Walter Veltroni, prima di tutto ottimo giornalista e scrittore, si è presentato sulle note di Mi fido di te di Jovanotti, accolto in modo trionfale dal suo pubblico e dai vertici del PD di casa nostra (rimarrà nella storia il geniale, tanto quanto orripilante, motto del Magnifico Rettore Furio Honsell che col suo Yes o pues ha scatenato l’eccitazione degli astanti). Una standing ovation di cinque minuti e, subito dopo le dichiarazioni di appoggio e stima di Eleonora (ragazza capogruppo dei Giovani Democratici), Honsell appunto, Tesini e Travan, il Walter ha preso la parola per oltre un’ora filata, interrotto solamente dagli applausi e da esternazioni populiste incontrollate (Lunga vita a Walter, tra le tante).
Inizio con parole d’obbligo di stima per i friulani, gente laboriosa e importante, ma sorprendente negli slanci di affettuosità. Poi il discorso socio politico, nel quale Veltroni ha sottolineato la forza riformista del suo Partito che punta ad aprire un ciclo assente in Italia da troppo tempo. Una campagna elettorale mirata a mettere in evidenza le qualità e le volontà del PD, trascurando i toni polemici contro gli avversari, nel segno di una ritrovata serenità del divertimento della politica. Il PD vuole rappresentare la forza lavoro nel nostro Paese, combattendo le inutili burocrazie (che prevengono, annullando, gli slanci imprenditoriali/creativi dei giovani, salvo poi trascurare tutto il resto) e abbassando di 1 punto l’aliquota, con una totale e determinata lotta all’evasione. Rinunciare alle coalizioni, anche vantaggiose in termini di voti, significa voler sganciarsi da un passato di zavorre e compromessi (e di lotta di classe, ormai superata) e fa capire a tutti che la nostra politica è una politica di sostegno al progetto e non di distruzione di quello degli altri – ha detto Veltroni – Dopo le vittorie di Zapatero in Spagna, la sconfitta di Sarkozy in Francia e il cambiamento di tendenza in America, stiamo respirando un’aria nuova che ci fa ben sperare.[img_assist|nid=12681|title=|desc=|link=none|align=right|width=512|height=640] Se ognuno dei qui presenti invitasse a prendere un caffè i suoi amici e gli facesse capire la bontà delle nostre idee, non avremmo nessun problema a farcela. Altre proposte enunciate alla platea: la riduzione di metà degli attuali parlamentari, la formazione di una sola camera legislativa, la costituzione di un compenso minimo legale di 1000-1100 euro, ma anche rendere la giustizia capillare (con più agenti sulle strade e meno negli uffici) e certa la pena di chi si è macchiato di reati.Ciò che mi fa sperare nel risultato – continua – è anche il fatto che mentre la nostra nascita è frutto di un’idea comune e di un processo lungo e sofferto, dall’altra parte tutto è nato per caso, in fretta, in modo confuso (ricordate i cambiafaccia sulla legge elettorale?) e ogni identità si è mantenuta ben distinta. Noi ormai abbiamo un’unica identità, quella del Partito Democratico, quella dell’orgoglio italiano.