Error message

Il file non può essere creato.

Il recital piano solo di Stefano Bollani al Giovanni da Udine

Jazz Vibes
[img_assist|nid=18219|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]UDINE – L’improvvisazione? E’ come se, attraversando un canyon, iniziassi a costruire un ponte sospeso nel vuoto, camminandoci al contempo sopra. E’ il fare una cosa diversa ogni sera a farmi sentire vivo… Conto alla rovescia, al Teatro Nuovo, per uno degli appuntamenti più attesi della stagione: giovedì 12 febbraio, alle 20.45, il grande Stefano Bollani sarà infatti protagonista del recital Piano solo. Chi non conosce, oggi, Stefano Bollani? Bollani Stefano, musicista, dice di sé, però la sintesi non si addice alla sua biografia. Classe 1972: pianista pluripremiato e scrittore, compositore e showman. Studi severissimi al Conservatorio di Firenze (c’è ancora qualcuno che lo ricorda come allievo modello, oltre che come autentico virtuoso nei grandi classici), ma subito dopo, giovanissimo, un tuffo nel pop con Raf e Jovanotti. Poi, ancora, la strada maestra, il jazz, incrociando le esperienze più diverse e stimolanti (da Richard Galliano a Gato Barbieri, da Pat Metheny a Lee Konitz, da Toninho Horta a Kenny Wheeler, fino al sodalizio particolarmente intenso con Enrico Rava), suonando con l’Orchestra di Santa Cecilia, passando dalla Scala a New York, dialogando in radio con David Riondino (Dottor Djambè) o in televisione con Arbore e Crozza, piuttosto che incidendo dischi. Un musicista irriverente, senza dubbio, ma anche un[img_assist|nid=18220|title=|desc=|link=none|align=right|width=448|height=640] intellettuale con tutti i documenti in regola: binomio perfettamente documentato, prima in studio e adesso live, da Piano solo, un recital dal piglio enciclopedico che percorre la storia del jazz e va molto oltre, rivelando una personalità unica attraverso una fulminea quanto impressionante produzione di idee. Un unico, saldo affresco - scrive Maurizio Franco - in cui la molteplicità degli influssi, che è tratto distintivo della poetica di Bollani, si compone in unità, lascia emergere la memoria all’interno di uno stile, non cita: metabolizza. Ai vertici del pianismo jazz italiano e artista ormai di fama internazionale, Bollani ha ottenuto la definitiva consacrazione con Piano solo, incisione realizzata con la prestigiosa etichetta tedesca Ecm. Parlando di Ecm il pensiero subito corre a un certo Keith Jarrett, che proprio con un disco per piano solo (Facing you) fece il suo esordio, nel 1971, con la mitica label di Manfred Eicher. Non ci ho pensato e non mi sono posto il problema di un eventuale confronto. L’emozione, invece, l’ho avuta al pensiero di lavorare al fianco di Eicher, un personaggio in grado di trarre il meglio da ogni musicista. Dopo incisioni con le formule più varie, dalla grande orchestra al trio, dal duo al quintetto, ecco dunque arrivare una prova in solitudine, con Bollani impegnato a spaziare dal ragtime di Scott Joplin, al Sudamerica, dai Beach Boys di Don’t talk a quell’estemporanea improvvisazione che, al giorno d’oggi, rappresenta per il jazz l’unica vera discriminante rispetto ad altri stili e tendenze, perché se certi risultati finali possono talvolta apparire simili, è il modo in cui ad essi si perviene a fare la differenza.   Giovedì 12 febbraio 2009, ore 20.45 Teatro Nuovo Giovanni da Udine, via Trento, 4 - UDINE Stefano Bollani - Piano solo Info:, tel. 0432248418 info@teatroudine.it www.teatroudine.it