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Spie alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste

Foyer

 TRIESTE - Debutta martedì 10 gennaio alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti per il cartellone altripercorsi, una nuova produzione del Teatro Stabile regionale, Spie, un dittico di monologhi di autore contemporaneo.

Rosario Galli e Maria Letizia Compatangelo indagano due figure femminili storiche e misteriose: Marthe Richard e Juanita Castro.  Alla sensibilità interpretativa di Rosa Ferraiolo diretta da Irene Noli il compito di dar corpo sulla scena a due profili tanto diversi e affascinanti. 

 A immaginare i pensieri ed i profili delle due donne, sono invece due ottimi autori contemporanei, sensibili, sottili, diversi nelle personalità e nella scrittura: Rosario Galli e Maria Letizia Compatangelo (quest’ultima, autrice per lo Stabile regionale anche del To be or not to be, successo di un paio di stagioni fa).

Marthe Richard e Juanita Castro: due donne qualificate dalla Storia più o meno recente col semplificante marchio di spie scrive nelle sue note allo spettacolo Irene Noli. L’accostamento delle loro vicende – prosegue – colpisce, più che per le analogie della professione, per le complementari differenze dei loro caratteri e delle loro storie personali. Nella romanzesca figura della Richard scopriamo una donna studiatissima, che vorrebbe tutelare l’antico fascino dietro un cerone di trucco, parole ed esperienze. Ma c’è un’autoironia che scalpita e prevale in lei, portandola a denunciare le crepe del proprio passato e della società ipocrita che glielo ha comodamente plasmato. Dietro alle attitudini di una Tina Lattanzi, piano si fa largo la dignità terrigna della Magnani. La scrittura di Maria Letizia Compatangelo sottolinea bene gli snodi del suo inconscio. Se la Richard arriva quasi alla convinzione di una “regina del foro” nel flusso verbale della propria crociata pubblica, l’Es di Marthe fa spesso capolino e pretende un altro tipo di giustizia, più profonda e intima, per purificarsi dalla precocità del fango privato. Ne trapela una rabbia cinica verso l’uso arbitrario del corpo femminile, verso la Francia benpensante che l’ha immolata fin dalla prostituzione minorile. La necessità di riscatto è direttamente proporzionale alla coscienza del proprio travaglio esistenziale e alla complessità del suo essere donna.

Il pubblico sorprenderà Marthe nell’intimo di uno studiolo, maniacalmente attenta al dettaglio, alla preparazione di una estrema consapevolezza: intenta in fondo solo ad analizzare quanto della propria vita sia dipeso da lei.

Juanita Castro è diversa. Dimentichiamo le trine e le immagini virate seppia che ci consegna l’immaginario della Richard, ed entriamo in un’atmosfera affatto altra. Anche la penna di Rosario Galli ci guida in un flusso di riflessioni e ricordi, ma ciò che lo spezza è un nervosismo secco, intermittente, tipico della costruzione di un’anima trattenuta. Juanita sanguina ma non può urlare, Juanita vive da anni nella censura di un’indole passionaria, ha dovuto abbandonare troppo presto istinti e illusioni per raccogliersi in un misurato pragmatismo.

La Castro, a differenza di Marte Richard, non ama circondarsi di luci, non ama la ribalta, ma è una spia di ombre tormentate, di delusioni che troveranno nell’umiliazione e nella trance del ricordo la spinta per reagire. 

Nel chiedere alla maestria di Rosa Ferraiolo uno stacco tanto netto fra le due donne analizzate, mi sono resa conto che, per Juanita, il mio immaginario fluttuava in atmosfere alla Missing di Costa Gavras, in un grigiore cronachistico da Tg1 degli “anni di piombo”. Mi concedo alcune libertà spaziotemporali nell’ammetterlo, ma pur trattandosi di altre vicende storiche tutto si riconduce con naturalezza a quel particolare torpore da guerra fredda. Anche il non-luogo afoso in cui sorprendiamo la Castro, un’anonima stanza d’albergo, riflette le medesime atmosfere impersonali e stanche, pregne di fumo e disillusione. La sola catarsi di donna Juanita sta nell’apertura, nell’ammissione pubblica che sconfessa il sottile confine, l’equivoco della delazione e della vergogna. Juanita ha sfidato e combattuto la propria natura latina, la propria femminilità, ma soprattutto la propria famiglia. Inversa Antigone, ha preferito spazzare via la terra dal corpo del proprio fratello per amore della Cosa Pubblica. Ha scelto il Popolo sacrificando la Gens».

 I due monologhi che compongono Spie si intitolano rispettivamente Donna Juanita (quello di Rosario Galli) e Patriottismo orizzontale (a firma di Maria Letizia Compatangelo) entrambi hanno come protagonista Rosa Ferraiolo diretta da Irene Noli. La scena ed i costui sono di Pier Paolo Bisleri, la produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Stagione Teatrale 2011-2012

Dal 10 al 15 gennaio 2012, ore 21:00

Domenica 15 gennaio, solo ale ore 17:00

Sala Bartoli del Politeama Rossetti, V.le XX Settembre, 45 - TRIESTE

Spie     
da Donna Juanita di Rosario Galli e Patriottismo orizzontale di Maria Letizia Compatangelo

con Rosa Ferraiolo
Regia: Irene Noli
Una produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Biglietti: Interi € 15.00 Ridotti € 12.00
        
Info: Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia
Tel. 040 3593511
info@ilrossetti.it
www.ilrossetti.it