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Dan Rapoport - Allievi del Conservatorio di Musica - Le Voci del silenzio. Musiche da Terezìn

Martedì 25 gennaio 2011, ore 18:00

Le Voci del silenzio - Musiche da Terezìn

Allievi del Conservatorio di Musica
Dan Rapoport, direttore

Gideon Klein, Partita per archi
Allegro, Molto vivace
Erwin Schulhoff, Divertissement per trio di fiati
Hans Krasa, 3 Lieder per voce, clarinetto, viola e violoncello
Pavel Haas, Quintetto per fiati op.10
Preghiera, Epilogo

Viktor Ullmann, Der Kaiser von Atlantis Finale per soprano, mezzosoprano, tenore, baritono ed ensemble
Alexander Krein, Esquisses Hebraiques Suite per clarinetto e quartetto d’archi op. 12 (1909) Erwin Schulhoff
Concertino per flauto, viola e contrabbasso
Andante, Rondino
Karl Amadeus Hartmann, Concertino per tromba solista e 7 strumenti a fiato
Toccata, Lied

Maurice Ravel, Kaddisch e l’Enigme Eternelle Per voce e ensemble
(arrangiamento: Dan Rapoport)

Introducono il concerto Augusta Celada, dirigente scolastico Educandato Statale "Agli Angeli"; Carlo Rimini, presidente della Comunità Ebraica di Verona; Hugh Ward-Perkins, direttore del Conservatorio di Musica di Verona "E. F. Dall’Abaco"; Riccardo Mauroner, docente di storia al Liceo Classico "Agli Angeli".

Le opere di questo concerto raccontano una storia inverosimile di musiche sospese fra la vita e la morte. È una testimonianza di un triste trionfo della creatività umana.
Per Ullmann, Klein, Krasa e Haas, compositori ebrei di origine ceca, la composizione era un mezzo fisico per sopravvivere nella realtà terrificante del campo di concentramento di Terezín. Le loro musiche lasciano una forte impressione di ottimismo malgrado il destino delle loro partiture...
La musica di Erwin Schulhoff è un collage complesso delle tante componenti della sua identità: un ebreo di Praga che ha vissuto in Germania, un comunista che ha studiato con Debussy e Reger e ha scritto musica "degenerata" dell’avanguardia influenzata dal jazz. Condannato dal regime nazista morì nel lager di Weissenburg in Baviera.
Il Kaddish di Ravel è stato composto sul testo di un’antica preghiera ebraica in Aramaico. Una preghiera che è stata pronunciata con l’ultimo respiro di migliaia di vittime mandate alle camere a gas. Karl Hartmann, uno dei più grandi compositori tedeschi degli anni 40’ ha vietato che la sua musica venisse eseguita in Germania durante il periodo nazista. È rimasto in Germania durante la guerra mantenendo la sua posizione morale.
La musica di Alexander Krein, figlio di un musicista klezmer, è un assaggio di suoni e di una cultura ebraica di secoli, che sono stati eliminati nei campi di concentramento.
Dan Rapoport

Direttore israeliano Dan Rapoport ha diretto in teatri italiani quali il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro la Fenice di Venezia. Ha diretto orchestre quali la St. Petersburg Academic Symphony Orchestra, La Moscow Chamber Orchestra, The London Soloists Chamber Orchestra. Ha diretto ensemble quali The BBC Singers (Londra), The Israel Contemporary Players, Icarus Ensemble (Regio Emilia), Coro Collegium Musicum (Mainz). Ha diretto al Festival David Oistrakh (Estonia) e al Festival Sferisterio di Macerata (Italia). Specialista della musica del 900’ e del repertorio barocco, Dan Rapoport è stato direttore ospite della Florence Symphonietta (2000 - 2004) e dal 2004 è il direttore artistico del Quadrivium Ensemble Orchestral.
Il concerto nasce da una profonda ricerca musicale e da un’intensa riflessione sulla condizione umana condotte in anni di lavoro da Dan Rapoport assieme all’impegno e alla passione degli allievi del Conservatorio di Musica di Verona.

La terribile e beffarda storia di Terezín (Theresienstadt) si delinea concretamente il 20 gennaio 1942, nel corso della conferenza di Wannsee, quando i gerarchi del nazismo decisero di istituire nel quadro della Soluzione finale della questione ebraica un ghetto in un’antica fortezza asburgica alle porte di Praga. Era stata pensata per gli ebrei di età superiore a sessantacinque anni che non sarebbero stati deportati verso i campi di sterminio, per gli ebrei invalidi della Prima guerra mondiale e per quegli "ebrei importanti la cui scomparsa in un campo della morte avrebbe potuto dare adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi stranieri". Il campo modello di Terezín si avviava così a diventare il fulcro di una straordinaria mistificazione propagandistica tesa a dimostrare che le condizioni di vita fossero in qualche misura accettabili.
La fortezza in teoria era amministrata dagli stessi reclusi ma in realtà utilizzata come centro di transito per le spedizioni "all’Est", principalmente a Auschwitz-Birkenau. Sotto il controllo delle SS, era il Consiglio degli anziani a regolare la vita quotidiana del campo organizzando rappresentazioni, concerti, opere musicali tenuti dagli stessi ebrei prima della loro partenza verso lo sterminio. Anche le condizioni dei bambini sembravano normali: ricevevano un’istruzione, dipingevano, scrivevano giornaletti, giocavano, facevano teatro. Dopo il luglio 1942, quando tutta la città divenne un ghetto, l’attività culturale si sviluppò enormemente grazie al contributo dei maggiori artisti ebrei dell’Europa centrale. E’ in questo crogiuolo di grande creatività nell’abisso della storia che i nazisti alla fine del 1943 elaborarono la diabolica idea di usare la fortezza come campo modello per ingannare la Croce Rossa Internazionale sulla vera natura di Terezín. Fu avviata una politica di "abbellimento" tale da dare al campo l’aspetto di un’elegante stazione termale. Furono emessi anche false monete e francobolli per dare l’impressione di una cittadina ben funzionante e autosufficiente. La visita fu documentata con il filmato dal titolo Il Führer regala una città agli ebrei riuscendo a ingannare per ben due volte il comitato d’ispezione. Quasi tutti gli artisti, attori, cantanti, musicisti, furono spediti ad Auschwitz con l’ultima ondata di deportazioni (autunno 1944). Atrocemente si spegneva un mondo che ha saputo essere creativo fino all’ultimo, facendo conoscere anche ore felici. Soprattutto grazie alla musica quegli uomini e quelle donne hanno avuto non solo la possibilità di prolungare il tempo della propria esistenza fisica, pur fatalmente destinata alla distruzione, ma soprattutto di "sopravvivere", di vivere spiritualmente sopra l’orrore del mondo rendendo immortale attraverso il suono la voce della loro anima. Tra il novembre 1941 e il maggio 1945, 139.419 persone, quasi tutti ebrei, entrarono nella fortezza di Terezín: trentatremila morirono tra le mura della «città modello», altri 86 mila nei centri di sterminio. Poco più di 17mila si salvarono.

Scheda Evento

Location:
Sala Maffeiana, Via Roma 10 - VERONA
Contatto:
Comunità Ebraica di Verona
Tel.:
045 8007112