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Vita di Galileo: Franco Branciaroli porta in scena il conflitto tra scienza e potere al Toniolo di Mestre

Foyer
[img_assist|nid=16566|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Mestre (VE) - In Galileo c'è il senso di una grande responsabilità: per aver ristretto il campo della ragione al dimostrabile, dunque per aver ristretto la verità. Lo scienziato e uomo Galileo soffre come un matto. Come se avesse scoperto la bomba atomica! (Franco Branciaroli)Va in scena, dal 10 al 14 dicembre, al Teatro Toniolo di Mestre, la pièce di Bertolt Brecht Vita di Galileo con Franco Branciaroli e la regia di Antonio Calenda. Composto fra il 1938 e il 1943, il dramma fu rielaborato in almeno tre distinte riprese e costituì sempre un culmine nella produzione brechtiana: una sorta di "testamento spirituale". Un capolavoro nei cui inquietanti chiaroscuri si possono intuire le vie per comprendere veramente il XX secolo e i suoi conflitti, ovvero le ombre del nostro presente, come già sottolineò nel 1963 Giorgio Strehler nel suo allestimento. La storia percorre la parabola del grande scienziato pisano dal tempo dell'insegnamento a Padova agli ultimi anni vissuti forzatamente in "ritiro" a Firenze, sotto la sorveglianza della Santa Inquisizione: un'esistenza densa di entusiasmi, affermazioni, sconfitte, intuizioni. La rivelazione più clamorosa riguarda il Modello Copernicano: non è Galileo ad intuirlo per primo, ma per primo riesce a dimostrarlo scientificamente, grazie proprio all'uso di quel telescopio di cui si era impropriamente attribuito l'invenzione. Le conseguenze di tale dimostrazione sono dirompenti: la Chiesa non è disposta ad abbandonare la teoria tolemaica del geocentrismo, l'Inquisizione processa Galileo e gli pone una scelta fra le più laceranti. Restare fedele a sé stesso, agli allievi, accondiscendere fino in fondo alla propulsione della[img_assist|nid=16567|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=517] scienza e ad essa sacrificare la vita, oppure salvarsi, abiurando le teorie rivoluzionarie? Lo scienziato decide per la salvezza, anche se Brecht, pur condannandola, ci fa intuire che in questa scelta c'è comunque un perseguire anche la salvezza delle proprie scoperte . Vita di Galileo è ricchissimo di spunti di riflessione per l'uomo contemporaneo, spunti su cui il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e il Teatro de Gli Incamminati hanno puntato nella messinscena dell'opera, affidata alla regia di Antonio Calenda e - per il ruolo del protagonista - ad uno dei maggiori protagonisti della scena nazionale, Franco Branciaroli. La scelta è quella di mettere in scena l'azione brechtiana in una scena-cosmo-mente in cui è resa visibile la piccolezza dell'uomo proporzionata all'immensità del cosmo, esito della grande rivoluzione copernicana: per dire in questo modo quanto l'uomo di oggi sia conseguenza della scissura interiore iniziata con Galileo. Stagione di Prosa 2008.2009 Dal 10 al 14 dicembre 2008 dal 10 al 13 Dicembre 2008 ore 21:00 il 14 Dicembre 2008 ore 16:30 Teatro Toniolo, piazzetta Battisti, 3 - Mestre (VE) Vita di Galileo di Bertolt Brecht traduzione Emilio Castellani con Franco Branciaroli, Lello Abate, Giancarlo Cortesi, Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Lucia Ragni e con Alessandro Albertin, Giulia Beraldo, Tommaso Cardarelli, Emanuele Fortunati, Jacopo Venturiero, Nicole Vignola regia di Antonio Calenda coproduzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e Teatro de Gli Incamminati scene Pier Paolo Bisleri costumi Elena Mannini musiche Germano Mazzocchetti luci Gigi Saccomandi Info: Servizio Teatri e Spettacolo tel. 0413969220/230 cultura.spettacolo.me@comune.venezia.it