PORDENONE – Tassare meno le donne può essere la risposta giusta alla crisi occupazionale che, ormai da troppe stagioni, “parla” al femminile e investe ampi strati di lavoro sommerso garantito nella stragrande maggioranza delle donne?
Nel giorno della festa della donna, e nei giorni in cui si discute della riforma fiscale del Governo Monti, l’approfondimento sulla proposta di tassazione di genere arriva dall’economista Andrea Ichino, docente di economia politica all’Università di Bologna, autore con Alberto Alesina di L’Italia fatta in casa. Indagine sulla vera ricchezza degli italiani, (Mondadori 2009).
Giovedì 8 marzo, alle 15.30 presso l’Auditorium Lino Zanussi (Centro Casa Zanussi), è dunque in programma il terzo incontro del ciclo Un’economia giusta, proposto dall’ IRSE, l’Istituto Regionale Studi Europei sul tema Perché sarebbe utile tassare meno le donne.
Siamo stati i promotori dell'introduzione in Italia della tassazione differenziata per genere e ovviamente non la consideriamo una “stonatura” del programma del nuovo governo - afferma Ichino in un suo recente saggio online in Lavoceinfo - Sarebbe forse meglio attendere di avere maggiori informazioni su quello che Mario Monti e i suoi ministri concretamente vorrebbero fare prima di discuterne in astratto. Tuttavia, un governo che volesse realizzare una riduzione della pressione fiscale per stimolare la crescita economica, otterrebbe risultati maggiori concentrandola sulle sole donne. Chiunque abbia figli sa che gli asili nido, per altro rari, risolvono solo parzialmente le difficoltà di conciliazione dell’attività di genitori con il lavoro … La divisione dei compiti all’interno della famiglia è ancora fortemente sbilanciata, come dimostrano innumerevoli ricerche e la quotidiana percezione di tutti.... Il risultato è che, sommando lavoro in casa e fuori, le donne lavorano diverse ore al giorno in più rispetto agli uomini. Nel breve periodo, la proposta si giustifica in virtù del principio secondo cui è possibile diminuire la pressione fiscale media, a parità di gettito, tassando di più i beni la cui offerta è rigida rispetto a quelli la cui offerta è flessibile. Innumerevoli studi economici mostrano che l’offerta di lavoro femminile, soprattutto nelle fasce economicamente deboli, reagisce in modo diverso da quella maschile rispetto a variazioni del salario. In particolare, gli uomini non riducono la loro offerta di lavoro quando la retribuzione diminuisce, mentre le donne iniziano a lavorare più volentieri o lavorano significativamente di più, se già occupate, quando la loro retribuzione aumenta. È quindi possibile tassare poco di più gli uomini, senza ridurre la loro base imponibile e aumentando il gettito da loro prodotto, per poter tassare molto meno le donne che in questo modo lavorerebbero di più. La minore aliquota sui loro redditi si applicherebbe a una base imponibile maggiore e quindi il gettito fiscale delle donne diminuirebbe poco. In altre parole, un governo che, come Mario Monti ha detto, volesse realizzare una riduzione della pressione fiscale per stimolare la crescita economica, otterrebbe risultati maggiori concentrando la riduzione sulle sole donne.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. E’ gradita l’iscrizione facendo pervenire i propri dati alla Segreteria Irse irse@centroculturapordenone.it 0434 365326 Gli studenti universitari e delle Scuole Superiori che desiderano un certificato di frequenza devono richiederlo al momento dell’iscrizione.