[img_assist|nid=25391|title=|desc=|link=none|align=left|width=129|height=130]PORDENONE - La televisione è l’espressione concreta attraverso cui si manifesta lo Stato piccolo-borghese italiano. Ossia è la depositaria di ogni volgarità e dell’odio per la realtà. (Pier Paolo Pasolini, 1966).
Le parole che vengono dalla televisione cadono sempre dall'alto, anche le più vere. E parlare dal video è sempre parlare ex cathedra,
anche quando c'è un mascheramento di democraticità. Con queste parole Pier Paolo Pasolini rispondeva a Enzo Biagi, in un’intervista del 1971.
La critica della modernità di Pier Paolo Pasolini, la sua visione di una società omologata dal consumismo, continua ad essere sempre più drammaticamente attuale: poche settimane dopo la prima di
Videocracy, il mediometraggio di Erik Gandini che ha provato a trovare un collegamento fra l’evoluzione socio-culturale del Paese e quella dei palinsesti televisivi, le dichiarazioni profetiche di Pasolini riecheggiano con inquietante attualità, e una volta di più confermano la sua straordinaria lucidità di analisi e preconizzazione dei tempi a venire. Intuizioni che Pasolini aveva vivacemente cercato di proporre all’attenzione del dibattito quarant’anni fa:
La televisione - sosteneva - non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. È “un medium di massa” che si asserve alla massa dei telespettatori “per asservirli”, ossia per imporre loro “la leggerezza, la superficialità, l’ignoranza, la vanità”, quali modelli di
una condizione umana obbligatoria” Soprattutto negli ultimi anni di vita, Pasolini sviscerò le forme di condizionamento esercitate dalla
stupidità delittuosa della televisione nel linguaggio e nelle forme di comunicazione adottate dagli italiani, scoprendo le forme di un processo di profonda e irreversibile trasformazione della cultura e della società dove le diversità venivano cancellate e sostituite da
valori falsi e alienanti.
Ai temi e alle idee espresse dallo scrittore “corsaro” negli anni '60 e '70, raffrontati ai processi culturali e sociali di cui la televisione è stata ed è il veicolo dominante, è dedicato appunto Pasolini e la televisione, un percorso di proiezioni, incontri e dibattiti che dopo una prima fase alla Cineteca di Bologna proseguirà, nelle giornate di venerdì 20 e sabato 21[img_assist|nid=25392|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] novembre, al Centro Studi e Teatro Pier Paolo Pasolini di Casarsa, alternando interviste audiovisive e interventi di studiosi, sociologi, massmediologi, collaboratori di Pasolini e professionisti della televisione. Ideato già nel 2008 e oggi curato da Luciano De Giusti, Piera Rizzolatti, Angela Felice, Gian Luca Farinelli, Roberto Chiesi, Loris Lepri e Luigi Virgolin, Pasolini e la televisione offrirà un’occasione preziosa per ritrovare lo scrittore, sceneggiatore e regista nella disincantata “verità” delle sue utopie: Pasolini, infatti, non rifiutò mai aprioristicamente la televisione, anzi immaginò e realizzò alcuni film destinati proprio ai teleschermi e partecipò a vari programmi televisivi. Ma fra le sue utopie esisteva l'idea di una televisione diversa e “altra”: N
on sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi. – affermava Pasolini - Sono anzi d’accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati, così come li hanno usati, un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso, di genocidio culturale per due terzi almeno degli italiani. Le due giornate della fase di Casarsa (20 e 21 novembre) troveranno riferimento nel Centro Studi che è nato intorno a Pier Paolo Pasolini e che ha sede proprio nella storica abitazione della famiglia materna di Pasolini. Si analizzerà a Casarsa
Lo guardo critico di Pasolini sulla televisione, grazie alla tavola rotonda con interventi di Gianpaolo Gri, Damiano [img_assist|nid=25392|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427]Cantone, Walter Siti e Bruno Voglino, coordinati da Italo Moscati: un dibattito aperto, a incrocio, per riflettere intorno alla decisa presa di posizione pasoliniana contro la televisione e in “sfida ai (suoi) dirigenti” (“Corriere della sera”, 9 dicembre 1973). Il nuovo medium era accusato di essere lo strumento che ha reso possibile al Potere la distruzione di ogni forma di cultura autentica e alternativa, omologando tutti a un unico modo di sentire e di pensare. Con l’effetto dell’abolizione della distanza, concreta e simbolica, tra centro e periferie e dell’imposizione del solo modello del consumo e delle logiche aziendali. Si ritroverà anche una “Alternativa pasoliniana fra cinema e tv”, nel documento “Un'ora con Ezra Pound” (Italia/1968) di Vanni Ronsisvalle, e sarà presentata dal vivo una lettura scenica della partitura pasoliniana "Il padrone della Tv", da L’ Histoire du soldat, con la partecipazione speciale di Ninetto Davoli, per le voci recitanti di Giuliano Bonanni, Stefano Rizzardi e Massimo Somaglino. Scorreranno dunque le parole del brano che rientrava nel progetto (non ultimato) di sceneggiatura per un film, scritto da Pasolini con Sergio Citti e Giulio Paradisi nel 1973, sulla traccia del racconto di Charles-Ferdinand Ramuz
L'histoire du soldat ( 1918), poi musicato nel 1919 da Igor Stravinski. Nella favolosa vicenda di un soldato disertore che incontra il diavolo, Pasolini inserì tutti i temi della
mutazione antropologica subìta dall’Italia alla fine degli anni Sessanta: l'omologazione di massa, il consumismo su larga scala, la perdita dell'innocenza, la fine delle culture popolari, l'egemonia del patto industriale. Al centro, però, è soprattutto lo scontro frontale con la "televisione" (letteralmente equiparata al demonio) e con la sua "ideologia edonistica", fondata sulla manipolazione e sul livellamento delle coscienze.
Sempre a Casarsa, di particolare interesse la tavola rotonda su
Televisione e mutazioni della lingua italiana, con interventi di Giuseppe Antonelli, Marco Antonio Bazzocchi, Michele Cortelazzo, Nicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia della Crusca, e Alberto Sobrero, coordinati da Vincenzo Orioles, e con una comunicazione scritta di Tullio De Mauro. Il dibattito prenderà le mosse dal saggio Nuove questioni linguistiche del 1964, in cui Pasolini affrontava una vasta ricognizione delle trasformazioni dell’italiano moderno, specie a seguito dell’avvento del modello televisivo e del primato delle scienze e della tecnologia sulle vecchie discipline umanistiche. Individuando così le radici dell’omologazione anche della lingua, scritta e parlata, verso un’inedita
koiné tecnico-scientifica semplificante, unitaria e funzionale a obiettivi strumentali della comunicazione contro quelli più largamente espressivi. Un tema, di forte rimando anche all’attuale dibattito sul tema, su cui riflette un gruppo di autorevoli studiosi della lingua e delle sue attuali emergenze.
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Venerdì 20 e sabato 21 novembre 2009
Teatro Pier Paolo Pasolini, via Piave, 16 - Casarsa della Delizia (PN)
Pasolini e la Televisione. Proiezioni, incontri e dibattiti
Il programma
Venerdì 20 novembre 2009
Ore 15.00
Saluti delle autorità
Ore 15.15
Cinema e tv: l’alternativa pasoliniana
Un'ora con Ezra Pound (Italia/1968) di Vanni Ronsisvalle (23')
Introduce Luciano De Giusti
L'incontro fra Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound nell'autunno del 1967 venne ripreso dal regista Vanni Ronsisvalle e poi trasmesso dalla RAI, nell'ambito della rubrica Incontri, nel 1968. Pasolini si servì dello strumento televisivo per agire poeticamente e politicamente, dando prova di una capacità esegetica e di un approccio critico-culturale del tutto nuovi per l'epoca. Il fascismo di Pound viene riletto attraverso la sua poesia. Ne risulta il ritratto di un uomo “perfettamente inadattabile a questo mondo” a causa di un “trauma”. La “scelta del fascismo è stata per Pound un modo sia per mascherare la sua inadattabilità, sia un alibi per farsi credere presente. In che cosa è consistito questo trauma? Nella scoperta di un mondo contadino all'interno di un mondo industrializzato, di molti decenni in anticipo sull'Europa. Pound ha capito, con abnorme precocità, che il mondo contadino e il mondo industriale sono due realtà inconciliabili: l'esistenza dell'una vuol dire la morte (la scomparsa) dell'altra”.
Ore 16.00
Tavola rotonda
Lo sguardo critico di Pasolini sulla televisione
Intervengono Damiano Cantone, Gianpaolo Gri, Walter Siti, Bruno Voglino. Modera Italo Moscati
Un dibattito aperto, a incrocio tra diversi punti di vista disciplinari. Per riflettere intorno alla decisa presa di posizione pasoliniana contro la televisione e in “sfida ai (suoi) dirigenti”. Il nuovo medium è accusato di essere lo strumento che ha reso possibile al Potere la distruzione di ogni forma di cultura autentica e alternativa, omologando tutti a un unico modo di sentire e di pensare. E con l’effetto dell’abolizione della distanza, concreta e simbolica, tra centro e periferie e dell’imposizione del solo modello del consumo e delle logiche aziendali.
Ore 18.30
Cinema e tv: l’alternativa pasoliniana
Appunti per un film sull'India (Italia/1968) di Pier Paolo Pasolini (34')
Introduce Luciano De Giusti
Dall'esperienza dei sopralluoghi per un film documentario da girare per conto della RAI, nasce in Pasolini l'idea di un progetto ben più ampio che avrebbe dovuto intitolarsi “Appunti per un poema sul Terzo Mondo”, affresco a episodi sulle drammatiche contraddizioni vissute in età moderna dalle civiltà arcaiche o portatrici di valori diversi dall'Occidente bianco. Ancora una volta, il dato prosaico della condizione produttiva – il film conoscerà un passaggio televisivo nella rubrica “TV7” – diventa lo spunto per condurre la ricerca lungo i sentieri personali e sperimentali della poetica del non-finito e della formula seminale del “film fa farsi”.
Ore 20.00
Pausa buffet
Ore 21.00
Lettura di
Il parone della TV da
L’Histoire Du Soldat
Voci recitanti di Giuliano Bonanni, Stefano Rizzardi, Massimo Somaglino Con la partecipazione di Ninetto Davoli
Un brano tratto dal progetto non ultimato di sceneggiatura per un film, scritta da Pasolini con Sergio Citti e Giulio Paradisi nel 1973, sulla traccia del racconto di Charles-Ferdinand Ramuz L'histoire du soldat (1918), poi musicato nel 1919 da Igor Stravinski. Nella favolosa vicenda di un soldato disertore che incontra il diavolo, Pasolini inserisce tutti i temi della "mutazione antropologica" subìta dall’Italia alla fine degli anni Sessanta: l'omologazione di massa, il consumismo su larga scala, la perdita dell'innocenza, la fine delle culture popolari, l'egemonia del patto industriale. Al centro, però, è soprattutto lo scontro frontale con la "televisione" (letteralmente equiparata al demonio) e con la sua "ideologia edonistica", fondata sulla manipolazione e sul livellamento delle coscienze.
Ore 22.00
Pasolini e la televisione tedesca
Estratti da
Romische Skizzen II (Germania/1965) di Alois Kolb (5')
Estratto da
Film In Rom (Germania/1967) di Alois Kolb e Gideon Bachmann (5')
Pier Paolo Pasolini. Ein Portrait, 3.10 – 17.10.69 (Germania/1969) di Karina Ehret, Frank Fiedler, Balz Raz (50')
Introduce Peter Kammerer
Già dalla metà degli anni Sessanta la televisione tedesca si interessa al cinema di Pasolini dimostrando un'attenzione sociologica tesa a comprendere la realtà urbanistica e i processi di modernizzazione del nostro Paese. Nella lunga intervista
Ein portrait invece è soprattutto il suo pensiero politico e sociale ad essere indagato, dalle contestazioni del Festival di Venezia alle vicende processuali, dalle radici gramsciane e marxiste al rapporto conflittuale con il PCI.
Sabato 21 novembre 2009
Ore 09.00
Pasolini e la televisione italiana
Pasolini e il linguaggio nazionale (Italia/1968) di Bartolo Ciccardini (4')
Volgar’Eloquio (Italia/1975, 30')
Introduce Piera Rizzolatti
Il primo documento è un'intervista trasmessa il 19 febbraio del 1968 all'interno della rubrica Sapere, dove Pasolini ragiona sul concetto di unitarietà linguistica, sulla differenza fra lingua letteraria, italiano dialettizzato, dialetti veri e propri, e sulla nuova omologazione linguistica televisiva. Il secondo documento è la registrazione audio della lezione- dibattito tenuta da Pasolini al Liceo “Palmieri” di Lecce il 21 ottobre 1975, accompagnata dalle fotografie che ritraggono il poeta a Calimera, paese di lingua grecanica, intento ad ascoltare tradizionali canti popolari salentini (per gentile concessione del Fondo Antonio Piromalli). I temi affrontati da Pasolini in quell'incontro sono i dialetti, le lingue e le culture minoritarie in funzione di una pratica didattica nelle scuole e nell'ottica di una critica alla modernità neocapitalista.
Ore 09.45
Tavola rotonda
Televisione e mutazioni della lingua italiana
Interventi di Giuseppe Antonelli, Marco Antonio Bazzocchi, Michele Cortelazzo, Nicoletta Maraschio, Alberto Sobrero. Modera Vincenzo Orioles.
Comunicazione scritta di Tullio De Mauro
Nel saggio Nuove questioni linguistiche del 1964, Pasolini compie una vasta ricognizione delle trasformazioni dell’italiano moderno, specie a seguito dell’avvento del modello televisivo e del primato delle scienze e della tecnologia sulle vecchie discipline umanistiche. Lì le radici dell’omologazione anche della lingua, scritta e parlata, verso un’inedita koiné tecnico -scientifica semplificante, unitaria e funzionale a obiettivi strumentali della comunicazione contro quelli più largamente espressivi. Un tema, di forte rimando anche all’attuale dibattito sul tema, su cui riflette un gruppo di autorevoli studiosi della lingua e delle sue attuali emergenze. Ore 11.45
Coffee break
ore 12.15
Pasolini e la televisione italiana
Controcampo. Italiani ogg i (Italia/1974, 41')
Introduce Loris Lepri
Dall'audio di una trasmissione del 19 ottobre 1974, che gli archivi RAI hanno perduto, un'importante ricostruzione che si avvale di fotografie in studio e di rare sequenze sopravvissute. Si dibatte sui concetti chiave del Pasolini critico della modernità: omologazione, sviluppo e progresso, mutazione antropologica, nuovo fascismo e nuovo Potere. A contestare le sue tesi il sociologo Franco Ferrarotti, lo scrittore Giuseppe Cassieri, i giornalisti Maurizio Ferrara e Giovanni Russo, il parlamentare Filippo Maria Pandolfi, moderati da Giuseppe Giacovazzo.
Info: Centro Studi Pier Paolo Pasolini
Tel. 0434.870593
info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it
http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it