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Con Balkani. Antiche civiltà fra Danubio e Adriatico riapre il Museo Archeologico di Adria

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[img_assist|nid=7652|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Adria (RO) - Con la mostra Balkani. Antiche civiltà fra Danubio e Adriatico, riapre al pubblico, completamente rinnovato, il Museo nazionale Archeologico, una location che raccoglie i numerosissimi reperti archeologici restituiti dal centro urbano e dal territorio di Adria e del Basso Polesine a partire dal XVIII secolo, di fatto rappresentando l’archivio principale ed insostituibile della memoria storica della parte veneta del Delta del Po.
Balkani. Antiche civiltà tra il Danubio e l’Adriatico è una mostra unica e imperdibile. Per più ragioni. Perché presenta, per la prima volta al di fuori dei territori della ex Jugoslavia il meglio del meglio delle eccezionali raccolte archeologiche del Museo Nazionale di Belgrado; raccolte che dai tempi della recente guerra degli anni 90 del Novecento sono custodite all’interno di camere blindate e che torneranno ad essere esposte nella capitale serba solo dopo il 2010, quando il Museo di Belgrado sarà di nuovo accessibile, dopo radicali restauri.

Poi, perché molte delle 250 opere esposte in mostra meriterebbero, da sole, un viaggio ad Adria: ad essere stati concessi dal Museo serbo non sono, infatti, i reperti minori, ma i veri capolavori delle collezioni Greca e Romana, opere sicuramente non prestabili in altra occasione, patrimonio unico della storia della Nazione.
E infine perché la grandiosa esposizione celebra l’apertura – attesa da cinque anni – della ricchissima Sezione Etrusca del museo che la ospita, ovvero il Museo Archeologico Nazionale di Adria. Un Museo che in questi anni, grazie ai fondi del Ministero per i Beni e le Attività[img_assist|nid=7653|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=485] Culturali ed Ambientali, de Il gioco del Lotto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è stato completamente rinnovato, oltre che ampliato. La nuova Sezione Etrusca, che si unisce al Lapidario recentemente inaugurato, presenta il meglio degli oltre 60 mila reperti di epoca preromana conservati ad Adria: ceramiche, bronzi, ambre per ricordare il ruolo di una città che fu tanto importante da dare il suo nome ad un mare e di un territorio ricchissimo di insediamenti, alcuni dei quali oggi oggetto di scavo. Tra i tesori del Museo di Adria, il maggiore è dato dalla celeberrima Tomba della Biga, un unicum a livello mondiale, un enigma che nemmeno gli studi più recenti sono riusciti a risolvere.

Se il Museo Archeologico Nazionale documenta le vicende di questa terra, la mostra Balkani – voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo - racconta la storia di molti popoli, di principi e guerrieri che nel millennio compreso tra l’ottavo secolo avanti Cristo e l’affermarsi della presenza romana (secondo dopo Cristo) abitarono, governarono o si contesero le terre bagnate dal Danubio e dalla Stava, fino all’Adriatico orientale.

In mostra sono esposti tesori principeschi, spesso realizzati tra Atene e Sparta o in Magna Grecia, per non dire di quanto proviene dall’Italia antica: esempi nobilissimi di tecniche raffinatissime raggiunte in antico nella lavorazione dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro, come pure dell’ambrabalcanica e della ceramica. Sono oggetti d’ornamento personale o della mensa, oppure armi e marmi scolpiti, capolavori acquistati dai principi locali spesso tramite i mercanti greci, opere di grande bellezza tanto da diventare prototipi su cui si basano successivamente gli artisti locali, che elaborano nuove forme, prodotti di una nuova cultura figurativa.

Valga per tutti la Maschera di Trebenište, destinata – come la celebre Maschera di Agamennone, di età micenea - a modellare in oro le fattezze del principe e ad immortalarle per l’eternità; o i due vivissimi, grandi satiri in bronzo di fattura ellenistica del secondo secolo avanti Cristo; o ancora l’incredibile Tesoro ritrovato nei pressi di Novi Pazar, in un luogo verosimilmente da sempre considerato sacro e inviolabile, e protetto nei secoli al di sotto di una chiesa altomedievale, sino al rinvenimento casualmente avvenuto nel 1957.
Di fattura arcaica è il cosiddetto Magnifico Cratere, uno dei quattro ritrovati al di fuori dell’ambiente propriamente greco, un manufatto in bronzo di grandi dimensioni e capolavoro della toreutica greca, che Adria ha ottenuto eccezionalmente in prestito, “rubandolo” al Metropolitan Museum di New York che intendeva presentarlo al pubblico d’Oltreoceano nel 2007.
Di epoca romana sono il potente ritratto bronzeo del padre di Traiano, proveniente dalla decorazione della porta di accesso sul celebre ponte fatto erigere dall’imperatore sul Danubio ad opera di Apollodoro di Damasco, e due maschere di elmo da parata, perfettamente conservate, destinate a coprire il volto di qualche generale durante parate militari celebrative di vittorie e trionfi. Oro, argento, ambra sono costantemente presenti in fogge e con usi sempre diversi in questa mostra. Come il bronzo, con cui è stata realizzata otto secoli prima della nostra era, una delle opere che sicuramente colpiranno maggiormente il visitatore: una statuina di fabbro, intento a lavorare all’incudine un utensile o un’arma. Antichissimo eppure contemporaneo per sintesi di movimento e forza.
[img_assist|nid=7654|title=|desc=|link=none|align=right|width=479|height=640] Tra questo piccolo, stupefacente bronzetto e il grande bronzo del ritratto del padre di Traiano è compreso un millennio di storia, qui raccontata da una sequenza mozzafiato di opere d’arte, testimonianze superbe di civiltà e popoli talvolta “ignoti”, anche perché privi dell’uso della scrittura.

Tutto intorno alla mostra e al museo rinnovato c’è un territorio paesaggisticamente tra i più affascinanti d’Europa, il Parco Regionale Veneto del Delta del Po: un immenso intrico d’acque e terre, spiagge e lagune che compongono un’area naturalistica unica al mondo, da scoprire in auto ma anche in barca o in bicicletta, a cavallo o, come fece Dante secoli fa, a piedi.
E’ qui, tra i canneti dell’affascinante paesaggio lacustre in prossimità del mare e i verdissimi coltivi delle fertili terre bagnate dall’ Adige e dal Po, che stanno affiorando le testimonianze più antiche della “Mesopotamia d’Europa”, come è stato definito giustamente questo territorio: necropoli etrusche e ville romane, a ricordarci gli antichi abitanti e i frequentatori di questi luoghi, come gli Etruschi, i Veneti, i Celti, i Greci e i Siracusani, fino ai Romani.
Un itinerario, che ha inizio proprio dal Museo Archeologico di Adria, porta a scoprire queste testimonianze “nascoste” all’interno di un ambiente emozionante, dove la natura ha ancora il sapore dell’autenticità.

Dal 8 luglio 2007 al 13 gennaio 2008

Museo nazionale Archeologico, Parco del Delta del Po, via Badini 59 - Adria (RO)

Balkani. Antiche civiltà fra Danubio e Adriatico

Vernissage: Sabato 7 luglio 2007, ore 12:00

Orario: feriali e festivi 9.00-20.00; chiusura della cassa alle ore 19.00

Biglietti: intero Mostra-Museo € 6; ridotto Mostra-Museo € 3

Info: tel. 042671200

info@balkani.it

www.balkani.it