Questo ultimo lavoro di Fabrizio Giraldi associa in un linguaggio a dittico sguardi contaminati. Da un lato lo sguardo di chi ha conosciuto il dolore, dall’altro uno sguardo sul paesaggio che meravigliosamente lo cela.
Il lavoro dà voce a chi non ha ancora smesso di lottare e a chi sta cercando la verità, nella silenziosa ed oscura vergogna dei molti.
Nelle parole dell’autore: I media influenzano la collettività. Condizionano opinioni e stati d’animo. Ciò che è mostrato, è filtrato ed è ad uso di terzi. Credo nel mio lavoro in quanto strumento di indagine personale. Un’indagine che ha la potenzialità, e a volte la possibilità, di essere condivisa.
Fabrizio Giraldi si forma all'Istituto d'Arte di Trieste, è fotografo indipendente e collabora con magazine nazionali ed internazionali tra i quali Panorama (per cui ha curato una delle copertine di dicembre) e National Geographic.