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Cervelli di donna e luoghi comuni: le neuroscienze e i media alimentano false credenze? Se ne parla al CiMec di Rovereto

WomanIZERS
Rovereto (TN) – Il maschio è più adatto al comando della femmina, tolte alcune eccezioni contro natura. Parola di Aristotele. Quanto tempo è passato? Oltre 2300 anni. Lo direste? Nella classifica del World Economic Forum (2009) sul divario tra uomini e donne, l'Italia è all'72mo posto, unico stato europeo non in testa alla classifica, ad eccezione della Grecia. Secondo l’Eurobarometro (2007), l’Italia è all’ultimo posto tra gli Stati europei nella classifica sulla parità uomo-donna.
I dati sull’occupazione e la retribuzione parlano chiaro: le donne restano ancora una minoranza nei luoghi di potere, a loro sono precluse le posizioni di prestigio, nei corridoi degli atenei e ai vertici delle aziende. Praticamente escluse da alcuni settori di attività e da determinati livelli d’inquadramento o responsabilità, così come dai processi decisionali.
Relegate al ruolo di madri e mogli, dedite alla cura di figli e parenti, negli anni Sessanta le donne hanno invaso le piazze per combattere chi le considerava biologicamente disinteressate al potere e alla cultura e hanno puntato il dito contro il sistema maschilista e patriarcale.
Oggi il problema pare riproporsi in modo forse analogo. Gli attori in gioco sono geni, ormoni, esperienza, cultura, società. Gli strumenti a nostra disposizione sono più avanzati e ci permettono di indagare il cervello e il suo funzionamento. Le conquiste delle neuroscienze cognitive possono dare un contributo all’irrisolto dilemma natura-cultura?  Le donne sono geneticamente meno portate per la scienza? Come vanno interpretati i dati neurobiologici? E’ possibile offrire spiegazioni esenti da pregiudizi? Le differenze nelle capacità cognitive tra i due sessi sono tali da giustificare l’esclusione delle donne dalle professioni tecnico-scientifiche? Non solo. Avendo ben chiaro in mente l’impossibilità di trarre conclusioni di natura prescrittiva da proposizioni descrittive come sono quelle scientifiche, insistendo sulle differenze di genere non c’è forse il rischio di riproporre i vecchi pregiudizi dell’uomo capace di oggettività contro una donna avvolta nella soggettività avvalendosi magari dell’autorità di cui godono le neuroscienze? Qual è il ruolo dei media in tutto ciò?

Ne parleremo domani giovedì 25 febbraio alle 18 nell’Aula Magna di Palazzo Istruzione (sede della facoltà di scienze cognitive) a Rovereto, nel corso dell’Aperitivo Neuroscientifico del Centro Mente Cervello, con la giornalista scientifica Daniela Ovadia e la neuroscienziata Raffaella Rumiati, della  Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Donne, etica e scienza, pregiudizi e verità: nuovi concetti per vecchie idee. Come le neuroscienze e i mass media alimentano miti e false credenze. Agli insegnanti e a tutti coloro che lo richiederanno verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Gli Aperitivi neuroscientifici sono organizzati dal CIMeC con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Entrata libera, buffet offerto dal CIMeC.