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Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi in scena con Il dubbio al Comunale di Treviso

Foyer
[img_assist|nid=18368|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TREVISO - Venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 febbraio, al Teatro Comunale di Treviso andrà in scena Il dubbio del drammaturgo americano John Patrick Shanley. Protagonisti quattro grandi attori, Stefano Accorsi, Lucilla Morlacchi, Nadia Kibout e Alice Bachi. La regia è di Sergio Castellitto, mentre l’adattamento del testo, tradotto da Flavia Tolnay, è di Margaret Mazzantini. 1964 Parrocchia nel Bronx. Padre Flynn (Stefano Accorsi), prete cattolico, tiene un sermone domenicale ai suoi fedeli. Egli è giovane, appassionato, finalmente sembra qualcuno vicino alle anime dei suoi parrocchiani, li capisce, è parte della grande famiglia. Ma tanta "modernità" si scontrerà con forza con la Direttrice della Scuola Parrocchiale, Suor Aloisia (Lucilla Morlacchi), la quale sospetta il prete di aver abusato sessualmente di un allievo, guarda caso l'unico ragazzino di colore. Lo accuserà e ne chiederà l'allontanamento. Testimone involontario, ed anche a malincuore, poiché ammira padre Flynn (un nome di famiglia operaia irlandese) sarà la giovane insegnante Suor James (Alice Bachi), che ha colto il ragazzino Muller all'uscita di un incontro con il prete, con l'alito che sa di alcool. Suor James svolge il suo lavoro con gli allievi con abnegazione e passione, qualità non condivisa dalla "dura" Direttrice, che la invita ad essere più attenta alla sua salute morale dei suoi allievi. Il conflitto-scontro fra questi personaggi-titani porterà lo spettatore a sperimentare "il dubbio", a credere ora all'innocenza, ora alla colpevolezza del prete, difeso addirittura dalla madre del ragazzo (Nadia Kibout), che, in ogni caso senza voler approfondire la natura del rapporto con suo figlio, apprezza l’"interesse" di un prete bianco per suo figlio nero. Conflitto, ipocrisia, colpi bassi, un testo costruito con appassionata suspance, quasi fosse un'inchiesta. John Patrick Shanley comincia a scrivere Il dubbio nel 2002 (pubblicato nel 2004), un[img_assist|nid=18369|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] anno dopo la tragedia delle Torri Gemelle, (11 settembre 2001) e ambienta la storia in una scuola parrocchiale del Bronx nel 1964, un anno dopo la morte di J.F.Kennedy, (22 novembre 1963). Il nesso drammaturgico e psicologico dell’autore e del cittadino Shanley mi sembra interessante. E’ un America, (leggi umanità), che ha perduto padri e certezze. Un popolo, una comunità che cammina sul bordo di una paurosa assenza. E’ questo il senso più profondo di questo testo lucidissimo eppure denso di pietà costruito su una drammaturgia classica eppure attualissima grazie al “pretesto” della storia: una vecchia religiosa sospetta un giovane prete che insegna nella scuola dove lei è direttrice, di aver molestato l’unico ragazzino di colore (leggi “negro”) dell’istituto. Pedofilia, fede, verità, dubbio, purezza, paura, resurrezione. Queste sono le parole, questi sono i temi che compongono la straordinaria suspence emotiva del testo. Un testo dove non ci sono suore e preti ma uomini che fanno i preti e donne che fanno le suore. Dietro quell’abito bianco e nero che è insieme scudo e gabbia, si agitano esseri umani che cercano una via di uscita dalla trappola dei loro desideri e dei loro sospetti. Ogni scena, ogni dialogo è un autentico combattimento. Le armi sono l’intelligenza, la capacità, poco cristiana per altro, di manipolare l’avversario, di “stenderlo” o usarlo al servizio del proprio teorema. Vittime e carnefici in questa storia si scambiano i ruoli continuamente, perché le parole, le accuse, sono di ferro incandescente e lasciano segni sulla psiche di quel prete, di quelle suore. Eppure, come dicevo, la pietà, le improvvise dolcezze dello spirito, il desiderio, (autentico come la menzogna), di verità, di sentirsi accanto a Dio. Perché oltre il muro, incarnato in una rosa o magari in un pallone da basket c’è Dio, quel dito puntato come un giudizio e quelle formiche nere là sotto che brulicano, sperano, lavorano per la salvezza. “Che cosa facciamo quando non ci sentiamo sicuri?” questa è la prima battuta che Padre Flynn, il giovane prete protagonista dice ai fedeli durante il sermone della domenica. Si, che cosa facciamo quando tutto vacilla, quando la strada è perduta, l’illusione demolita? Che cosa facciamo, non l’11, ma il 12 settembre… Nella propria autobiografia Shanley scrive: “John Patrick Shanley viene dal Bronx. E’ stato espulso dalla scuola materna Sant’Elena. E’ stato bandito a vita dal refettorio di Sant’Antonio. È stato espulso dalla scuola superiore Cardinale Spellman. Quando si è laureato alla New York University gli è stato intimato che lo avrebbero trascinato davanti ad un tribunale se mai avesse voluto farvi ritorno. Quando gli è stato chiesto perché sia stato trattato in questa maniera da tutte queste istituzioni è scoppiato in lacrime e ha detto che non ne aveva idea. Poi è entrato a far parte del corpo della Marina degli Stati Uniti d’America. E’ stato bene. Sta ancora bene”. (note di regia di Sergio Castellitto) [img_assist|nid=18370|title=|desc=|link=none|align=left|width=507|height=640]Dal 20 al 22 febbraio 2009 venerdì 20 febbraio e eabato 21 febbraio ore 20.45 domenica 22 febbraio ore 16.00   Teatro Comunale, Corso del Popolo 31 - TREVISO   Il dubbio di J.P. Shanley (Premio Pulitzer 2005) traduzione Flavia Tolnay adattamento Margaret Mazzantini   con Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi e con Nadia Kibout, Alice Bachi regia di Sergio Castellitto   scenografie di Antonella Conte costumi di Isabella Rizza disegno luci di Raffaele Perin (A.I.L.D.)   Sabato 21 febbraio alle ore 17.00 al TEATRO Comunale, Alessandra Lionello presenterà lo spettacolo al pubblico.interverranno gli attori. L’ingresso è gratuito.     Info: .Teatri S.p.A. – Società strumentale della Fondazione Cassamarca Tel. 0422540480 biglietteria@teatrispa.it www.teatrispa.it