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Le sinfonie degli anelli: parole e musica in difesa del Bello

Musical
[img_assist|nid=12685|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]GORIZIA - Il Signore degli anelli non è, come recita un'interpretazione comune, solo la lotta fra il Bene e il Male, ma è la storia della più ampia lotta, che ontologicamente racchiude la prima, fra il Bello e il Brutto.
La voce colta e raffinata di Quirino Principe, musicologo, critico e traduttore dell'edizione italiana del capolavoro di Tolkien ha guidato il pubblico del teatro Verdi di Gorizia, accorso non troppo numeroso per la verità, venerdì scorso, in uno straordinario viaggio musical-letterario, un viaggio intitolato La via prosegue senza fine, dal nome di una canzone intonata da Bilbo nel libro. Il primo ciclo di liriche in assoluto tratte dai testi di Tolkien fu appunto, nel 1968, The road goes ever on, del musicista inglese Donald Swann. Ma sono parecchie le musiche ispirate al Signore degli anelli: composto da band di musica rock, come i Led Zeppelin o da compositori di classica come l'italiano Edoardo Volpi Kellerman. Lo spettacolo si è aperto con la Sinfonia degli anelli di un altro compositore italiano, Alessandro Ferrari, prologo a un'introduzione in cui Principe, con straordinario acume e erudizione, racconta in breve la vita di John Ronald Reuel Tolkien, che lui conobbe e che descrive come un uomo non del tutto terreno. Altra cosa, aggiunge, ma è solo un accenno, è il figlio Cristopher, che a quanto pare non ha ereditato l'amabilità paterna. Nato in Sudafrica, Tolkien padre ne aveva passate delle belle, dalla perdita del padre quando era ancora bambino a quella della madre a 12 anni,[img_assist|nid=12686|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=478] alla Grande guerra, in cui si arruolò come volontario e nella quale morirono i tre suoi migliori amici. Forse per questo, conosceva il valore della vita e delle parole; e deve essere stato davvero uno spettacolo vederlo, come racconta Principe, al lavoro nel suo garage, allestito come studio, con libri ovunque e mappe alle pareti con i percorsi di Frodo e dei suoi amici nella Terra di Mezzo.
All'introduzione del musicologo, segue La compagnia dell'anello, la prima delle tre suite sinfoniche di Howard Shore tratte dalla colonna sonora del pluripremiato film di Peter Jackson. E, a proposito di premi, Shore stesso ne ha fatto incetta, vincendo tre Oscar per le musiche, uno per ogni film della trilogia tratta da Tolkien. Magnifico lo spettacolo dell'orchestra I Pomeriggi musicali di Milano, diretta da Andrea Dindo, che ha interpretato con il giusto brio, ma senza eccessi, le composizioni del Maestro canadese. Una gioia a sé è l'esposizione di Principe, che illumina con la luce dell'intelligenza le connessioni linguistiche e con l'attualità del mondo tolkieniano. Il Signore degli anelli - afferma fra l'altro il musicologo - ci ricorda che è sempre possibile opporci al decadimento di una civiltà. Non si può limitarci a stare a guardare. Un entusiasmo per la forza redentrice della cultura, che il dotto presentatore comunica in maniera davvero contagiosa, tenendo il pubblico a pendere dalle sue labbra malgrado la terminologia sofisticata. C'è ancora una speranza, insomma, malgrado la volgarità che ci sommerge: nella lotta fra il Brutto e il Bello, fra il cattivone Sauron e la regina degli Elfi, Galadriel, è sempre possibile schierarsi dalla parte giusta.