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Tutto esaurito per il Concerto di Capodanno del Comunale di Vicenza

VICENZA - Dopo aver esaurito tutti i posti disponibili nella Sala Grande, la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e l'Orchestra del Teatro Olimpico hanno deciso di aprire la Sala del Ridotto per soddisfare le numerosissime richieste del pubblico (il biglietto per il Ridotto è di euro 5). Per tutti, il brindisi a fine concerto per festeggiare insieme l'arrivo del Nuovo Anno. Il concerto propone la Suite dallo Schiaccianoci, uno dei brani più famosi della musica sinfonica, e una selezione di valzer della tradizione viennese, che danno il sapore delle feste natalizie. Sembra una tradizione antica, di almeno un secolo fa, carica com'è di un umore fin de siècle ben ripartito tra ottimismo, sfarzo e sentimenti misti di conclusione e rinascita: eppure, l'abitudine del cosiddetto "concerto di capodanno" giunge al mondo occidentale solo a partire dal 1939. Si sta prendendo come riferimento, naturalmente, il massimo tra simili concerti stagionali: quello di Vienna, nato assieme ad una guerra mondiale, in una grande sala (il Wiener Musikverein) colma di fiori di Sanremo. Questo "Concerto di S. Silvestro", proposto dall'Orchestra del Teatro Olimpico, è in parte debitore dell'atmosfera dei grandi programmi viennesi. Il brio di valzer e polke dominerà la seconda parte della serata, omaggiando -com'è uso- la più grande famiglia di musicisti viennesi dediti a questo tipo di musica: gli Strauss, che specialmente nella coppia Strauss I e Strauss II fecero gradualmente scivolare sulle grandi danze orchestrali il fulgore e la magnificenza della Vienna imperiale di fine Ottocento; magnificenza tuttavia sottilmente conscia della sua imminente decadenza (non tanto mancava al 1914), e per questo dalla sonorità che oggi, sotto gli scintillii, lascia tralucere la malinconia di un mondo al crepuscolo. Prima di giungere a Vienna, tuttavia, il concerto farà tappa a S. Pietroburgo. Là infatti il 18 dicembre 1892, al Teatro Imperiale Mariinsky, fu eseguito per la prima volta il celeberrimo balletto Lo Schiaccianoci di P. I. Caikovskij, oggi un classico della tradizione musicale legata alle festività natalizie per via della storia su cui si basarono le coreografie di Marius Petipa. Si tratta di un racconto di E. T. A. Hoffmann, nella versione di Alexander Dumas Padre: una vicenda favolistica che in verità non appassionò particolarmente Caikovskij, il quale più che organizzare la sua musica attorno ad una struttura narrativa equilibrata preferì cogliere in libertà spunti suggestivi dal testo. Così, la vera e propria azione narrativa si trovò relegata al solo primo atto, dove una bambina di nome Clara riceve in dono per il Natale uno Schiaccianoci in forma di soldatino. Il fratello di lei, per dispetto rompe il giocattolo. Clara, rammaricata, sognerà allora di alzarsi nel cuore della notte successiva, per controllare se lo Schiaccianoci stesse "guarendo": ed ecco che sarà testimone di un'improvvisa guerra scoppiata tra dei soldatini, comandati dallo Schiaccianoci, e i topi della casa, guidati dal loro grottesco re. Clara salverà lo Schiaccianoci, lanciando una scarpetta contro il re dei topi: rimpicciolita allora alle dimensioni di un balocco, si unirà allo Schiaccianoci -diventato un bel principe- in un viaggio verso il "Reame dei Dolci". Ed in questo "Reame" si svolge tutto il secondo atto del balletto, che presenta una successione di "Danze Caratteristiche", culminanti infine nel pas de deux di Clara con il principe. È alla Suite op. 71a, compilata dallo stesso Caikovskij sulla base del balletto originale, che Lo Schiaccianoci deve gran parte della sua fama contemporanea. Il balletto, infatti, non conobbe particolare popolarità sino al 1960 circa: sino a quel momento, tuttavia, i più ragguardevoli pregi della partitura avevano già avuto modo di essere apprezzati dal grande pubblico grazie agli otto movimenti della Suite. Lo Schiaccianoci è uno dei punti più alti dell'inventiva caikovskiana, grazie ad un connubio particolarmente felice tra il consueto, inconfondibile gusto melodico del compositore ed un'incessante invenzione di sonorità gestite con un uso ingegnoso dell'orchestrazione. Basti pensare all'atmosfera di elegante fragilità evocata dalla Ouverture Miniature, grazie all'assenza di strumenti che suonino nel registro grave; o, soprattutto, alla Danza della Fata Confetto, dove il timbro delicato della celesta - strumento all'epoca innovativo, che Caikovskij aveva "scoperto" a Parigi - assume un inedito ruolo da solista. Il compositore fu così orgoglioso dell'effetto della celesta da richiedere, talvolta, che il brano fosse eseguito in rapidità -per ridurre il pericolo di eventuali plagi. Mercoledì 31 dicembre 2008, ore 22:00 Teatro Comunale - VICENZA Concerto di Capodanno Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza direttore Giancarlo De Lorenzo In programma G. Faurè - Pavane op. 50 P. I. ?ajkovskij - Suite dal balletto "Lo Schiaccianoci" J. Strauss (padre e figlio) - Valzer Info: http://www.tcvi.it