[img_assist|nid=13306|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Presentato alle Giornate degli autori all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato accolto con favore da pubblico e critica, Non pensarci, quarto lungometraggio a firma di Gianni Zanasi è senza ombra di dubbio un buon film, una commedia gradevole che si avvale di una buona sceneggiatura (di cui sono autori lo stesso Zanasi e Michele Pellegrini), ben diretta, con ritmo, ed un perfetto equilibrio tra ironia e toni malinconici.
Al centro della vicenda due temi che sembrano attirare molto il cinema italiano degli ultimi tempi: la provincia e la famiglia. Il protagonista è Stefano Nardini, interpretato dal sempre più convincente Valerio Mastrandrea, rampollo di un'agiata famiglia che, stanco dalle convenzioni, fugge a Roma per tentare la fortuna come chitarrista rock. Una sera, durante un concerto, il cantante del suo gruppo improvvisamente si getta sul pubblico che, contrariamente alle sue previsioni, non lo sostiene ma lo lascia cedere, assicurandogli un braccio rotto. Causa la sosta forzata, Stefano torna a casa prima del solito e scopre la sua ragazza a letto con il musicista di un'altro gruppo. Invece della classica scenata, sconsolato, Stefano sale in auto ed imbocca la strada di Rimini dove lo aspettano i genitori, l'amata sorella Michela (la splendida Anita Caporioli) che, ha abbandonato gli studi per dedicarsi al lavoro in un delfinario, ed il fratello maggiore Alberto (il divertente e bravo Giuseppe Battiston), tornato a vivere dai genitori dopo la separazione della moglie e cui va il merito di avere ereditato la conduzione dell'azienda familiare di ciliegie sotto spirito. Il rientro a casa per Stefano non è così entusiasmante: piano piano si sveleranno alcuni altarini, alcune verità che lo colpiranno in pieno viso ed anche gli incontri con gli amici di sempre, saranno per lui una delusione. Il quadro idilliaco da lui immaginato, da ritorno del figliol prodigo, lentamente si sgretola davanti alle bugie ma Stefano, spinto dal senso dal dovere, cercherà comunque di dare una mano in casa per affrontare una situazione economica caracollante. Zanasi è[img_assist|nid=13307|title=|desc=|link=none|align=right|width=460|height=640] davvero bravo nel descrivere uno spaccato della vita di una famiglia borghese del Nord d'Italia, con le sue ipocrisie e i suoi problemi e dargli man forte è l'interpretazione di Mastrandrea, assolutamente impagabile in tutte le sue sfumature di disgusto, ironia, noia e stupore che attraversano il suo personaggio. Non trascurabile poi la scelta di una colonna sonora che spazia da Chopin a Ivan Graziani e che, ben si confà alle vicende del chitarrista fallito e tormentato. Insomma un film godibile che ridà speranza alla cinematografia nostrana senza strafare. Da vedere.