di Donald Lee Coburn
regia: Francesco Macedonio
scene: Bruno Garofalo
costumi: Maria Grazia Nicotra
musiche: Massimiliano Forza
arrangiamenti: Fabio Valdemarin
con: Valeria Valeri, Paolo Ferrari
Una produzione Associazione Culturale La Pirandelliana
Gin game, prima commedia scritta da Donald Coburn, debuttò nel 1976, ottenendo subito uno strepitoso successo. L’azione, che si svolge in una casa di riposo, vede per protagonisti Weller, ricercatore di mercato in pensione, che insegna il gioco del gin nel quale da sempre eccelle a Fonzia, vecchia puritana figlia di un pastore metodista.
Per trascorrere le domeniche iniziano a giocare a carte e inizialmente l’uomo è affettuoso e cordiale nei confronti dell’amica. Ma quando la principiante Fonzia comincia subito a vincere ripetutamente, mentre l’espertissimo Weller perde senza tregua, emerge il disappunto dell’uomo, che cresce fino a diventare collera, rabbia allo stato puro. Il combattimento porta un po’ alla volta i due protagonisti a delineare i lati più riposti del loro carattere. Dietro questa collera si nascondono ragioni più profonde del semplice orgoglio ferito: l’anziano giocatore è vittima di un passato fatto di frustrazioni economiche e personali mentre Fonzia sfoga le ferite accumulate in una vita di delusioni e abbandoni, cedendo al turpiloquio ed ad istinti ben lontani dal suo abituale stile di vita e dalla sua educazione.
Il finale ci mostra la dura realtà: due vecchi stanchi e sfiduciati che avrebbero potuto essere due buoni amici se non fossero stati troppo impegnati a nascondere la propria infelicità dietro il velo dell’ipocrisia.
Portato in scena in Italia più di vent’anni fa sempre dalla coppia Valeri-Ferrari per la regia di Gianfranco De Bosio, oggi i due attori tornano ad interpretare i personaggi di Fonzia e Weller, in un nuovo allestimento diretto da Francesco Macedonio.