Error message

Il file non può essere creato.

Decamerone: Ugo Chiti ci propone un capolavoro che non ha mai perso la sua forza

Sipario
[img_assist|nid=12124|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]UDINE – Il Decamerone, Amori e sghignazzi di Ugo Chiti, andato in scena l’altra sera al Palamostre, si può tranquillamente definire come una divertita e divertente lettura popolare di alcune pagine del grande capolavoro boccaccesco.
Chiti, noto anche grazie alle sue sceneggiature cinematografiche (sue, tra le altre, Benvenuti in casa Gori, OcchioPinocchio, Manuale d’amore) riesce ad essere convincente sia nei toni che nella struttura narrativa escogitata per unire quattro novelle in un’unica piece teatrale; una soluzione efficace, ma non semplice, che si risolve con levità e non dimostra la sua forzatura né stravolge il testo ma, anzi, ne mette in luce particolari sfumature e caratteri.
La storia si apre con la prima novella del terzo giorno, Masetto da Lamporecchio si fa mutolo e diviene ortolano di uno monistero di donne, le quali tutte concorrono a giacersi con lui, nella quale un ragazzo si finge muto per entrare in un[img_assist|nid=12125|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=425] monastero al posto del giardiniere e scoprire così vizi e virtù di quel mitico luogo; in questa trama principale s’inseriscono altre tre novelle (l’odissea di Alatiel, la storia di Alibech, la tragica vicenda di Isabetta) come fossero dei flashbacks (i ricordi di una suora sul suo percorso monastico) o sogni del protagonista.
Traspaiono con prepotenza da questo coinvolgente spettacolo molti segni distintivi dell’opera del grandissimo scrittore: beffe, travestimenti, doppiezze, gli amori descritti nei loro sacrifici, ma anche nel lato comico/oltraggioso del gioco.
Un’ora e mezza di puro teatro che restituisce allo spettatore la voglia di riscoprire le pagine trecentesche e riempie la serata con tutte le sfumature della vita.
Bravissimi gli attori della compagnia Arca Azzurra (G. Colzi, A. Costagli, D. Frosali, M. Salvianti, L. Socci, A. Venturini).