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Tod in Venedig del coreografo americano John Neumeier al Teatro La Fenice di Venezia

Pas des deux
[img_assist|nid=24074|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VENEZIA - Martedì 29 settembre 2009 alle ore 19.00 il Teatro La Fenice ospiterà la prima italiana di Tod in Venedig (Morte a Venezia) del coreografo americano John Neumeier, danza macabra liberamente ispirata alla novella di Thomas Mann, su musiche di Johann Sebastian Bach e Richard Wagner.   Interpreti i primi ballerini, solisti e corpo di ballo dell’Hamburg Ballett, per cui Neumeier ha concepito il lavoro fin dalla prima assoluta alla Staatsoper di Amburgo il 7 dicembre 2003: Lloyd Riggins nel ruolo di Gustav von Aschenbach (qui coreografo anziché scrittore); Joëlle Boulogne in alternanza con Anna Polikarpova nei tre ruoli femminili dell’assistente di Aschenbach, della madre di Aschenbach e della madre di Tadzio; Otto Bubení?ek e Carsten Jung nei ruoli del viaggiatore, del gondoliere, della coppia di danzatori, di Dioniso, del barbiere e del chitarrista; Edvin Revazov nel ruolo di Tadzio; Konstantin Tselikov in alternanza con Anton Alexandrov nel ruolo di Aschenbach adolescente; Yohan Stegli in quello di Jaschu. Per quanto riguarda il ‘balletto nel balletto’ progettato da Aschenbach, Ivan Urban sarà Federico il Grande, Hélène Bouchet in alternanza con Anna Laudere sarà la Barbarina, Alexandre Riabko e Carolina Agüero in alternanza con Hélène Bouchet saranno i concetti di Aschenbach. Coreografia e regia di John Neumeier, scene di Peter Schmidt, costumi di John Neumeier e Peter Schmidt, luci di John Neumeier. Al pianoforte Elizabeth Cooper. Quattro repliche, mercoledì 30 settembre 2009 alle ore 17.00 (turno C), giovedì 1 (turno D) e venerdì 2 ottobre (turno E) alle ore 19.00, e sabato 3 ottobre (turni B e P) alle ore 15.30. John Neumeier (Milwaukee, USA, 1942), figura faro della danza narrativa a cavallo dei due secoli, si è formato negli Stati Uniti e in Europa come ballerino classico e moderno. La sua attività si è svolta principalmente in Germania: scritturato da John Cranko nel 1963 per il Balletto di Stoccarda, di cui diventò primo ballerino e coreografo, Neumeier ha diretto il Balletto di Francoforte dal 1969 e il Balletto di Amburgo dal 1973. Il suo spettacolo Tod in Venedig (Morte a Venezia), rappresentato per la prima volta all’Opera di Amburgo il 7 dicembre 2003, trae libera ispirazione dalla novella Der Tod in Venedig di Thomas Mann (1912). In parte autobiografico, il racconto di Mann è incentrato sulla crisi creativa di un intellettuale, Gustav von Aschenbach, che nel tentativo di sfuggire a un’impasse interiore lascia Monaco di Baviera e si reca a Venezia per un periodo di vacanza. Al Lido di Venezia, dove viene fatalmente trasportato in gondola, Aschenbach è affascinato da un adolescente polacco, Tadzio, e dalla sua famiglia e immagina di intrattenere un intenso, segreto rapporto amoroso con lui. Ossessionato da Apollo e da Dioniso, dall’aspirazione all’ascesi come dalla brama voluttuosa dei corpi, il protagonista muore sulla spiaggia contemplando l’amato, forse vittima dell’epidemia che in quei mesi aveva colpito la città lagunare o piuttosto lacerato dalle proprie contraddizioni irrisolte. La novella di Mann riprendeva figure della tradizione letteraria [img_assist|nid=24077|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=428]tedesca e dell’attualità. Nella figura di Aschenbach erano infatti adombrati l’anziano Wolfgang von Goethe, innamorato infelice di una diciassettenne; il poeta August von Platen, noto per il suo culto della classicità e le predilezioni omoerotiche, morto a Siracusa nel 1835; Gustav Mahler, mancato nel 1911 proprio mentre Mann stava scrivendo il racconto (e il cui nome di battesimo, non a caso, lo scrittore attribuì al suo protagonista). Il soggetto manniano è stato già capofila di una tradizione artistica di alto livello: si ricordi in particolare la lettura cinematografica di Visconti (1971) e l’opera omonima di Benjamin Britten (Aldeburgh 1973, ripresa pochi mesi dopo, in settembre, in prima continentale al Teatro La Fenice e recentemente riproposta nella Stagione lirica 2007-08). Nella sua creazione danzata Neumeier offre un contributo originale, a sua volta aggiornato in senso autobiografico. Il protagonista non è uno scrittore, ma un coreografo in cerca d’ispirazione, descritto nel suo ambiente di lavoro, che tenta di ideare un balletto su Federico il Grande di Prussia. Neumeier ignora volutamente la produzione di Mahler, fondamentale nel film di Visconti (si pensi all’Adagietto della Quinta Sinfonia) e basa la sua coreografia su musiche di Johann Sebastian Bach e Richard Wagner, con inserti realizzati dal vivo da un pianista. Basato su un continuo scambio di arte e vita del suo ideatore-coreografo, questo balletto ribadisce le scelte impegnative di musica ‘alta’ che caratterizzano tanta parte della produzione di Neumeier. L’ascetismo dell’Offerta musicale di Bach (col suo Thema Regium ideato da Federico II), il languore appassionato del Liebestod del Tristano, gli ardori del baccanale del Tannhäuser di Wagner conferiscono una severa intensità intellettuale a questa composizione, danzata in un linguaggio neoclassico asciutto, scarnificato. Dal 29 settembre al 3 ottobre 2009 martedì 29 settembre, ore 19.00; mercoledì 30 settembre, ore 17.00; giovedì 1 e venerdì 2 ottobre, ore 19.00; sabato 3 ottobre, ore 15.30  Teatro La Fenice, Campo San Fantin, 1965 - VENEZIA   Tod in Venedig (Morte a Venezia)   danza macabra liberamente ispirata alla novella di Thomas Mann, su musiche di Johann Sebastian Bach e Richard Wagner  Hamburg Ballett con Lloyd Riggins: Gustav von Aschenbach Joëlle Boulogne e Anna Polikarpova nei tre ruoli femminili dell’assistente di Aschenbach, della madre di Aschenbach e della madre di Tadzio Otto Bubení?ek e Carsten Jung: il viaggiatore, del gondoliere, della coppia di danzatori, di Dioniso, del barbiere e del chitarrista Edvin Revazov: Tadzio Konstantin Tselikov e  Anton Alexandrov: Aschenbach adolescente Yohan Stegli: Jaschu e con Ivan Urban: Federico il Grande Hélène Bouchet e  Anna Laudere: Barbarina Alexandre Riabko e Carolina Agüero in alternanza con Hélène Bouchet: i concetti di Aschenbach Coreografia e regia di John Neumeier scene di Peter Schmidt costumi di John Neumeier e Peter Schmidt luci di John Neumeier Al pianoforte Elizabeth Cooper Info: Fondazione Teatro La FeniceTelefono 041786511Call center 0412424 http://www.teatrolafenice.it