di Manlio Santanelli
regia: Maurizio Zacchigna
scene e costumi: Daco srl
musiche: Musica Nuda
con: Adriano Giraldi, Maria Grazia Plos, Maurizio Zacchigna, Roberta Colacino
Una produzione La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
I protagonisti sono due fratelli sulla cinquantina, enfant prodige mancato lui, sposa e madre mancata lei. Vivono assieme dalla morte prematura dei genitori e la lunga convivenza ha trasformato il loro rapporto in un mènage soffocante e morboso. Antonino sogna da sempre la fuga e si seppellisce pinguemente in una marea di mappe e carte geografiche pianificando irrealizzabili tragitti attraverso il mondo. Priscilla occhieggia languidamente il dirimpettaio Ramon, ex domatore di circo, ma è terrorizzata all’idea che il fratello la lasci sola.
Anche l’ingresso in casa di due improbabili fidanzati – la prostituta Passiflora per Antonino e lo scansafatiche Ramon per Priscilla – rende ancor più chiaro a tutti che il legame più forte è quello fra i due fratelli. Sui quali pesa come un macigno il mistero di un intero mese in cui entrambi sparirono da casa…
Giocato sul sottile filo dell’ironia e dello humour, L’aberrazione delle stelle fisse è tratto dall’omonimo libro di Manlio Santanelli pubblicato nel 1987, in cui la famiglia moderna viene osservata al microscopio e diventa l’area di conflitto per eccellenza. Nel violento scontro psicologico fra i due protagonisti, osserviamo la smania di entrambi di rendersi indipendenti, ostacolata dalla paura predominante di restare soli; questo li spinge ad una sindrome di controllo reciproco, dove spiandosi di continuo cercano di scoprire quel “buco nero” di un mese quando Antonino sparì da casa costringendo Priscilla, incapace di restarci da sola, ad andarsene anche lei.