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Anton's memory: Yoko Ono, Leone d'Oro della 53. Biennale, alla Bevilacqua La Masa

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[img_assist|nid=20422|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VENEZIA - Anton's memory, rimanda al pensiero di Yoko Ono sull’universo, un luogo in cui ogni cosa è connessa al resto, e il regno del tempo in cui tutti viviamo. Attraverso la sua installazione alla Bevilacqua La Masa l’artista evoca memorie che appartengono al vissuto personale, così come ai desideri e alle relazioni collettive. (Nora Halpern, curatrice del progetto)

A prison is made of ice/It melts in the spring/A castle is made of clay/Il crumbles in time/Welcome to time/The great equalizer/Of all things

Inaugura giovedì 28 maggio, a Palazzetto Tito, negli spazi de La Fondazione Bevilacqua La Masa, Anton's memory, la personale di Yoko Ono, che riceverà, il prossimo 6 giugno, il Leone d'Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia. Nora Halpern, curatrice della mostra, ha allestito un percorso artistico che rappresenta un affresco esaustivo dell'opera dell'artista nipponico americana. Il titolo della mostra, rimanda alla vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, con la sua debole memoria, come dice Yoko Ono stessa.

Anton's memory è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.

In mostra anche opere degli ultimi quarant'anni, che creeranno un dialogo tra vecchi e nuovi lavori, lungo tutto il percorso creativo dell'artista. Saranno presenti, tra l'altro, molti accenni alla materia del corpo e al senso del tatto: per esempio una scultura conterrà, come stipati in cassetti preziosi, dei frammenti di corpo femminile. Al centro dell'allestimento[img_assist|nid=20423|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=479] compariranno due versioni, una recente e quella originale, della perfomance Cut Piece realizzata nel 1964, quando rappresentò un evento eccezionalmente audace soprattutto per una ragazza giapponese: in essa, l'artista concede al pubblico di tagliare progressivamente parti del suo abito lasciandola infine tra i brandelli e ferendo il suo senso del pudore. Nelle due versioni si mostra una donna giovane e la medesima donna ormai matura, dando il senso di quali tracce lasci su di noi il passare della vita e delle relazioni umane.

Elmetti militari con dentro pezzi di cielo e una colonna sonora commovente completeranno il percorso, punteggiato anche dalla mano dell'artista che scriverà sui muri, di suo pugno, parole e poesie.
L’intero allestimento negli ambienti di Palazzetto Tito formerà un insieme unitario che evoca la memoria di Anton. Qualcosa che possiamo vedere come una storia codificata, cioè la vicenda di un figlio adulto che ripensa, attraverso segni e reperti, alla vicenda esistenziale di sua madre.
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro d'artista che racconta il progetto espositivo. Oltre a questo, una brochure con i testi della curatrice Nora Halpern e di Angela Vettese, presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa.

[img_assist|nid=20424|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=479]Yoko Ono, nata nel 1933 a Tokyo, Yoko Ono è una delle pioniere dell’Arte Concettuale, e una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo.
Nel 1952 è fra le prime donne in Giappone a studiare filosofia. Dalla metà degli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove prende parte alla vibrante scena artistica che include, fra gli altri, il compositore John Cage e artisti del calibro di La Monte Young. E’ proprio con Young che nel 1960 Yoko Ono dà vita a una serie di incontri nel suo loft vicino a Canal Street, a cui partecipano non solo giovani artisti e musicisti come Jasper Johns, George Maciunas – poi fondatori del movimento Fluxus – e Robert Rauschenberg, ma anche icone del mondo artistico come Marcel Duchamp, Max Ernst, Peggy Guggenheim e Isamu Noguchi.
Dall’inizio della sua carriera ad oggi, l’opera di Yoko Ono non ha mai smesso di influire sulle generazioni di artisti seguenti.
Il suo impegno per la pace, iniziato col marito John Lennon, non si è mai interrotto, neanche dopo la sua morte.

 

Dal 28 maggio al 20 settembre 2009

Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826 - VENEZIA

Yoko Ono - Anton's memory

A cura di Nora Halpern, in collaborazione con Angela Vettese

Supervisione: Jon Hendricks

Vernissage: giovedì 28 maggio, alle ore 16.00

Orario: mer-dom, ore 10.30-17.30; lun e mar chiuso

Biglietti: intero € 3; ridotto € 2

Note: venerdì 11 settembre perfomance al Teatro La Fenice

La mostra è stata resa possibile grazie al generoso supporto di: Fondazione Bevilacqua La Masa e Peter Norton Family Foundation, Bell Family Foundation, Broad Art Foundation, Provisions Library, Donatori Anonimi.
Il progetto veneziano è coordinato da Anita Sieff, mentre la perfomance al Teatro La Fenice è a cura di Francesca Pasini.

Info: tel. 0415207797
info@bevilacqualamasa.it
www.bevilacqualamasa.it

Nelle immagini: Yoko Ono, Sky tv for Hokkaido, 1966-2008. Photograph by Jon Hendricks © Yoko Ono

Yoko Ono, Unfinished element from Yoko Ono’s touch me iii (marble version), 2009. Photograph by Nora Halpern © Yoko Ono

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