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Un'olio su tela di Miela Reina donato al Museo Revoltella

Art&Fatti
[img_assist|nid=4749|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Venerdì 16 marzo alle ore 17, nella sala da ballo di Palazzo Revoltella, avrà luogo una breve cerimonia durante la quale la famiglia Chiaruttini consegnerà al Museo Revoltella l’opera di Miela Reina Ritratto di Aldo Chiaruttini (olio su tela, 1958) come da disposizioni dello stesso Aldo Chiaruttini già proprietario del dipinto. Interverranno l’Assessore alla Cultura Massimo Greco, la Direttrice del Museo Maria Masau Dan e l’avvocato Giulio Dimini esecutore testamentario di Aldo Chiaruttini. L’opera rappresenta una testimonianza molto rara dell'attività giovanile di Miela Reina (di cui quest’anno ricorrono 35 anni dalla precoce morte) ed è nel contempo la prova del talento già presente nella giovane pittrice, che nel 1958 aveva appena concluso gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il ritratto, particolarmente efficace anche dal punto della verosimiglianza e dell'indagine sulla personalità del soggetto, si colloca nella fase espressionista della Reina che lascerà il posto, verso la metà degli anni sessanta, a un nuovo interesse per la Pop art e per la corrente New Dada. Il ritratto è dedicato a un amico triestino che qualche anno dopo, non senza amarezza, lasciò Trieste per stabilirsi definitivamente a Milano. Il dono del dipinto al Museo Revoltella vuole essere il segno del suo affetto e della sua nostalgia verso la città natale, come sottolinea l’avvocato Dimini, amico ed esecutore testamentario.Durante l’incontro saranno delineati il profilo artistico della pittrice e la personalità del Chiaruttini. Saranno presenti parenti e amici di entrambi. Protagonista della scena artistica triestina del secondo dopoguerra, Miela Reina nacque a Trieste nel 1935 da padre siciliano e madre triestina. Conseguita la maturità classica  nel ‘54, tenne sua prima mostra personale a Trieste nel ‘58 e l’anno successivo  si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Venezia. A partire dal 1959 si dedicò all’insegnamento di educazione artistica presso l’Istituto d’Arte di Trieste e dal 1961 al 1963 diresse con Enzo Cogno la Galleria d’Arte  La Cavana, organizzando ben trentadue mostre d’arte d’avanguardia. Dal 1962 realizzò opere decorative per le motonavi prodotte dai cantieri triestini, come la Guglielmo Marconi, la Galileo Galilei e la Raffaello. Dopo la chiusura della galleria La Cavana, passò ad occuparsi con Cogno della sezione di arti visive di Arte Viva, un’associazione fondata nel 1963 da Carlo de Incontrera che per dieci anni promosse manifestazioni musicali, teatrali e cinematografiche ed allestì mostre sulla pop art, l’op art e l’arte povera. Nel 1964 fondò con Lilian Caraian, Bruno Chersicla, Enzo Cogno, Claudio Palcich e Nino Perizi il gruppo Raccordosei, con il quale organizzò diverse collettive a Trieste, Pordenone, Venezia e in Jugoslavia. Sul piano stilistico, il 1966 fu per Miela Reina un anno di significativi cambiamenti: da una pittura di matrice espressionista, intrisa di  ironia e di stupore infantile, passò ad un linguaggio vicino alle esperienze della Pop art americana e del New Dada, che la indussero a sperimentare l’utilizzo di materiali nuovi come carta, plastica, stoffa etc. e ad eseguire opere tridimensionali, tra le quali il Monumento al paracadutista realizzato nel 1967 per la mostra l’ Uomo e lo spazio, allestita a Trieste in occasione del Festival Internazionale del film di fantascienza. Nel ’68 realizzò con gli amici musicisti Carlo de Incontrera, Sylvano Bussotti e Bruno Canino gli spettacoli teatrali Liebeslied e Postscriptum: Caino e Abele, che furono portati in diverse città italiane e straniere. Il 15 gennaio del 1972, nel pieno della sua attività creativa ed espositiva, scomparve improvvisamente.