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Folkest in Castello a Udine: per “Udinestate” la grande canzone d’autore tra Inghilterra e Friuli

UDINE - L’interesse di Folkest per la grande canzone d’autore non è mai venuto meno, anzi è uno dei più grandi fattori di rinnovamento che il festival ha conosciuto in questi anni. A dimostrazione di ciò, questa sera a Udine nell’ambito di Udinestate, sul palco allestito al Castello salirà uno dei più grandi cantautori europei, quell’Allan Taylor che da oltre trent'anni considerato the song poet: un poeta, un cantante, uno dei compositori più sensibili e colti, in termini di parole e musica, a livello internazionale.

Era anche l’artista di lingua inglese più amato da Fabrizio De André. Inizia a cantare accompagnandosi alla chitarra, a Brighton, sua città natale, nel 1966. Dopo tre anni di concerti e piccoli tour registra il suo primo disco “Sometimes”.

Nel ’72 esce “The Lady”, disco dell’anno per Folk Review; l’anno dopo è negli Stati Uniti, dove registra “The American Album”. Nel ’76 è in tour con gli Steeleye Span e registra “Re-release”, accolto con entusiasmo dalla critica. Dopo una lunga pausa per problemi alle corde vocali, rientra nel ’78 alla grande con il suo capolavoro “The Traveller” (miglior Album d’Europa con il Grand Prix du Disque al Festival di Montreux), disco che rimane tuttora nell’olimpo della produzione folk mondiale, seguito dal grande successo internazionale: tour continui in Europa e USA e la consacrazione ai festival di Nyon e Montreux. Le canzoni di Allan Taylor sono pietre miliari nella storia del folk, cantate da diversi artisti (Fairport Convention, Frankie Miller, Don Williams tra gli altri) e tradotte in molte lingue. Un appuntamento imperdibile, un grande ritorno a Folkest.
Ma la canzone d’autore conosce anche in Friuli un grande momento di notorietà e favore del pubblico: ne saranno testimoni gli altri protagonisti della serata udinese, ovvero Luigi Maieron e Straulino, Vescovo, Fedele. Il primo, avvicinatosi giovanissimo alla musica di matrice popolare collaborando con la propria madre, fisarmonicista folk, vince alcune edizioni del “Canto friulano” e un Premi Friûl. Nel 1998 pubblica il disco “Anime Femine”. In quello stesso anno gli viene assegnato il premio “Moret d'âur” per lo spettacolo in Friuli. Nel 2001 mette in scena lo spettacolo “Il Troi e la ruvîs” (Il sentiero e la frana), un diario di parole e canzoni che racconta il quotidiano, inarrestabile confabulare di ciascuno con se stesso. Si presenta accompagnato da Michele Gazich al violinoe alla viola; Franco Giordani al mandolino e chitarra; Paolo Manfrin al basso. I secondi sono tre chitarristi, tre cantautori, tre appassionati musicisti che si ritrovano in occasione di Folkest, ideale cappello per un concerto così particolare. Tre stili chitarristici che partono da esperienze diverse per fondersi e completarsi a vicenda, in un crogiuolo d'influenze diverse che spaziano dal blues alla canzone d'autore, dalla tradizione friulana al sound di San Francisco e Los Angeles degli anni Sessanta e Settanta. Minimo o massimo comune denominatore l'espressione in marilenghe.
Per chi invece vorrà restare legato ai suoni e alle emozioni provenienti dal folk, ecco a Fiumicello di scena Interfolk Group: un quartetto strumentale e vocale albanese attivo dal 1994, protagonista di numerosi concerti in Europa. I loro brani, alcuni molto antichi si basano sulla tradizione musicale folk del loro Paese d’origine, ma sono interpretati con stile moderno, dovuto all’influenza subita da altri generi musicali come il funk o la new age. La formazione propone sul palco Sazan Micani – voce, percussioni; Genti Greku – clarinetto, sax; Enver Qerima – violino; Luigj Bezhani – tastiere, fisarmonica. E ancora a Opicina l’appuntamento con Atlantic Roar, il “ruggito” in musica garantito da un vecchio leone della musica internazionale, violinista dal tocco eccezionale, liutaio, poeta, Paul Bradley è oggi una delle grandi realtà della musica tradizionale irlandese. Originario del Nord Irlanda, della contea di Armagh, ma residente da molti anni a Galway, dove tiene regolarmente corsi di violino ed ha il suo atelier di liuteria, ritorna a Folkest dopo molti anni dalla sua ultima apparizione alla testa di un eccellente quartetto completato da Dave Abeli – chitarra, bouzouki, mandolino; Joe McHugh - cornamusa irlandese; Geraldine Bradley – voce. I duetti infuocati tra le corde del violino di Paul e il bellissimo suono della cornamusa irlandese, sostenuti dal tappeto degli strumenti a plettro, rendono unico ed entusiasmante il sound di questo quartetto.

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