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L’arte di Giampiero Bertolini a Londra

Art&Fatti

[img_assist|nid=11983|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Dopo Parigi e Bruxelles, un’altra capitale a respiro internazionale è entrata a far parte del curriculum espositivo di Giampiero Bertolini. Il 3 febbraio 2008 si è conclusa presso la Galleria Menier Chocolate Factory di Londra la mostra del pittore friulano, avente come temi portanti: le marine, le montagne, i vulcani.

Le marine hanno voluto essere un omaggio a Turner e Constable, due grandi maestri del romanticismo inglese, che nonostante differenze di temperamento e tecniche evocano lo stesso amore per questo genere di paesaggio. Le tonalità predominanti sono, quindi, il blu e il verde, poste in un progetto artistico desideroso di far interloquire continuamente la dinamicità e la staticità. Lo schema su cui verte ogni opera è, infatti, di equilibrio, mentre la percezione, che ogni dipinto riesce a dare, è di costante movimento. Lo stesso materiale utilizzato è riflettente, per cui i ripetuti giochi di luce richiamano ulteriormente un’idea di dinamismo. Mentre l’onda[img_assist|nid=11984|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=416] nasce dalla spirale ed è una pittura concettuale, le montagne sono segni della Terra e sono tradotti in un dipingere più comprensibile all’osservatore. Il tema del vulcano, invece, unisce maremoto e montagna di fuoco, invocando l’unione dei 4 simboli: fuoco, terra, aria, acqua. Sento la marea che monta, sento il ribollir dell’onda e mi abbandono alla pulsione del colore. Il mare ospita le mie incertezze e la mia violenza, che forse dipingendolo esorcizzo. Queste sono due annotazioni che troviamo negli appunti del Bertolini nella pagina dedicata al progetto pittorico sulle marine. Ogni sua impresa artistica è, infatti, sorretta da un’ attenta riflessione ed allo stesso tempo è sempre una nuova avventura con storia ed evoluzione propria, quasi mai supina alla sua razionalità, quanto piuttosto al suo sentire. Per l’artista friulano, infatti, il dipingere prima ancora di fare è essere, quindi un interiorizzare ed un identificarsi con il tema rappresentato. Non si può, dunque, parlare di coercizione nel rapporto del Bertolini con la pittura, ma di disciplina sicuramente si. Lo stile pittorico utilizzato ha, infatti, necessitato di 20 anni di impegno ed esperienza per venire [img_assist|nid=11985|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=425]messo a punto. Si tratta di una metodologia mista sia per la varietà strumenti (pennello, spatola, areografo) che di materiali (acrilico, olii, ossidi, anilina, diluenti etc) di cui si avvale. E’, inoltre, una tecnica multistrato composta in genere da 4 o 5 layers, ognuno dei quali ha bisogno di un tempo di 6 – 7 ore per essere portato a termine. Da anni ormai, l’arte del pittore friulano non conosce frontiere. Anzi, in sintonia con il detto latino Nemo profeta in patria le opere dell’artista sono state prima conosciute fuori dai confini regionali, e solo negli ultimi anni sono state esposte anche nelle gallerie del Friuli Venezia Giulia. Le barriere geografiche sembrano, però, ormai abbattute anche per gli appassionati di arte e cultura. Non sarà quindi da meravigliarsi, se in un’ era di voli low cost qualche italiano, in occasione di un week-end a Londra, non sia stato invogliato a visitare la mostra del suo connazionale.