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La regia di Castellitto per Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi ne Il dubbio al Verdi di Pordenone

Foyer
[img_assist|nid=18368|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]PORDENONE - Uno degli spettacoli più attesi della nuova stagione teatrale pordenonese è senz’altro Il dubbio, che andrà in scena al Comunale il 24, 25 e 26 febbraio, alle 20.45, in esclusiva regionale. Sono molteplici i motivi di interesse che precedono il suo arrivo. C’è, innanzitutto, la presenza per la prima volta a Pordenone di Stefano Accorsi, alle prese con un ruolo impegnativo, diretto da un artista della levatura di Sergio Castellitto e affiancato da una vera signora della scena italiana qual è Lucilla Morlacchi. C’è poi la drammaturgia di John Patrick Shanley, che per il testo vinse nel 2005 il Premio Pulitzer e che è fra i migliori autori contemporanei del mondo anglosassone, con al proprio attivo un lungo carnet di opere e un corposo catalogo di premi, fra i quali vanno citati l’Oscar per la sceneggiatura di Stregata dalla luna e il Tony Award ottenuto anch’esso per Il dubbio. E proprio in questo periodo nelle sale cinematografica è in programmazione il film tratto dalla versione teatrale: nella parte che in teatro è interpretata dalla splendida Morlacchi c’è una strepitosa Mery Streep, non a caso candidata all’Oscar come migliore attrice. C’è infine la materia cruciale e delicatissima, il dramma di cruda attualità che lo scrittore tocca: gli atti di pedofilia di cui è[img_assist|nid=18369|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] sospettato un prete. Il lavoro si ambienta a metà degli anni Sessanta, in una qualificata scuola cattolica di Brooklyn: il Concilio Vaticano II ha ridefinito i rapporti fra clero e fedeli e ciò ha la sua eco anche fra le mura protette della scuola, dove l’anziana direttrice, Suor Aloysia, autorevole e tradizionalista si confronta faticosamente con le nuove modalità di insegnamento della giovane e dolce Suor James, e soprattutto di Padre Flynn, prete carismatico, moderno, adorato dagli allievi. La sua affabilità però assume una luce sinistra quando dà modo alle suore di sospettarlo d’aver abusato di un allievo, vittima perfetta, perché fragile, fuori luogo, unico nero della scuola e disposto a tutto pur di non perdere la sua opportunità di studio. Shanley non ci dirà mai veramente se l’abuso c’è stato: porterà lo spettatore a sperimentare "il dubbio", a credere ora all'innocenza, ora alla colpevolezza del prete, difeso addirittura dalla madre del ragazzo che, in ogni caso, senza voler approfondire la natura del rapporto con suo figlio, apprezza l’interesse di un prete bianco per suo figlio nero. Conflitto, ipocrisia, colpi bassi, un testo costruito con appassionata suspance, quasi fosse un'inchiesta, per uno spettacolo di respiro ampio, critico, intelligente e in grado di sottoporre gli spettatori a imponenti tensioni emotive. Ogni scena, ogni dialogo – dice il regista, Sergio Castellitto, è un autentico combattimento. Le armi sono l’intelligenza, la capacità, poco cristiana per altro, di manipolare l’avversario, di “stenderlo” o usarlo al servizio del proprio teorema. Vittime e carnefici in questa storia si scambiano i ruoli continuamente, perché le parole, le accuse, sono di ferro incandescente e lasciano segni sulla psiche di quel prete, di quelle suore. Che cosa facciamo quando non ci sentiamo sicuri? questa è la prima battuta che Padre Flynn, il giovane prete protagonista dice ai fedeli durante il sermone della domenica. Sì, che cosa facciamo quando tutto vacilla, la strada é perduta, l’illusione demolita? Che cosa facciamo, non l’11, ma il 12 settembre…? Eppure – prosegue Castellitto - la pietà, le improvvise dolcezze dello spirito, il desiderio di sentirsi puri. Perché oltre il muro, magari incarnato in un pallone da basket c’è Dio, quel dito puntato come un giudizio e quelle formiche nere là sotto che brulicano, sperano, lavorano per la salvezza. In ultimo, la lotta che la madre del bambino nero ingaggia per consentire anche a suo figlio di avere un'opportunità nella vita ci sembra risarcita oggi direttamente dalla Storia di Barak Obama e della sua straordinaria elezione a Presidente degli Stati Uniti. Dal 24 al 26 febbraio 2009, ore 20:45 Teatro Comunale Giuseppe Verdi, viale Martelli, 2 - PORDENONE Il dubbio di J.P. Shanley (Premio Pulitzer 2005) traduzione Flavia Tolnay adattamento Margaret Mazzantini con Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi e con Nadia Kibout, Alice Bachi regia di Sergio Castellitto scenografie di Antonella Conte costumi di Isabella Rizza disegno luci di Raffaele Perin (A.I.L.D.)   Info: tel. 0434247624 www.comunalegiuseppeverdi.it