TRIESTE - Una lettura singolare e interessante dell'Otello elisabettiano, con Danilo Nigrelli nel ruolo del titolo diretto da Arturo Cirillo, va in scena al Politeama Rossetti di Trieste da mercoledì 8 a domenica 13 febbraio.
L’Otello di Shakespeare è la tragedia della parola: lo scrive Agostino Lombardo, uno dei più accreditati studiosi shakespeariani, lo sostiene Arturo Cirillo, che firma la regia – e interpreta Iago – in questa nuova edizione del capolavoro del Bardo, ospite della stagione Prosa dello Stabile regionale
Ma nell’apprestarsi a vedere lo spettacolo di Cirillo, non bisogna attendersi una messinscena dall’approccio scontato: il percorso artistico – a lungo condiviso con Carlo Cecchi – di Arturo Cirillo, attore e regista di profonda sensibilità e competenza, lo conduce a scelte coraggiose e interessanti che ci porteranno a guardare a Otello secondo una luce nuova, pur mantenendo completamente il rispetto e la fedeltà a Shakespeare.
Cirillo è alla sua prima regia shakespeariana ma al Moro di Venezia si è avvicinato attraverso un lungo percorso preparatorio: aveva amato una messinscena ormai “storica” firmata dal gruppo Falso Movimento, e molto si era appassionato all’opera verdiana, per ritrovare il profilo del Moro poi in Orson Welles, Carmelo Bene, e in Che cosa sono le nuvole? di Pasolini, in cui Cirillo ravvede uno strano Otello…
Oggi è lui a firmare una regia della tragedia shakespearina e ad interpretarvi il ruolo di Iago – a sua volta un regista, un deus ex machina dell’opera – assicurando allo spettacolo un taglio incisivo e particolare.
Dell’originale Cirillo ha eliminato gli aspetti sociali, come il consiglio del Doge con i senatori di Venezia, o i commenti dei soldati per potersi ancor più concentrare su quella che è “una tragedia di pochi” e per dare a ognuno dei personaggi un carattere ancor più articolato e una reale responsabilità.
L’Otello – scrive infatti il regista - si gioca tra pochi individui che si confrontano ossessivamente tra di loro; il gioco di Iago li trova già tutti pronti, sembra che non aspettavano altro, bastano poche parole e la macchina si mette in moto. La gelosia esiste dal momento che la si nomina, poi come un tarlo, come una frase musicale continuamente ripetuta, non ti abbandona più. La gelosia non si spiega, come la musica.
Otello è dunque una tragedia ossessiva, e ossessivo e chiuso è il luogo in cui si svolge: un’isola, Cipro, limitata geograficamente e mentalmente chiusa. Nella visione di Cirillo il palcoscenico vuoto è quell’isola e i mille altri luoghi evocati dalla “parola” di Shakespeare: Venezia, Cipro, una sala, una strada, una stanza. Al centro, quasi sempre, vi sarà un letto: assunto a simbolo di questa storia scritta dall’insensatezza della gelosia.
In un letto – semplice e di ferro – viene svegliato Brabanzio, il padre di Desdemona, poi vi vediamo il Doge, poi Desdemona stessa che addirittura vi viene uccisa: è quello, idealmente, il luogo del potere, dello scontro di classe, dei giochi di potere o di sesso… Un segno dunque, che diviene minimo comune denominatore di tutti i sottotesti sociali e intimi, di cui è disseminato il capolavoro shakespeariano.
Una lettura che mette in luce anche con freddezza e lucidità la somma di malvagità che sono nel testo e che Iago – anche con una sorta di stupore per la facilità con cui l’operazione gli riesce – sa mettere in moto: malvagità che si specchiano senza bisogno di troppe allusioni, nel mondo contemporaneo.
In questa sottile operazione Cirillo è assistito da una compagnia che condivide una lunga collaborazione. Ad essi si aggiunge Danilo Nigrelli, un Otello lodato dalla critica, umanissimo nella sua fragilità, nuovo – rispetto ai clichés – nella sua follia e nel suo “trarsi indietro” per lasciare spazio al gioco collettivo.
Oltre al già citato Nigrelli e allo Iago di Cirillo, ammireremo nei diversi ruoli del dramma Monica Piseddu (Desdemona), Michelangelo Dalisi (Cassio), Sabrina Scuccimarra (Emilia), Luciano Saltarelli (Roderigo), Salvatore Caruso (Doge, Montano, Bianca), Rosario Giglio (Brabanzio, Araldo, Lodovico).
Stagione Teatrale 2010-2011
Dal 9 al 13 febbraio 2011, ore 20:30
Giovedì 10 febbraio, alle ore 16:00 e alle ore 20:30, domenica 13 febbraio, solo alle ore 16:00
Politeama Rossetti, V.le XX Settembre, 45 - TRIESTE
Otello
di William Shakespeare
traduzione di Patrizia Cavalli
con Salvatore Caruso, Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Rosario Giglio, Danilo Nigrelli, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli, Sabrina Scuccimarra
scene: Dario Gessati
costumi: Gianluca Falaschi
musiche: Francesco De Melis
Regia: Arturo Cirillo
Una produzione Teatro Stabile delle Marche Teatro Eliseo - Nuovo Teatro srl
Biglietti: interi da 16 a 29 €; ridotti da 13 a 24 €
Venerdì 11 febbraio, alle ore 17.30 al CaféRossetti, il direttore della British School di Trieste Peter Brown condurrà un incontro di approfondimento sull’Otello di Shakespeare, a cui parteciperanno anche il regista Arturo Cirillo e il protagonista dello spettacolo Danilo Nigrelli. Come sempre, l’ingresso sarà libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Info: Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia
Tel. 0403593511
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