Diario minimo dal Far East

ConSequenze

[img_assist|nid=5887|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]UDINE - Oggi si apre la quarta giornata del Far East e possiamo sottolineare come già si stai profilando come un ottimo successo anche quest’anno. Il pubblico finora sta rispondendo alla grande e l’affollamento per vedere i film al Giovanni da Udine è sempre sostenuto nelle proiezioni serali, più che buono per quelle mattutine e, soprattutto, pomeridiane.

Un plauso va a tutto il personale del CEC che ha organizzato il tutto alla perfezione, partendo dalla colorata scenografia del Teatro,  una specie di pop-cartoon, sicuramente gioiosa e montata in pochissimo tempo (visti i tempi ristretti tra il cartellone teatrale e l’inizio del Festival). L’unico problemuccio, congenito a tutte le manifestazioni di[img_assist|nid=5888|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=366] questo genere, è dovuto ad alcuni ritardi sulle proiezioni segnalate nel programma (in particolar modo quella delle 16 e delle 22)… ma il pubblico è piuttosto consapevole della cosa e giustamente comprensivo.

Ora un breve sguardo sui film presentati in concorso per il premio del pubblico:

Le stelle cadenti:

Dororo (di Shiota Akihiko, Japan): la pellicola d’apertura, scelta probabilmente per la presunta spettacolarità di alcune sequenze, il successo ottenuto in patria e la presenza del regista in sala, si è dimostrata debole, caciarona, con parentesi umoristiche alla Power Rangers. Effetti speciali casalinghi, storia ingarbugliata ed eccessivamente lungo, ha rischiato a più riprese il ridicolo involontario. Citazionista e, a differenza delle sue intenzioni, piatto (nella regia e nella fotografia). Iperdeludente;

[img_assist|nid=5889|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=427]Young and clueless (di Tang Danian, China): dramma adolescenziale con rimandi a Lynch; lungo, confuso, ma con buoni momenti di regia che lo risollevano (solo un po’) dalla mediocrità generale;

Eye in the sky (di Yau Nai Hoi, Hong Kong): l’esordio alla regia dello sceneggiatore del regista feticcio del Far East, Johnnie To. I fan si sono spellati le mani già sui titoli di testa e l’hanno trovato geniale; io l’ho trovato monotematico, ripetitivo, frenetico, ma noioso e poco passionale. Alcuni momenti di regia interessanti, ma mi aspettavo molto, molto di più;

Stelle polari: 

Solace (di Byeon Seung-wook, South Korea): gli esperti del settore l’avevano consigliato vedendoci giusto; è un film che si forma pian piano e conquista sulla distanza. Attori molto bravi, ottima regia e perfetto equilibrio nell’alternare dramma e commedia, con molta profondità. Sensibile senza patetismi. Molto bello;

Death Note (di Kaneko Shusuke, Japan): tratto da un famoso manga, è stata un’autentica sorpresa. Evoca atmosfere dark e dualismi morali con forza, espressività, originalità. Coinvolgente e, per chi non conosce il fumetto, sconvolgente nel finale;

The restless (di Cho Dong-on; South Korea): ammetto di essermi perso un po’ nella storia, ma il fascino dei combattimenti, la sontuosità di certe scene, il ritmo e la bravura degli attori hanno sopperito alla grande. Una gioia per gli amanti dei duelli esagerati e coloratissimi, con ottimi effetti speciali (la vera possibile apertura del Festival al posto di Dororo).

Da non perdere nei prossimi giorni:

 Nomad, lunedì 23 aprile 2007

After this our exile, lunedì 23 aprile 2007;

The case, martedì 24 aprile 2007;

Cruel winter blues, martedì 24 aprile 2007; 

Family ties, martedì 24 aprile 2007;

The Matrimony, martedì 24 aprile 2007;

 Memories of Matsuko, mercoledi 25 aprile 2007;

One summer with you, mercoledi 25 aprile 2007;

Confession of pain, mercoledi 25 aprile 2007.