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Anthony Coleman al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia

L'AvantGarde

VENEZIA - Anthony Coleman, uno dei più intelligenti ed originali musicisti della scena downtown newyorchese, pianista estroso e raffinato studioso vicino all'avanguardia di John Zorn, torna a Venezia, giovedì 13 gennaio, al Teatro Fondamenta Nuove,  per un progetto unico e originale.

Celebre per la sua capacità di reinterpretare musiche della tradizione ebraica miscelandole con ritmi e sonorità di tutto il mondo, Coleman è stato invitato come artista in residenza dal Centro Veneziano di Studi Ebraici Internazionali in collaborazione con Venetian Heritage per studiare il repertorio musicale ebraico veneziano.
Per celebrare questo speciale soggiorno veneziano e la prima tappa del suo lavoro sul campo, Coleman presenta ora al pubblico una selezione delle sue migliori composizioni ebraiche, spaziando tra il mondo ashkenazita dell'Europa centrale e dell'est e quello sefardita del mediterraneo.
H.K. Metzger: Da molti anni scrivi questi pezzi morbidissimi. A volte penso che siano una sorta di luttuoso epilogo per la defunta "yiddishkeit" europea e per quella morente in America, specialmente a New York. C’è qualcosa di vero?
Morton Feldman: No, non è vero, ma al tempo stesso penso che l’essere luttuoso sia un aspetto del mio essere un compositore. Prendi ad esempio la morte dell’arte. Beninteso, ricordati che sono un newyorkese e che un newyorkese non pensa alla "yiddishkeit". Ci pensi se vivi con solo altri cinquemila ebrei a Francoforte, ma io non ho questo problema. Non penso a me stesso come un ebreo newyorkese. Ma in un certo senso piango qualcosa che ha a che fare con, poni, Schubert che mi lascia
.

Musicista vulcanico, protagonista della musica creativa dell’ultimo ventennio, Anthony Coleman è emerso sulla scena della Grande Mela negli anni 80, apprezzato sia come pianista jazz che come "traduttore" creativo del klezmer. Ha comicniato a suonare e a incidere accanto a John Zorn, Elliott Sharp, David Moss, Guy Klucevsek, Gary Lucas, David Krakauer e molti altri.
Nei gruppi di Zorn, in particolare, ha partecipato ad opere quali Spillane, Cobra, The Big Gundown, dirigendo poi in proprio gruppi come Selfhaters, dallo stile eclettico e imprevedibile, ed il trio Sephardic Tinge, dedito ad un intreccio stilistico tra il jazz e la musica ebraica sefardita.
Ha lavorato a lungo in duo con il sassofonista Roy Nathanson (dei Jazz Passengers) e spesso nei gruppi del chitarrista Marc Ribot. Coleman ha ricevuto incarichi per comporre brani per i Bang On A Can, per la Concerts Artists Guild, per il Crosstown Ensemble.
Negli ultimi anni Coleman ha recuperato e re-interpretato l’opera pianistica del compositore Mordecai Gebirtig (ne ha dato anche una entusiasmante prova pochi anni fa qui a Venezia, in occasione della Giornata della Memoria) e quella di Jelly Roll Morton.

file : under : music

Giovedì 13 gennaio 2011, ore 21:00

Teatro Fondamenta Nuove Cannaregio, 5013 - VENEZIA

Anthony Coleman -Jewish Heritage Project - Remember The Sixty Thousand

Anthony Coleman: pianoforte

Biglietti: Intero € 12, Ridotto € 10, Soci Vortice € 8, Giovani a Teatro € 2.50

in collaborazione con il Centro Veneziano di Studi Ebraici Internazionali e Venetian Heritage

Info: tel. 041 5224498

info@teatrofondamentanuove.it

www.teatrofondamentanuove.it