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Sara Spoladore - Circus

Dal 2 al 10 maggio 2011

Del contesto progettuale ed espositivo di Neohesperia Sara Spoladore è interessata a sfruttare l’aspetto eminentemente pubblico, mettendo in campo la volontà di rapportarsi in modo chiaro e diretto al contesto urbano circostante e alle sue dinamiche. Sara è abituata a rivolgere l’obiettivo verso paesaggi urbani che hanno il potere di suscitare in lei esili e mai del tutto confermate reminiscenze: siano rimesse degli autobus, zone industriali, stazioni della metropolitana, luoghi familiari o invece mai praticati prima, questi luoghi, sebbene apparentemente impersonali, deserti e a volte in parziale abbandono, si aprono ad un dialogo privilegiato con chi li fotografa ma esigono al contempo di essere investigati a fondo. Uno scatto soltanto non è sufficiente a penetrare uno spazio, più punti di vista sono necessari per essere sicuri di essere entrati in “intimità”. Di qui il frequente accostamento di più foto a formare dittici e trittici, pratica, questa, utilizzata da Sara anche quando si concentra sulla figura umana (Ritratti), la quale, significativamente, risulta il più delle volte inserita in un ambiente che ne determina la postura e ne connota l’azione in modo non scontato.

La capacità di Sara di leggere gli ambienti ritorna anche nel trittico in polaroid Circus (2011), per certi versi una sorta di lavoro su commissione, se si considera che la forte valenza pubblica dello spazio espositivo sembra di per sé dare direttive chiare sulla matrice del lavoro da svolgere. Direttive non osteggiate ma fatte proprie dalla fotografa che sceglie, con quest’opera, di ricollegarsi al contesto trevigiano in alcune sue dinamiche fondamentali. Se è vero infatti che Treviso e provincia hanno una delle percentuali più elevate in Italia per numero di extracomunitari presenti sul territorio, causa di non poche difficoltà di integrazione e tolleranza reciproca, ecco allora che Sara riflette sull’argomento utilizzando la figura del circo: circo come piccolo mondo, come realtà a parte, come entità aliena insediata (quanto provvisoriamente?) nel territorio familiare della quotidianità. Ma circo anche come stile di vita altro, nomade, migrante. Dunque una metafora ideale per rappresentare coloro che sono al di fuori della comunità (extra-comunitari appunto), se non fosse che “Il Piccolo Circo” di Sara è gestito da una famiglia tutta italiana, non molto diversa da tante altre, il che, almeno parzialmente, cambia le carte in tavola ed invita quantomeno a rinegoziare preconcetti e giudizi.

Un lavoro, Circus, che attinge dunque al sociale e tuttavia non dimentica la sua natura di opera d’arte, come puntualizzato dalla presenza della cornice in legno che, evidenziando il piccolo trittico in formato polaroid, di per sé stesso un formato che unisce unicità e resa estetica non commerciale, allontana ogni possibilità di mimesi con il materiale generalmente affisso nelle bacheche pubbliche mentre aiuta il passante ricettivo a mettere a fuoco lo sguardo. (Giovanna Borrillo)

Sara Spoladore è nata a Mirano (Venezia) nel 1984. Laureata nel 2009 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, vive e lavora tra Milano e Venezia. Il suo percorso artistico si sviluppa prevalentemente attorno alla ricerca fotografica, utilizzando come mezzo espressivo e di studio l’immagine in serie. Tra le esposizioni principali si ricordano: Spilimbergo fotografia, Biennale di Alessandria (2008), e, in collaborazione con il Collettivo Rapido: My World presso lo Spazio Paraggi, Treviso (2009); Last Minute presso il Con-temporary Art Space di Padova (2009); Il gioco del limite presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2009).

Giovanna Borrillo è nata a Venezia nel 1976. Laureata in Lingue (2003) e in Storia dell’Arte (2011) all’Università Ca’ Foscari di Venezia, vive e lavora a Venezia. Nel 2008 ha curato la mostra del Collettivo Rapido Serial, presso la Galleria d’Arte L’Occhio di Venezia, nell’ambito del Progetto Accade.

Scheda Evento

Location:
Neohesperia, Porta Carlo Alberto - TREVISO
A cura di:
Giovanna Borrillo