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Lucrezio ovvero ragione e follia con Antonio Salines e Maria Grazia Plos al Teatro Cristallo

Foyer
[img_assist|nid=8443|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Venerdì 3 agosto la Contrada-Teatro Stabile di Trieste in collaborazione con l’Associazione AltaMarea presenta un nuovo appuntamento speciale al Teatro Cristallo di Trieste: dopo la messinscena dello spettacolo di Svevo Inferiorità, viene proposta al pubblico triestino la lettura scenica Lucrezio ovvero Ragione e follia di Giuseppe O. Longo. Prodotto dalla Triennale di Milano in collaborazione con Intesa San Paolo, lo spettacolo è stato uno dei quattro momenti di cui era composta la sezione La Scienza va a Teatro – Le orme del Sapere della manifestazione Made in Tomorrow. Nell’edizione 2007 presentata a Milano lo scorso maggio, Made in Tomorrow si è proposta al pubblico attraverso varie forme di conoscenza e comunicazione: all’interno di diverse sezioni sono stati presentati fra l’altro convegni, forum tematici e spettacoli teatrali. In quest’ultima sezione, Giuseppe O. Longo, scrittore e professore di Ingegneria all’Università di Trieste, ha presentato il progetto La Scienza va a Teatro – Le orme del Sapere Quattro variazioni per due solisti e basso ostinat”, centrato sulle figure di Lucrezio, Pascal, Babbage e Einstein. Le quattro variazioni di Longo rappresentano un approfondimento drammaturgico originale che racconta la vita e il pensiero di altrettanti personaggi problematici della storia della scienza e, più in generale, del sapere. Grazie all’ottimo successo ottenuto dalla manifestazione, uno di questi quattro momenti, quello dedicato a Lucrezio, viene ora presentato anche a Trieste, nella cornice del Parco del Civico Museo Sartorio. “Lucrezio ovvero Ragione e follia” è un allestimento originale ispirato alla passione dell’essere umano per la ricerca ed il sapere, in cui il tema della ricerca scientifica è declinato nel campo delle arti figurative come metafora della tensione creativa che lega il mondo della scienza a quello dell’arte. Conosceremo così Lucrezio, nel suo conflitto tra poesia e razionalità, dove la follia diventa fonte di conoscenza autentica. Vissuto a Roma all’epoca di Cesare e di Cicerone, Lucrezio (98-54 a.C.) è autore del De rerum natura, uno straordinario poema in cui espone con grande efficacia la filosofia di Epicuro. Oltre quattro secoli dopo, San Gerolamo (347-420) narra in poche righe che Lucrezio divenne pazzo per aver bevuto un filtro d’amore e che compose il poema durante le remissioni della follia, che lo colpiva ad intermittenza. Sempre secondo San Gerolamo, giunto a 44 anni Lucrezio si uccise. L’abisso della follia é abitato dagli dèi, mentre gli umani si aggirano per le pianure della saggezza: ma è grazie alla follia, minaccia e dono, che i poeti gettano un ponte tra la comprensione limitata, propria degli uomini, e la più ampia visione divina. È la vertigine della follia che prelude alla comprensione totale cui sempre tendiamo. Sospinto dai venti della pazzia, Lucrezio abbandonò le dimore dell’io, e in cambio ne ebbe l’illuminazione sulla natura del mondo. Nel dramma, in cui si citano molti passi del De rerum natura, il poeta appare lacerato tra l’adesione totale all’impassibile e rasserenante dottrina di Epicuro e la fatale attrazione per l’amore di Lucilia, la donna che gli ha propinato il filtro amoroso. Lucrezio è un personaggio problematico, nel quale la razionalità, l’amore per la conoscenza, l’immaginazione, la poesia e infine anche la follia si mescolano per restituirci gli elementi archetipici, le radici prime della nostra natura, a cominciare dal Fuoco. Impegnato a decifrare misteri, a costruire macchine per esorcizzare il caos e ricondurlo all’ordine placato della ragione, Lucrezio ci viene mostrato nel suo sforzo costante di scoprire nel disordine apparente della natura le composte leggi dell’ordine, della computabilità, della serenità e dell’impassibilità. E infine lo ritroviamo sconfitto dalla forza del mistero, del disordine, della morte. Lucrezio nega gli dèi o, come Einstein, ritiene che non si occupino affatto di noi. Persuaso della forza e della nobiltà del pensiero, persuaso anche della fragilità dell’uomo, Lucrezio ha lasciato un’orma indelebile nel cammino del sapere, ma anche un segno della grandezza molteplice di questa strana creatura che è l’uomo, fatto di sentimento e ragione, di emozioni e di logica, lacerato tra l’infinito cui aspira e la finitezza in cui è racchiuso. Già interprete di questo complesso personaggio al suo debutto milanese, sarà Antonio Salines a dare forza alla figura di Lucrezio, accompagnato in scena dalla voce narrante di Maria Grazia Plos. Grande interprete del teatro italiano, Antonio Salines è da tanti anni Direttore artistico della compagnia stabile del Teatro Belli di Roma e vanta al suo attivo la collaborazione con i più prestigiosi teatri nazionali. Ha iniziato da alcune stagioni un sodalizio artistico con la Contrada, assieme alla quale ha partecipato a I rusteghi di Goldoni, alla commedia musicale Io e Annie di Woody Allen, a I ragazzi irresistibili di Neil Simon, con Johnny Dorelli e alla recente fortunata commedia di Feydeau Il gatto in tasca. Dal maggio di quest’anno è il nuovo Direttore artistico dell’Accademia Teatrale “Città di Trieste”, la scuola di teatro organizzata dall’Associazione la Cantina con la collaborazione della Contrada. Maria Grazia Plos lavora con la Contrada fin dagli anni ’80 ed è uno degli elementi fondanti della compagnia stabile. Dalle prime partecipazioni a spettacoli di teatro per ragazzi, l’attrice ha recitato negli ultimi venti anni in numerose commedie prodotte dallo Stabile privato triestino: oltre ad innumerevoli partecipazioni agli allestimenti vernacolari (fra cui l’ultimo grande successo di Sariandole), è stata fra gli interpreti di Sorelle Materassi di Fabio Storelli per la regia di Patrick Rossi Gastaldi e di Ballando con Cecilia di Pino Roveredo diretto da Francesco Macedonio. Accanto alla sua intensa attività con la Contrada, Maria Grazia Plos vanta una consistente partecipazione a film e sceneggiati televisivi trasmessi dalle principali reti nazionali. Lucrezio ovvero Ragione e follia, diretto dallo stesso Salines, è opera del professor Giuseppe O. Longo, docente di Teoria dell’Informazione presso la Facoltà di Ingegneria Elettronica dell’Università di Trieste. All’attività scientifica affianca da diversi anni un’intensa attività narrativa, pubblicando i suoi lavori su svariate riviste letterarie. È autore di tre romanzi – Di alcune orme sopra la neve (1990); L’acrobata (1994); La gerarchia di Ackermann (1998) – e di otto raccolte complete di racconti, fra i quali Il cervello nudo, di cui la Contrada produsse un’originale messinscena nel 1998 all’interno del Progetto Teatro Scienza presentato al Teatro Miela per la rassegna Teatralmente Intrecci. Venerdì 3 agosto 2007, ore 21.00 Teatro Cristallo - Trieste Lucrezio ovvero Ragione e follia lettura scenica di Giuseppe O. Longo regia di Antonio Salines con Antonio Salines e Maria Grazia Plos Ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti) Una produzione della Triennale di Milano, del Teatro La Contrada in collaborazione con l'Associazionoe Altamarea