di Carlo Goldoni
regia: Giuseppe Emiliani
scene e costumi: Guido Fiorato
musiche: Giancarlo Chiaramello
con Marina Bonfigli, Antonio Salines, Virgilio Zernitz, Massimo Loreto
e con: Enrico Bonavera, Elio Aldrighetti, Alice Redini, Valeria Perdonò, Michele Di Giacomo, Dario Merlini
Una produzione Compagnia del Teatro Carcano
Protagonista della commedia è il diabolico occhialetto con cui Don Marzio, seduto al caffè, spia indiscretamente tutto e tutti, colmando con l’immaginazione e il pettegolezzo quello che non riesce a vedere. Don Marzio è il prototipo di quei frequentatori di caffè che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e dalle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verità e invenzione.
Andata in scena nel 1750, La bottega del caffè, si svolge in una piazzetta di Venezia, sulla quale si affacciano tre botteghe: il laboratorio del barbiere, la bisca di Pandolfo e il caffè di Ridolfo. Uomo dabbene, che svolge il suo mestiere con passione ed onestà, Ridolfo si rammarica perché Eugenio, figlio del suo defunto padrone, è soggetto alla passione del gioco che lo sta portando inesorabilmente alla rovina. Ma la vera rovina è l’inclinazione al pettegolezzo di Don Marzio, gentiluomo napoletano indiscreto e maldicente, il quale rivela subito che Eugenio ha impegnato con lui gli orecchini della moglie Vittoria e che fa segretamente visita a Lisaura, la ballerina protetta dal conte Leandro.
Il ragazzo, alla mercé del biscazziere Pandolfo e dell’infido conte Leandro, non dà retta a nessuno e, divorato dalla febbre del giuoco, si occupa da un lato di ottenere i favori della ballerina e dall’altro di offrire protezione a Placida, una pellegrina giunta a Venezia in cerca del marito.
Tutti i nodi verranno al pettine quando Eugenio, esaltato da una modesta vincita offrirà una cena nelle stanze della bisca…