Stagione Teatrale 2011-2012 - InterAzioni
Rumore di acque
di Marco Martinelli, Ermanna Montanari
con Alessandro Renda
musiche originali eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso
spazio, luci, costumi di Ermanna Montanari, Enrico Isola
regia di Marco Martinelli
Una coproduzione Ravenna Festival, Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, “Circuito del Mito” della Regione Siciliana, Sensi Contemporane. Patrocinio di Amnesty International
Rumore di acque è la seconda tappa del trittico del Teatro delle Albe “Ravenna-Mazara 2010”, ovvero tre opere che in maniera differente prendono Mazara del Vallo come simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi. Mazara del Vallo, la città più africana d’Europa, dove un abitante su dieci è tunisino e una compagnia dalla lunga esperienza nell’innovazione teatrale come le Albe di Ravenna, da sempre abituata a lavorare nelle periferie mentali e geografiche della nostra contemporaneità. Il risultato è “un lavoro nato dalle suggestioni di questa punta estrema della Sicilia – afferma il regista Martinelli in un articolo pubblicato da La Repubblica – con la Tunisia è a un tiro di schioppo.
Lo scambio di abitanti tra le due coste risale agli anni Sessanta, all’inizio del secolo erano i siciliani ad andare lì. Oggi le due comunità, italiana e tunisina, convivono separate ma nel rispetto reciproco. Noi siamo andati in giro a parlare con questi abitanti”. L’immersione in questa realtà ha anche prodotto le storie che i tunisini hanno raccontato, storie di fuga, esilio, emigrazione. Lo spettacolo diventa così un “oratorio per i sacrificati che i Fratelli Mancuso hanno arricchito con le loro potenti voci di satiri antichi, voci che sembrano gridare il dolore dell’umanità dal fondo di un abisso”, dice ancora Martinelli. “Siamo stati catturati dalle storie di questi eroi del nostro tempo. Persone che partono dal deserto e subiscono ogni tipo di angheria, spesso finiscono in carcere in Libia o, tentano la traversata nel buio”. Storie strazianti per fuggire alla violenza, alle torture, alle guerre e tentare la roulette della vita, storie che Ermanna Montanari e Martinelli hanno riscritto in un testo ambientato su una isoletta fantomatica tra Europa e Africa dove c’è un generale presidente che continua a fare conti e presto si capisce che sono i conti dei morti annegati.
Carico di humour nero, “un po’ Bossi, un po’ Gheddafi”, il generale ne arriva a contare 23 mila dal 1988. “Non è poi così lontano dalla realtà, oltre 16 mila sono i morti acclarati nel canale – conclude Martinelli – quasi uno sterminio passato sotto i nostri occhi tra un reality e un campionato del mondo”.