Error message

Il file non può essere creato.

Prima assoluta di Neve del giovane compositore Edoardo Micheli alla Fenice di Venezia

Classica

VENEZIA - Venerdì 22 marzo 2013 con replica domenica 24, Gabriele Ferro, impegnato in questi giorni nelle recite di V?c Makropulos di Leoš Janá?ek, dirigerà al Teatro La Fenice il settimo concerto della Stagione sinfonica 2012-2013, dedicato a una prima assoluta di Edoardo Micheli e a due capolavori neoclassici di Sergej Prokof’ev e Igor Stravinskij.

Il concerto si aprirà con Neve, un brano per orchestra del ventinovenne compositore bresciano Edoardo Micheli, primo dei tre appuntamenti di quest’anno con il progetto «Nuova musica alla Fenice». Avviato nella Stagione 2011-2012 e promosso dalla Fondazione Teatro La Fenice con il sostegno della Fondazione Amici della Fenice, il progetto prevede la commissione annuale di tre partiture originali da eseguirsi in prima assoluta nell’ambito della Stagione sinfonica, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio della musica d’oggi stimolando e supportando la creatività dei giovani compositori. Tema delle commissioni di quest’anno, in armonia con i filoni principali della Stagione sinfonica 2012-2013, sarà il rapporto tra la musica di Mozart e quella di ?ajkovskij: nevicate incessanti nel bel mezzo di lunghissimi e gelidi inverni russi o salisburghesi la suggestione trattenuta per il suo brano da Edoardo Micheli.

 Seguirà, nella prima parte del programma, la Sinfonia n. 1 in re maggiore op. 25 Classica di Sergej Prokof’ev, del 1917, mentre la seconda parte del concerto sarà interamente dedicata alla versione integrale (anziché alla sola suite, come precedentemente annunciato) di Pulcinella di Igor Stravinskij, il balletto in un atto per piccola orchestra con tre voci soliste su musiche di Giovanni Battista Pergolesi (in realtà anche di Domenico Gallo, Unico Wilhelm van Wassenaer, Alessandro Parisotti e Carlo Ignazio Mosca) che aprì nel 1920 la fase neoclassica della produzione del compositore. Solisti il mezzosoprano Silvia Regazzo, il tenore Paolo Antognetti e il basso Andrea Concetti.

Alla fine del concerto del 22 marzo il sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice Cristiano Chiarot e il socio della Fondazione Amici della Fenice Marino Golinelli – che con il suo contributo speciale ha reso possibile la nuova commissione – saliranno sul palco per illustrare gli obiettivi del progetto «Nuova musica alla Fenice» e consegnare a Edoardo Micheli il premio legato alla nuova composizione.
La pomeridiana di domenica 24 rientra nelle iniziative «La Fenice per la città» e «La Fenice per la provincia», organizzate con leMunicipalità del Comune di Venezia e con l’amministrazione provinciale e rivolte ai residenti nel comune e nella provincia di Venezia.
 
Nato nel 1984, laureato in filosofia presso l’Università Ca’ Foscari, Edoardo Micheli ha studiato composizione con Riccardo Vaglini al Conservatorio di Venezia e con Márton Illés alla Hochschule für Musik diWürzburg. Ha frequentato masterclass e seminari con Beat Furrer, Rebecca Saunders, Georg Haas, Pierluigi Billone, Germán Toro-Pérez e Lukas Fels e le sue musiche sono state eseguite a Cergy-Pontoise, New York, Boston, Darmstadt, Melbourne, Firenze, Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Camino al Tagliamento. Fa parte del gruppo Collettivo Rituale, che si occupa della ricerca, della performance edell’esecuzione del repertorio legato al movimento Fluxus e all’Happening. La proposta del Teatro La Fenice di lavorare sulle relazioni tra Mozart e ?ajkovskij gli ha suggerito l’idea di Neve, un brano per orchestra proposto a Venezia in prima assoluta: «una sottile crosta gelata, o forse una distesa morbida, o ancora una lenta caduta di fiocchi. O più probabilmente, tutte e tre le cose, insieme alle loro minime variazioni di stato, di densità, di luminosità superficiale e di consistenza materica».

Per la Prima Sinfonia in re maggiore di Sergej Prokof’ev, composta nel 1917 durante un soggiorno in campagna nei dintorni di San Pietroburgo, è possibile individuare un modello dichiarato: Haydn, il padre della forma sinfonica classica. La ‘conversione’ del musicista rispetto alla violenza iconoclasta della precedente Suite scita non potrebbe apparire più netta; i quattro movimenti della sinfonia ricalcano fedelmente le forme classiche: Allegro, Larghetto, Gavotta, Finale. Ma, all’ascolto, si prova una sensazione strana, come se s’osservasse, della struttura sinfonica tradizionale, solo lo scheletro, la nuda intelaiatura. Ed è in tal modo che Prokof’ev ripensa la forma della sua Sinfonia Classica: corrosa dall’acido della violenta ironia, senza perdersi nemmeno per un attimo nella contemplazione nostalgica del passato. La straordinaria trasparenza che Prokof’ev ottiene dall’orchestrazione permette di guardare dall’interno il processo compositivo tipico del periodo classico: alla struttura haydniana, il compositore russo aggiunge la ricerca polifonica dell’ultimo Mozart, il tutto amalgamato da un’atmosfera brillante, che solo nel Larghetto indulge verso una malinconica contemplazione.

Solo tre anni dopo (1920), tocca a Stravinskij effettuare la sua ‘conversione’: ai clangori iconoclasti e violentissimi della leggendaria Sagradella primavera segue il neoclassico Pulcinella, balletto commissionatogli dallo stesso Djagilev (colui che aveva chiesto a Prokof’ev la Suite scita). Fu infatti il geniale impresario dei Ballets russes che propose a Stravinskij di riorchestrare alcuni brani di Pergolesi per un balletto con coreografia di Massine su un intreccio ispirato alla maschera napoletana di Pulcinella. Come ricorda lo stesso compositore, «sapevo benissimo che non avrei potuto produrre una ‘contraffazione’ di Pergolesi perché le mie abitudini propulsorie sono così diverse»: Pulcinella aprì il periodo neoclassico di Stravinskij, dischiudendogli una nuova via compositiva che attraverso la rilettura del passato gli permise di abbandonare la selvaggiaforza espressiva dei lavori precedenti, ma senza rifarsi alla tradizione tardoromantica austro-tedesca, egualmente ripudiata in nome d’una nuova semplicità che nascondesse la «profondità in superficie». Pulcinella andò in scena all’Opéra di Parigi il 15 maggio 1920 con la coreografia di Léonide Massine (che interpretava anche il ruolo di Pulcinella), scene e costumi di Pablo Picasso e l’Orchestra dei Ballets russes diretta da Ernest Ansermet.

Stagione Sinfonica 2012-2013

Venerdì 22 marzo 2013, ore 20.00 e domenica 24 marzo 2013, ore 17.00
 

Teatro La Fenice, Campo San Fantin, San Marco 1965 - VENEZIA

L'Orchestra Teatro La Fenice
Gabriele Ferro, direttore
esegue
Edoardo Micheli, Neve
Sergej Prokof’ev,  Sinfonia n. 1 in re maggiore op. 25 Classica
Igor Stravinskij, Pulcinella di Igor Stravinskij,balletto in un atto per piccola orchestra con tre voci soliste su musiche di Giovanni Battista Pergolesi

Info: 041786511
Call center 0412424
www.teatrolafenice.it