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Hsieh Chun-Te - Il Banchetto di Chun-Te

Dal 2 giugno al 10 ottobre 2011

La mostra dell’artista taiwanese Hsieh Chun-te, organizzata dal Museum of Contemporary Art of Taipei (MoCA, Taipei) e presentata all’occasione della 54. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, sarà composta da tre parti :

1. “Raw”: una serie di 21 fotografie (1987-2011) in grande formato

2. Un’installazione che occuperà una stanza intera

3. Una performance culinaria IL BANCHETTO DI CHUN-TE 1 giugno – 10 ottobre 2011 Inaugurazione il 2 giugno Cooking Theatre (performance culinaria): 1-6 giugno

L’esposizione personale di Hsieh Chun-te realizzata in concomitanza della 54. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia Comunicato Stampa Presentazione della mostra da Lin Chi-Ming L’esposizione personale di Hsieh Chun-te realizzata in concomitanza della 54. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, organizzata dal MoCA Taipei e curata da Dominique Païni e LIN Chi-Ming, mostrerà diversi aspetti della sua ricerca creativa. Noto come fotografo, la cui carriera è iniziata alla fine degli anni 60, Hsieh è uno degli artisti di Taiwan meno categorizzabili. I campi in cui si è cimentato includono la fotografia documentaria, il foto-reportage, la fotografia di moda, il design, la poesia, l’installazione, la produzione cinematografica (lungometraggi, documentari, film commerciali e MTV), il design della moda e di palcoscenico, lo sviluppo digitale e infine ma non meno importante l’arte culinaria. Il ristorante, C’est bon, al quale ha contribuito con le sue idee creative e il suo profondo sapere di tradizioni culinarie locali, è stato classificato tra i 100 migliori ristoranti emergenti del mondo (selezione effettuata in COCO, 2009, Phaidon). Nonostante la sua eccellenza in così tante aree, possiamo discernere un pensiero artistico centrale: Hsieh crede che l’arte possa smuovere qualcosa nel nostro profondo, e così con la sua arte, qualsiasi sia la forma, cerca di provocare il nostro desiderio biologico primario. La serie di fotografie, “Raw” è un progetto di più di vent’anni fa, iniziato nel 1987 e terminato nel 2011.

L’idea iniziale di questa serie deriva dall’osservazione di un luogo specifico del confine di Taipei: Sanchong. Sanchong era una sorta di città satellite di Taipei dove, parallelamente al rapido sviluppo della metropoli, la popolazione delle zone di campagna di Taiwan che migrava spesso la sceglieva come residenza temporanea. Possiamo quindi rilevare in modo pronunciato tutti i tipi di abusi sul territorio e una vaga sensazione di “non essere a casa”. La serie intitolata “Raw” è, al suo stato originario, ispirata da queste osservazioni, ma non è assolutamente un documentario, piuttosto è un’allegoria di questo stato di essere e usa principalmente il genere della “staged photography”. Per giungere alla radice profonda delle nostre esperienze e per provocare i nostri desideri primari e riorganizzarli, Hsieh utilizza un altro approccio, l’arte culinaria, che lo rende così specifico e così contemporaneo. Nel suo ristorante C’est bon, il banchetto di vivande rappresenta già un manifesto per sfidare lo stereotipo dell’arte moderna.

Per sottolineare il legame tra le fotografie e la performance culinaria, non solo verrà proiettato, in vari punti del sito, il video delle performance, ma vi sarà anche un’installazione di grande dimensione che occuperà una stanza della sede. Una risaia, simulata con oggetti di ceramica, sarà installata nella stanza, e al suo centro una piccola quantità di semi di riso saranno piantati e cresceranno durante il periodo dell’esposizione, simboleggiando la speranza dopo le tante sventure che si potranno vedere nelle fotografie. L’allegra crudeltà di Hsieh Chun-Te Di Dominique Païni Quando scoprii i quadri fotografici di Hsieh Chun-te, fui immediatamente colpito dall’atmosfera di tempesta imminente che pervade molti di essi. Come se Hsieh rappresentasse un mondo dopo il “peccato”. Alcune composizioni indicano chiaramente il compimento di un atto violento solitamente condannato dalla decenza o dalle regole della società degli uomini. Si tratta quasi sempre di un castigo: corpi gettati su un simbolico campo di spine, corpi impiccati, corpi abbandonati nell’indifferenza dello stordimento moderno, corpi squartati, corpi puniti sessualmente, corpi che sembrano esposti all’obbrobrio pubblico…

Da La Tempesta di Giorgione alle incisioni di Gustave Dorè, la tempesta è sempre stata la manifestazione dell’ira divina. L’artista che osa mostrare tali scene di sacrificio è un visionario perseguitato da un’inquietudine originata dalla connivenza tra Eros e Thanatos. Non avevo mai visto una scena di esecuzione capitale il cui ultimo atto fosse un atto sessuale osservato dagli abituali loschi testimoni di questa terribile cerimonia che sopprime legalmente la vita (The Romance on the Stele, serie Raw). Che audacia, che derisione mescolare in modo così provocante questa trasgressione legale, che consiste nel togliere freddamente la vita per decisione di giustizia, con il più bell’atto umano che ci sia. Si tratta, in effetti, di una vera e propria cerimonia e l’intera opera di Hsieh ne è vera e propria testimonianza. Ci tornerò sopra più avanti. Per definire in maniera più corretta le opere fotografiche di Hsieh è necessario compararle ad altre immagini, spesso facenti parti di uno stesso genere, come i capricci che non sono solo semplici esercizi caricaturali ma veri e propri tentativi di descrivere i disastri del mondo. Non è un caso che questi due termini siano presi in prestito da Goya, perché è proprio questa l’impressione immediata che le grandi composizioni fotografiche di Hsieh esercitano su di me: un insieme dei sogni della ragione che generano mostri, per riprendere il famoso titolo dato dall’artista spagnolo a una delle sue opere più famose, in cui si oppongono il bianco e il nero, la bruttezza e la bellezza, la purezza e il vizio. Hsieh offre una sorta di equivalenti fotografici di queste visioni della fine dell’umanità decadente e corrotta, visioni attraversate da venti che minacciano di inghiottire le rovine di un mondo post-catastrofico (…).

Scheda Evento

Location:
Schola dell'arte dei Tiraoro e Battiloro, Salizzada San Stae 1980 - VENEZIA