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Il teatro di Celestini, il cinema di Rosi e Burke a Pordenone per Le voci dell'inchiesta 2012

Rassegne

PORDENONE - Venerdì 13 aprile 2012, la terza giornata del festival di Cinemazero Le voci dell'inchiesta 2012 fa scendere in campo nomi leggendari del fotogiornalismo e del cinema già dai primi appuntamenti della mattinata.

Si inizia infatti con l’eccezionale partecipazione di Mario Dondero, autentico mito del fotogiornalismo internazionale. Alle 9.00 il suo incontro-seminario dove il grande fotografo racconterà battaglie, sommosse, rivoluzioni, processi; ma anche artisti, letterati, attori, attrici e gente comune ritratti dal suo sguardo ubiquo in oltre mezzo secolo di attività. A tutt’oggi Dondero lavora ancora alacremente all’espansione di un patrimonio fotografico che ha pochissimi eguali nella vicenda artistica del secondo dopoguerra. Nel corso dell’incontro verrà proiettato il documentario di cui Dondero è protagonista, Macerie, inchiesta filmata che Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti – presenti in sala - hanno realizzato per il programma di approfondimento Doc.3 (in onda su Rai3) e dedicata al devastante sisma dell’Aquila, di cui ricorre quest’anno il terzo anniversario. Reporter d’eccezione è proprio Mario Dondero, che con passo veloce interroga, ascolta, indaga i dolori e le disperazioni di tanti cittadini aquilani.

Attualità e impegno civile tornano con il secondo appuntamento di Legality Coop (ore 11.00), introdotto da Roberto Sgavetta, Vice presidente di Coop Nordest - che oltre alla presentazione di alcuni spot sul tema della legalità realizzati durante i laboratori della Mediateca di Cinemazero - prevede la proiezione del film del giornalista satirico Enrico Caria, L’era legale, arguta e originalissima satira antiproibizionista che tocca un nervo scoperto della società civile, con l'amichevole e solidale contributo di personaggi del mondo dello spettacolo (Renzo Arbore e Isabella Rossellini), magistrati antimafia (Pietro Grasso), scrittori (De Cataldo e Lucarelli).
Prosegue alle 14.00 l'omaggio ad Enzo Biagi, con la puntata Un discorso sulle idee di Douce France. Incontri, dove Biagi incontra alcuni tra i più illustri rappresentanti della cultura d'oltralpe degli anni Settanta, tra cui François Truffaut e Roland Barthes. A conclusione la storica intervista che Biagi fece a Pier Paolo Pasolini.

La sezione sul documentario d’autore vede due importanti appuntamenti, a partire dalle 15.00 con l'evento speciale Into the Abyss - A Tale of Death, a Tale of Life (Stati Uniti 2011) l’ultima estrema opera del maestro Werner Herzog: un film che sprofonda in un carcere di massima sicurezza del Texas, tra i detenuti condannati a morte: il film cattura i sospiri estremi di un pluriomicida giustiziato con iniezione letale otto giorni dopo il colloquio col leggendario cineasta tedesco. Gli abissi dell'animo di un criminale nei suoi ultimi giorni di vita sprofondano lo spettatore nell'atrocità della pena, nella richiesta di pietà da parte del padre, radicalizzando le polarità e confermando l'assoluta potenza dello sguardo inquisitore di Herzog.

Il ricco palinsesto di venerdì prosegue con l’anteprima nazionale (alle 17.00) del documentario del regista canadese Martyn Burke Under Fire: Journalists in Combat (Canada 2011) impressionante reportage sui rischi del mestiere in cui incorrono i corrispondenti di guerra, presentato al festival di Pordenone in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Solo due giornalisti sono stati uccisi durante la Prima Guerra Mondiale; il bilancio è salito a 63 nel corso del Secondo conflitto; negli ultimi due decenni, quasi ogni settimana un reporter ha perduto la vita mentre svolgeva il proprio lavoro. Il che equivale a dire migliaia di morti. Le conclusioni appaiono scontate: in tempi di guerra, più che una professione, il giornalismo è una missione letale. Per questo motivo, oggi, i corrispondenti di guerra sono considerati alla stregua di combattenti: esposti non solo al fuoco nemico, ma anche a sequestri, torture, brutali esecuzioni. Col rischio di gravissime conseguenze, di ordine psicologico (soprattutto disordine mentale da stress post-traumatico) non meno che fisico. Martyn Burke - veterano di guerra e, oggi, sceneggiatore e documentarista a tempo pieno (ha scritto e diretto numerosi lavori per la televisione e il cinema, tra cui Avenging Angelo, 2002, con Sylvester Stallone e la demenziale satira antimilitarista Top Secret (1984) di Jim Abrahms) - e Anthony Feinstein, lo psichiatra che tratta con i giornalisti per guarire il trauma della guerra, approfondiscono le esperienze dei corrispondenti delle più importanti testate del mondo. Il regista è ospite del festival con la produttrice Laura Morton

Particolarmente attesa la seconda tappa con Il teatro d'inchiesta: nella serata di venerdì (ore 20.45 Sala Grande di Cinemazero) l’attore, regista e scrittore Ascanio Celestini porterà a Pordenone le sue inchieste sul nostro piccolo Paese, con un intervento appositamente ideato e messo in scena in esclusiva per il festival. Sulla falsariga delle sue celebri inchieste da fermo, Celestini partirà da alcuni spunti dettati dall’attualità per tessere racconti, spigolare e approfondire aspetti del nostro presente, con analisi sempre acute e incisive. Una lettura molto personale dei più recenti fatti di cronaca nazionali per uno spettacolo che, ancora una volta, esalterà tutta l’efficacia della sua affabulazione narrativa, supportata da un ritmo vocale incalzante e quasi privo di pause (per lo spettacolo di Ascanio Celestini, che non rientra nell’accredito, prevendita dei biglietti presso la biglietteria di Cinemazero a partire dalle ore 15.00. Biglietto unico €10.00)

A suggello della terza giornata l’arrivo a Pordenone di Gianfranco Rosi, regista pluripremiato in tutto il mondo, consacrato dai festival internazionali come una delle voci più potenti e originali del nuovo documentario d’autore. Rosi sarà in sala per la proiezione del suo ultimo lavoro El sicario – Room 164 (ore 22.30) colloquio shock con un killer messicano che confessa alla macchina da presa efferatezze inimmaginabili: il film ha vinto il Premio doc/it come miglior documentario italiano dell'anno. Al momento, Gianfranco Rosi - che dedica ai suoi lavori una preparazione maniacale e certosina, con tempi di lavorazione estenuanti e un risultato di altissimo profilo artistico e culturale - è impegnato nella realizzazione del suo primo film girato in Italia, il documentario Sacro G.R.A”, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, lungo il quale il regista ha vissuto muovendosi in camper per oltre un anno, raccogliendo le storie di chi vive intorno alla grande strada-cintura.

Info:  www.voci-inchiesta.it