Noi che abbiamo fatto La dolce vita: il documentario di Gianfranco Mingozzi e Tullio Kezich al Teatro Sociale di Gemona

[img_assist|nid=27307|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Gemona del Friuli (UD) - Continua al Cinema Sociale di Gemona l’omaggio a La dolce vita di Federico Fellini che tanto clamore suscitò quando uscì nel 1960. Dopo la riproposizione del film la scorsa settimana, la Cineteca del Friuli presenta, giovedì 29 aprile alle ore 21, il documentario Noi che abbiamo fatto La dolce vita (2009), realizzato proprio per i 50 anni del capolavoro felliniano dai “testimoni oculari” Gianfranco Mingozzi e Tullio Kezich. La proiezione vuole essere anche un omaggio ai due autori, purtroppo scomparsi entrambi lo scorso anno.

Mingozzi era sul set come assistente di Fellini: batté il primo ciak al Teatro 10 di Cinecittà il 16 marzo 1959 e interpretò anche un piccolo ruolo, il pretino; Kezich seguì le riprese per scrivere il diario della lavorazione (di nuovo in libreria a cura della Sellerio).

Prodotto da RaiSat e dalla Fondazione Fellini di Rimini, questo affettuoso, divertito e divertente ritratto del “massimo mito” del cinema italiano, alterna le citazioni del film a testimonianze d’epoca e a una ventina di interviste raccolte per l’occasione. I “reduci” che condividono con noi aneddoti e ricordi vanno dalla sempre bellissima Magali Noël a Valeria Ciangottini, che aveva 14 anni quando Fellini le fece interpretare la breve ma simbolica parte dell’adolescente Paola; dal caratterista Riccardo Garrone, per cui “Federico era un serpente a sonagli che t’affascinava”, a costumisti, operatori, ex paparazzi. C’è anche chi avrebbe potuto legare il proprio nome a La dolce vita ma perse l’occasione: è il caso della diva due volte premio Oscar Luise Rainer (100 anni compiuti a gennaio) che venne a Roma, ma rifiutò il ruolo dell'amante matura di Marcello; e di Dino De Laurentiis, che già impegnato con La grande guerra di Monicelli non se la sentì, rimpiangendolo poi, di produrre anche il film di Fellini.
Il documentario viene proiettato per gentile concessione della produzione: un'opportunità da non perdere anche perché, per problemi di diritti,  Noi che abbiamo fatto La dolce vita difficilmente passerà in televisione o sarà pubblicato su dvd.