Stagione Teatrale 2011-2012
Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare
Una Compagnia di comici direttamente dal palco di Zelig
con Alessandro Betti, Maria Di Biase, Katia Follesa, Maurizio Lastrico Corrado Nuzzo, Marco Silvestri, Marta Zoboli e con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
traduzione e adattamento Gioele Dix e Nicola Fano
regia Gioele Dix
Una produzione Bananas - Teatro Stabile di Verona - Estate Teatrale Veronese
Come è noto, nella magia notturna del suo Sogno, Shakespeare intreccia abilmente i destini di molti personaggi eterogenei. L’altezzoso principe di Atene in procinto di sposare la sua regina delle Amazzoni. I quattro giovani innamorati confusi e in costante conflitto fra loro. Il re e la regina delle Fate più che mai umorali e sfuggenti. Gli sprovveduti artigiani componenti una bizzarra compagnia amatoriale. In un gioco teatrale e poetico ricchissimo di equivoci, sberleffi, allusioni e colpi di scena, prende forma uno scenario fantastico di ineguagliabile potenza evocativa, che è da sempre occasione per le più svariate interpretazioni registiche. Gioele Dix ha deciso di affrontare la regia del Sogno, che ha debuttato con grande successo al 63° Festival Shakespeariano lo scorso luglio a Verona, formando una compagnia composta interamente da giovani comici di successo della fortunata trasmissione televisiva Zelig e coinvolgendo nella messinscena un duo musicale di straordinaria e raffinata versatilità. L’idea nasce dalla convinzione che proprio un testo classico possa essere il terreno ideale per artisti abituati a dare un corpo del tutto singolare e inimitabile alle parole e ai suoni che si trovano a interpretare. In questa versione del Sogno, ambientata in una sorta di selva periferica post industriale, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. È la compagnia dei comici artigiani a dominare la scena, a impadronirsi a sorpresa di tutti i ruoli e a diventare il perno essenziale attorno a cui ruota l’intera vicenda. Lo spettacolo è dunque nel segno della fedeltà e della continuità con Shakespeare, senza tradimenti al testo, alla sua carica vitalistica, alle sue preziose ambiguità, alla sua fantasiosa e dirompente comicità. Ma, nel contempo, grazie alle qualità dei protagonisti, alla loro singolare sensibilità, all’originalità del loro stile espressivo, ne re-inventa il linguaggio e lo smarca dal rischio della convenzione.