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A Ca' Foscari un concerto per Giovanni Morelli sancisce la nascita dell'associazione dedicata al musicologo

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Martedì 14 maggio, ore 20, Auditorium Santa Margherita con il Quartetto di Venezia. Il 23 e 24 maggio a Parigi un convegno a lui dedicato

VENEZIA – A due anni dalla scomparsa, l’Università Ca’ Foscari Venezia ricorda il professor Giovanni Morelli con un concerto a lui dedicato, nel giorno del suo compleanno, il 14 maggio. L’iniziativa si terrà alle ore 20 (ingresso libero) all’Auditorium Santa Margherita.
Gli appuntamenti in ricordo di Morelli proseguono a Parigi, il 23 e 24 maggio, con il convegno internazionale Giovanni Morelli ou la musicologie hors d’elle organizzato dall'Université Paris 8 Saint-Denis, dal Centre Culturel Italien e dalla Fondazione Giorgio Cini.

Il concerto di questa serata rispecchia alcune predilezioni di Giovanni Morelli. Ovviamente non si intende offrire un percorso adeguato (molteplici le curiosità conoscitive del grande studioso), ma soltanto qualche scheggia dei suoi interessi.  Maderna e Malipiero hanno occupato l’attività musicologica di Morelli per un ventennio, mentre era direttore dell’Istituto per la musica della Fondazione Giorgio Cini, ove è conservato l’archivio del compositore asolano. Gli interessi di Morelli spaziavano dalla musica “alta” alla musica “bassa”, dal teatro barocco a Stockhausen, dal ragtime alla ricerca elettronica.

Tra i testi della nuova musica prediletti il Quartetto del 1955 di Bruno Maderna, ove permangono i lacerti della cosiddetta “serialità organizzata”, che il compositore veneziano avrebbe di lì a poco abbandonato. Il geometrismo analitico dell’opera è ravvivato da una cantabilità diffusa e da una luce timbrica tipica della neoavanguardia italiana (ricordo che Morelli ha promosso due volumi su Maderna e ha rintracciato il monumentale Requiem giovanile ritenuto perduto).

Maderna è stato allievo di Malipiero. Dopo un periodo di apprendistato, ha seguito, come direttore d’orchestra, i corsi di Hermann Scherchen, per poi diventare una delle figure più rilevanti della Scuola di Darmstadt, centro del radicalismo sperimentale europeo. Tuttavia non abbandonò mai l’interesse per i repertori marciani, da Giovanni Gabrieli a Monteverdi, approfonditi nel laboratorio rinascimentale e barocco di Malipiero. I Rispetti e strambotti, del 1920, sono l’opera che più chiaramente incarna la doppia anima del musicista veneziano: il sogno di freschezza sorgiva, con uno sguardo alla musica rapsodica e l’impulso alla modernità: è stato il protagonista dell’avanguardia italiana degli anni Venti. Dice Malipiero: Le risorse sonore di cui dispongono gli strumenti che formano il quartetto d’archi sono infinite e possono benissimo permettere di uscire dall’atmosfera della musica da camera per farci respirare l’aria delle strade e della campagna.

La seconda parte del programma si apre con i Microludi, scritti nel 1977, di György Kurtág, autore prediletto cui Morelli ha dedicato un vastissimo fondamentale saggio. Questa folgorante pagina accoglie l’eredità aforistica di Webern come poetica del frammento: evocazione visionaria di un espressionismo sommerso. Nel contempo la declamazione strumentale si colora di parole sonore tipicamente ungheresi, ove si affaccia l’ombra di Bartók.

La presenza di Webern non ha nulla di schematico o razionale: come si è detto Kurtág è espressionista e atonale piuttosto che dodecafonico e seriale. I Microludi sono catastrofi miniaturistiche e appelli metafisici: le alternative del pensiero di Kurtág, che vedeva in Bartók il suo maestro ideale. Di questi si propone il sesto Quartetto del 1939, che segna il momento della riflessione contemplativa e l’attenuazione delle tensioni dei quartetti anteriori. Il “Mesto” iniziale, ritornante come un leitmotiv, è interrotto da una Marcia incisiva e da una Burletta ironica e grottesca che rinvia a modalità proprie del Bartók precedente. Riemerge la passione per l’ultimo Beethoven nella concentrazione severa delle sezioni lente e nell’emozionato congedo liberatorio. (Mario Messinis)
 
Il Quartetto di Venezia è uno dei più celebri quartetti d'archi contemporanei.
Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi dell'ensemble veneziano, qualità ereditate da due scuole fondamentali dell'interpretazione quartettistica: quella del "Quartetto Italiano" sotto la guida del M° Piero Farulli e la Scuola Mitteleuropea del "Quartetto Vegh", tramite i numerosi incontri avuti con Sandor Vegh e Paul Szabo.
Il "Quartetto di Venezia" ha suonato in molti luoghi prestigiosi in Italia e nel mondo tra cui la National Gallery a Washington, Palazzo delle Nazioni Unite a New York, Sala Unesco a Parigi, IUC a Roma, Serate Musicali di Milano, Kissinger Sommer, Ossiach/Villach, Klangbogen Vienna, Palau de la Musica Barcellona, Tivoli Copenhagen, Societè Philarmonique a Bruxelles.
Il repertorio del "Quartetto di Venezia" è estremamente ricco e include opere raramente eseguite come i quartetti di G. F. Malipiero ("Premio della Critica Italiana" quale migliore incisione cameristica).
 
L’Associazione Giovanni Morelli ha la finalità di preservare, riordinare e rendere progressivamente accessibile agli studiosi e a chi lo desideri, il ricchissimo lascito culturale, teorico e didattico di Giovanni Morelli. Per la specificità e unicità del suo autore,  è un lascito estremamente complesso, articolato, prezioso nella sua variegata proliferazione culturale.
Accanto a svariate iniziative fra cui incontri, edizioni ecc., il lascito comincerà ad essere disponibile on-line sul sito www.giovannimorelli.it, a partire dal 14 maggio 2014.
Chiunque desideri contribuire attivamente ed associarsi può rivolgersi direttamente a: info@giovannimorelli.it.

MusiCaFoscari
 
Martedì 14 maggio 2013,  ore 20:00

Auditorium Santa Margherita - VENEZIA
 
Dediche per Giovanni Morelli

Il programma

Saluti
Prof. Carlo Carraro, Magnifico Rettore Università Ca’ Foscari Venezia
Prof. Luigi Perissinotto, Direttore Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali
intervengono
Paolo Pinamonti (ricercatore Università Ca’ Foscari); Cristiano Chiarot (Sovrintendente Fondazione Teatro La Fenice); Vitale Fano (Presidente Archivio Musicale Guido Alberto Fano)

A seguire
 
Leftovers  video di Margot Galante Garrone

Al termine
il Quartetto di Venezia
Andrea Vio,  violino
Giancarlo Di Vacri, viola
Alberto Battiston, violino
Angelo Zanin, violoncello
esegue
Bruno Maderna, Quartetto per archi in due tempi 
Gian Francesco Malipiero, Quartetto d’archi n. 1 “Rispetti e strambotti”
György Kurtag, Hommage à Mihály András. 12 Mikroludien für Streichquartett op.13 
Bela Bartok, Quartetto per archi n. 6 
I Mesto - Più mosso, pesante - Vivace
II Mesto – Marcia
III Mesto – Burletta
IV Mesto
 
Ingresso libero

Info: www.unive.it