetta per mettere alla berlina le istituzioni e i poteri del Secondo Impero. L’operetta originale La Périchole, scritta da Offenbach nel 1868, tratta le avventure a lieto fine di una cantante peruviana del XVIII secolo divenuta amante del vicerè. In quest’operetta si riconosce il tratto caricaturale caratteristico dell’autore, anche se è molto smorzata la carica satirica di Offenbach. Famose nel tempo alcune arie, come la
Séguédille, Il grandira car il est espagnol e
Mon cher amant, je te jure. A Trieste, è stata rappresentata un’unica volta nel gennaio 1965 nell’allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova su bozzetti di scene e costumi di Emanuele Luzzatti. Lo spettacolo ha debuttato al Théâtre National de Chaillot ed è stato ripreso nel 2000 al Théâtre National dell’ Opéra Comique di Parigi. Jérôme Savary cura e scene e la regia coadiuvato dall’assistente Frédérique Lombart. Alla realizzazione collaborano per il settore musicale, Samuel Jean che ha curato anche la direzione di canto; per i costumi Michel Dussarrat; per le coreografie Nadège Maruta. Nella compagnia di canto di Périchole figurano Marc Laho nel ruolo di Piquillo; Patrick Rocca in quello di Don Andrès; Frédéric Longbois è Miguel de Panatellas: Denis Brandon, Don Pedro de Hinoyosa; Marie-Stéphane Bernard interpreta il ruolo protagonista di Périchole; Sabine Jeangeorges è Guendalena; Nina Savary, Berginella figlia del regista (all’età di quattro anni debuttò a teatro e a diciotto anni è entrata a far parte della Compagnia di Savary formandosi alla commedia e alla danza), Ariane Pirie interpreta il ruolo di Mastrilla. Completano il cast Olivier Podestà, Michel Dussarrat e Guy Vives. Lo spettacolo vede la partecipazione dell’Orchestra e del Coro del Teatro Verdi.La Perichole debutta il
24 luglio al Teatro Verdi; si replica il
25, 26, 27, 28 e l’ultima rappresentazione del
29 luglio chiude il
Festival dell’Operetta 2007.
A margine delle produzioni artistiche del Festival, quest’anno è allestita, in collaborazione con la Cappella Underground di Trieste, la rassegna cinematografica dal titolo
Operetta in celluloide quale manifestazione collaterale, con delle proiezioni molto significative in stretto legame con gli spettacoli del Festival.Si tratta di quattro appuntamenti alla Sala del Ridotto “Victor de Sabata” del Teatro Verdi di Trieste alle ore 21.00 con ingresso libero. La rassegna inizierà il 26 giugno con Sofia Loren protagonista del film
Il Paese dei campanelli di Jean Bover e con un cast d'eccezione che vede oltre all'intramontrabile Loren, Alda Mangini, Carlo Dapporto, Mario Riva, Sergio Tofano, Alberto Talegalli, Giuseppe Addobbati, Luisella Beghi. Il film si ispira all'Operetta ma si sviluppa con una trama articolata diversamente dallo spettacolo di Lombardo.Il secondo film è la storica edizione di
Porgy and Bess per la regia di Otto Preminger ed un cast rigorosamente di colore con Sidney Poitier, Dorothy Dangridge, Sammy Davis Jr, Pearl Bailey, Brock Peters, Diahann Caroll, Lesley Scott. Questa anticipazione sarà proiettata il 6 luglio.Il 17 luglio,
Maskerade in Wien del 1934 è la trasposizione cinematografica riveduta e corretta dal regista Willi Frost della Bella Galatea di von Suppè, ambientata nel periodo del Carnevale nella Vienna di inizio XX secolo. La colonna sonora si ispira alla
Bella Galatea e a
Cavalleria leggera di Franz von Suppè.Concluderà la rassegna il 19 luglio sempre alle ore 21 con il film del 1953 di Jean Renoir
La carrosse d'or. L'opera di questo grande maestro della cinematografia francese anticiperà la
Périchole di Savary e vede tra i vari protagonisti la ‘grande’ Anna Magnani.
Info: Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”Tel. 0406722111 Numero verde 800 054525
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