Dal 25 al 27 marzo 2011
venerdì 25 e sabato 26 marzo, alle ore 20.30, domenica 27 marzo, alle ore 16.30
La Divina Commedia
di Marco Frisina
libretto di Gianmario Pagano
coreografie di Manolo Casalino
regia di Maurizio Colombi
Allestimento teatrale di Carlo Rambaldi e Sergio Stivaletti.
con Vittorio Bari: Dante
Mariangela Aruanno: Beatrice
Alessandro Castriota Scanderbeg: Virgilio
e con Alessio D’Aniello (Caronte / Ugolino / Tommaso), Valentina Spreca (Francesca / Matelda), Giorgio Adamo (Pier Delle Vigne / Arnaut / Bernardo), Alberto Lupo Janelli (Ulisse / Guido / Bernardo) e Alessia Alongi (Pia De’ Tolomei / Piccarda).
Una produzione Nova Ars ARS Musica Arte Cultura, Teatro delle Erbe e Limelite
È sicuramente fra le novità più curiose della stagione di prosa della Contrada il decimo spettacolo del cartellone che debutta al Teatro Orazio Bobbio venerdì 25 marzo: “La Divina Commedia” di Dante Alighieri in versione “musical”. L’opera, seguendo il filo del capolavoro dantesco, racconta il viaggio del Sommo Poeta tra Inferno, Purgatorio e Paradiso alla ricerca dell’Amore. Un susseguirsi di incontri con personaggi straordinari, i dannati e i beati più famosi della storia entrati nell’immaginario collettivo, in un’indimenticabile e suggestiva cornice di proiezioni e coreografie.
La Divina Commedia inizia in una fitta selva, generata dalla caduta di Lucifero, che avvolge e imprigiona Dante, il quale canta il suo desiderio di andare oltre l’oscurità che lo circonda. Da uno spiraglio di luce egli intravede l’amata Beatrice e ode la sua voce che, cantando quell’“Amore che muove il sole e le stelle” gli infonde coraggio. In suo aiuto giunge anche Virgilio, l’ammirato poeta latino, inviato dal Cielo e dalla stessa Beatrice a proporgli un viaggio assolutamente unico che lo porterà a ritrovare la libertà e l’amore.
In questa versione musicale scritta da Marco Frisina su libretto di Gianmario Pagano, la grande avventura di Dante abbraccia tutti i registri sonori, così Francesca canta la storia del suo grande e sfortunato amore in un’aria passionale e drammatica, Pier delle Vigne racconta di sé e dell’ingiustizia subita esprimendo il suo dolore sulle note del rock e Ulisse narra della sua spasmodica sete di conoscenza, mentre sullo sfondo le anime dei suoi compagni d’avventura, danzando, mimano il loro viaggio verso le Colonne d’Ercole. Il Poeta ascolta le loro storie, e duettando con ciascuno di essi partecipa della loro eterna sofferenza riconoscendosi nelle debolezze che li hanno condotti in quel luogo terribile. Dante ha infine la più terribile delle visioni: quella di Lucifero, ma immediatamente dopo il paesaggio infernale scompare. Nel concertato finale ritroviamo i dannati incontrati nella prima e terrificante parte del viaggio che cantano ancora quell’amore che in vita hanno tradito e che ora li incatena impedendo loro di “riveder le stelle”. Dante, invece, può di nuovo cantare la speranza di un volo verso la libertà.
Dante si trova ora sulla spiaggia dell’Antipurgatorio e canta la speranza rinnovata e il desiderio di continuare a salire la Montagna, attraverso i cerchi del Purgatorio, fino ai confini del Cielo. Anche qui il viaggio è scandito da incontri, come quello con Pia de’ Tolomei. Nel suo canto non c’è più il dolore che caratterizzava le anime incontrate nell’Inferno, ma evoca serenità e speranza di felicità senza fine. Giunto a metà del suo viaggio ultraterreno, Dante si lascia andare al canto di nostalgia del viaggiatore e dell’esule fin quando giunge ai piedi del Monte del Purgatorio.
Giunto in cima, si trova ancora in una foresta, simile alla selva da cui era partito, ma è una foresta piena di luce così come, grazie al viaggio compiuto, è diverso l’uomo Dante. E, finalmente, Beatrice gli va incontro, introducendolo finalmente in Paradiso, dove duettando assieme cantano la bellezza dell’Amore. Nei Cieli, anche Piccarda, Tommaso e Bernardo descrivono il Paradiso e si uniscono a loro. La gioia di Dante esplode nel concertato finale, dove ogni personaggio canta l’“Amor che move il sole e l’altre stelle”.
Realizzato al suo debutto l’anno scorso in versione “kolossal”, “La Divina Commedia” si avvale delle coreografie di Manolo Casalino e della regia di Maurizio Colombi (che ha già firmato due fra i maggiori successi teatrali delle passate stagioni: Peter Pan e We Will Rock You).
All’allestimento ha preso parte anche il Premio Oscar Carlo Rambaldi, che per lo spettacolo ha disegnato le Tre Furie, il Volto di Lucifero e il Grifone, realizzati da Sergio Stivaletti.
In questa versione teatrale, “La Divina Commedia” è interpretata da 20 fra cantanti, ballerini e acrobati: fra questi Vittorio Bari nel ruolo di Dante, Mariangela Aruanno in quello di Beatrice e Alessandro Castriota Scanderbeg nei panni di Virgilio; e ancora Alessio D’Aniello (Caronte / Ugolino / Tommaso), Valentina Spreca (Francesca / Matelda), Giorgio Adamo (Pier Delle Vigne / Arnaut / Bernardo), Alberto Lupo Janelli (Ulisse / Guido / Bernardo) e Alessia Alongi (Pia De’ Tolomei / Piccarda).