Cuore di questa parte della mostra sono le opere di grande formato di Twombly Rotella, Boetti e Paolini, oltre a capolavori come La creazione dell’uomo, La grande Odalisca di Tano Festa, Futurismo rivisitato a colori di Mario Schifano. Poi opere di scultura, tra le più significative del periodo, di Pascali, Ceroli, Fabro. Un percorso preceduto dall’esposizione di autori, da Balla a Manzoni, che il Franchetti considerava come prodromi del nuovo maturato negli anni Sessanta.