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Variazioni nel tempo: convince Brasil Pass

Pas des deux
UDINE - Scoppiettante, divertente e con rimandi al sociale. Convince assolutamente Brasil Pass proposto sabato 27 ottobre dalla Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei nell’ambito della rassegna Variazioni nel tempo. Nuovi segni della danza contemporanea italiana.
Una scelta giusta quella degli a.ArtistiAssociati, perché è vero che la danza, una delle arti più complete, deve avere più spazio e più cura nella nostra regione. E questo spettacolo traccia non solo un nuovo segno nella danza di oggi, ma ci porta attraverso colori, immaginari reinterpretati e musiche ben scelte in un Brasile pieno di contraddizioni e situazioni sociali devastanti, con paesaggi sconfinati e foreste primordiali dove la natura ha ancora il sopravvento sull’uomo che, smarrito, cerca un appiglio nel mondo e in se stesso.
Questa testimonianza di un paese tradotta in danza fa parte del progetto “Artemis Incontra Culture Altre” che ha lo scopo di entrare in stretto ed autentico contatto con i luoghi, le persone, le abitudini di altri paesi e di raccontarli attraverso la danza e le immagini. Nel 2005 il Brasile è stata la prima tappa: seguirà nel 2006 Cuba e nel 2007 il Messico.
Nel paese della samba tutta la compagnia è stata ospitata un mese (la prima in Europa) presso il neonato “Centro Coreografico da Cidade do Rio de Janeiro” diretto da Regina Miranda.
Il viaggio è stato proficuo. Oltre a Brasil Pass, coprodotto assieme al centro ospitante di Rio, a RED (Festival Reggio Emilia Danza) e Reggio Parma Teatro, i danzatori di Artemis hanno infatti preso parte a numerose performance in Brasile, nell’ambito di progetti di solidarietà e della celebrazione dell'VIII Anniversario di fondazione del MAC - Museu de Arte Contemporanea de Niteroi.
Ma è Brasil Pass lo spettacolo summa di un’esperienza genuina e profonda riportata in Italia con scambi personali e artistici. Al Teatro Palamostre le coreografie dei sei danzatori sviluppano un incalzante concatenamento di quadri dissonanti, tanti quanti sono le sfacciattature del misturado branco brasiliano, come recita il sottotitolo. Si passa dagli scenari più stereotipati di un Brasile festoso che si vuole esibire (molto ironica la scena dei fanatici del fitness e dell’estetica) a momenti di profonda introspezione, dai quali emerge un’umanità fragile e smarrita. Abbiamo così, a fianco delle immagini del famoso Carnevale di Rio proiettate sul corpo dei danzatori o del calcio giocato sulla spiaggia, lo scenario delll’insostenibile confronto dell’uomo con l’Oceano e la Foresta.
Accostato allo scenario sociale scene che ricordano la realà dei Viados. Si susseguono quadri di vita, che rappresentano riti sacri e profani con maschere indossate dai danzatori (una danzatrice seduta su un tavolo al centro del palcoscenico con in mano rami di bambù) o intime tragedie, consumate all’ombra di un’omertà collettiva. Non mancano alla fine anche le scene sensuali: il cacao, altro simbolo del Brasile, viene soffiato su una danzatrice vestita di rosso, disperdendo il buon profumo in tutto il teatro.
Il pubblico, a torto, non era numeroso ma i gli spettatori che c’erano hanno applaudito a lungo i protagonisti di questo inusuale passaggio in Brasile.
Monica Casadei, dalla folta capigliatura, alla fine sale sul palco sorridente. La danza contemporanea è danza di vita, è un mezzo completo che assorbe in sé le contraddizioni del mondo attuale e le comunica in modo immediato con mezzi e metodi comprensibili a tutti noi. E’ una danza nella quale ognuno può ritrovarsi.
Mi auguro che questa forma di arte così potente e multiforme venga sempre più accettata dal vasto pubblico, perché quello è il posto che le appartiene: in mezzo alla gente.