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Baarìa di Salvatores apre la 66. Mostra del Cinema di Venezia

ConSequenze
[img_assist|nid=23203|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VENEZIA - Sarà Baaria, l'attesissimo affresco socio-politico della Sicilia di Giuseppe Tornatore, in prima mondiale, a dare il via, mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido, alla 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Settantacinque film in programma, settantuno in prima mondiale e quattro in prima internazionale per un'edizione che vuol parlare soprattutto italiano. Sono, infatti, ben ventidue le pellicole selezionate dal direttore Marco Müller, a rappresentare il malandato de casa nostra, con quattro in film in concorso nella sezione Venezia 66. In concorso per i colori nostrani oltre alla pellicola di Tornatore con Francesco Scianna e Margareth Madè (che vede la partecipazione, anche se in ruoli marginali, di Raoul Bova, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Monica Bellucci, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Ficarra e Picone) anche Lo spazio bianco di Francesca Comencini, lungometraggio che racconta le angosce di Margherita Buy, quarantenne madre single alle prese con una gravidanza problematica e il Grande Sogno di Michele Placido. Una pellicola sul Sessantotto visto dall'altra parte della barricata, quella di un poliziotto (ricordate Romanzo Popolare?) con Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Luca Argentero, Laura Morante e Silvio Orlando. A completare la quartina de noantri, una sorpresa: lo psycho thriller La doppia ora, opera prima di Giuseppe Capotondi con Ksenia Rappoport e Filippo Timi, inizialmente destinato alla sezione Giornate degli Autori, ma inserito a forza nel tabellone principale. Ma passiamo brevemente in rassegna le restanti venti pellicole[img_assist|nid=23207|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=424] in corsa per il Leone d'oro della 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica nella quale, parole di Müller, sono rappresentati tanti paesi: in tutto, 25. E mai così tante opere prime e seconde: rispettivamente, sedici e nove. A capeggiare la pattuglia americana, presente con sei film, ci sarà Michael Moore, per la prima volta a Venezia, con Capitalism: A Love Story, docu-film dall'esplicativo titolo, che s'insinua tra le pieghe del sistema finanziario americano, Molta curiosità suscita, invece la presenza di Werner Herzog, con la produzione stars and stripes Bad Liuteneant: Port Of Call New Orleans, che si annuncia come il sequel del Cattivo tenente ferrariano con Nicolas Cage, Eva Mendes, Val Kilmer e Michael Shannon. In concorso per gli States anche il regista di Happiness, Todd Solondz con Life During Wartime, che vede nel cast anche Charlotte Rampling, George R. Romero che celebra oltre quarantanni di morti viventi con il suo Survival Of The Dead e John Hiilcoat con The Road, tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy, con Charlize Theron affiancata da Viggo Mortensen, Guy Pearce e Robert Duvall. Colin Firth, Julianne Moore e Matthew Goode sono, invece, i protagonisti di A Single Man, che vede l'esordio dietro la macchina da presa dello stilista americano Tom Ford. La cinematografia d'oltralpe cala d'autorità e ambizione il suo poker veneziano: 36 Vues Du Pic Saint Loup del mai lodato abbastanza Jacques Rivette con Jane Birkin e Sergio Castellitto (una delle coppie sicuramente più attese della kermesse lagunare). White Material di Claire Denis con Isabelle Huppert, Persecùtion di Patrice Chèreau con Charlotte Gainsbourge e Mr. Nobody di Jaco Van Dormael. Il cinema del vecchio continente è altresì rappresentato dall'austriaco Lourdes di Jessica Hausner, storia, come si evince dal titolo, di una guarigione miracolosa e da due produzioni teutoniche, che, in realtà di crucco hanno solo i capitali. Ma che sicuramente promettono faville: il nuovo attesissimo film di Fatih Akin, Soul Kitchen, e Zanan-E Bedun-E Mardan (Women Wihout Men) della regista iraniana Shirin Neshat, film destinato di sicuro a far parlare di sè. Dell'amato cinema del Far East, Marco Muller porta a Venezia i cinesi Lei Wannzi (Prince Of Tears) di Yonfan e Yi Ngoi di Pou-Soi Cheang, più il cingalese Ahasin Wetei (Between Two Worlds) di Vimukhti Jayasundara. In corsa per il Leone d'Oro anche l'egiziano El Mosafer di Lu Ahed Maher con Omar Sharif e l'israeliano Lavanon di Samuel Maoz. Dulcis in fundo, a chiudere la rassegna delle pellicole in corsa per il Leone d'Oro, da segnalare, anche Shinya Tsukamoto con il ritorno dell'uomo di ferro, Tetsuo. Che per il 66. carnevale veneziano si è travestito/trasformato da/in Bullet Man! Tra i film fuori concorso da segnalare The Man Who Stares at[img_assist|nid=23204|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=510] Goats di Grant Heslov, con George Clooney protagonista accanto al Big Lebowsky, Jeff Bridges, il nuovo Soderbergh, The Informant, gli horrors The Hole di Joe Dante e Rec 2 di Jaume Balaguerò e Paco Plaza, presentato nella giornata d'apertura, Napoli Napoli Napoli di Abel Ferrara e il documentario di Oliver Stone, South of the border. In fine, ricordiamo che Leone d'Oro alla carriera assegnto al regista e produttore statunitense John Lasseter, uno dei protagonisti dell'innovazione del cinema d'animazione contemporaneo, e ai registi della Disney Pixar, verrà consegnato domenica 6 settembre, alle ore 17, da George Lucas nel corso di una speciale cerimonia nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, alla presenza dei registi Disney.Pixar Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich.