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Veronese. Le Storie di Ester rivelate a Palazzo Grimani di Venezia

E20
In mostra tre capolavori di Paolo Veronese provenienti dal soffitto di San Sebastiano

VENEZIA - La felicità, il brio del pennello di Paolo è fra le Maraviglie.Non v’è colpo né quadri suoi che non sia sicuro […].Il suo dipingere fu come lo scrivere d’una perita mano. (A. M. Zanetti, Della Pittura veneziana, Venezia 1771)

Mercoledì 20 aprile 2011 alle ore 18.00, a conclusione di un lungo e complesso restauro, nella cornice straordinaria delle sale di Palazzo Grimani a Venezia, viene inaugurata la mostra Veronese. Le Storie di Ester rivelate. L’esposizione propone al pubblico, presentati eccezionalmente ad altezza d’uomo, i tre capolavori di Paolo Veronese provenienti dal soffitto di San Sebastiano, chiesa monumento dell’opera di Paolo Veronese. Le tele raffigurano il Ripudio di Vasti, Ester incoronata da Assuero e il Trionfo di Mardocheo, scene veterotestamentarie tratte dal Libro di Ester. Il restauro delle tele, protrattosi dal novembre 2008 al gennaio 2010 e diretto da Giulio Manieri Elia, ha restituito a questi straordinari dipinti la loro eccezionale qualità cromatica, luministica e compositiva. La mostra dunque è un’occasione irripetibile e imperdibile per vedere da vicino le tele che, a conclusione dell’esposizione, torneranno definitivamente nella loro sede originaria, sul soffitto della chiesa di San Sebastiano, a circa dodici metri di altezza.

Veronese (1528-1588) interviene sul soffitto di San Sebastiano tra la fine del 1555 e l’ottobre del 1556 con le Storie di Ester su commissione del prelato Bernardo Torlioni. L’artista, venticinquenne, stabilitosi da poco a Venezia ottiene subito il prestigioso incarico. Lavorerà per un lunghissimo periodo della sua esistenza nella chiesa, arricchendola con narrazioni storiche, immagini iconiche e motivi decorativi di notevole libertà creativa e rendendola il luogo più adatto per il suo stesso monumento funerario.

La cornice di Palazzo Grimani è uno sfondo perfetto per questi capolavori; si tratta di un unicum architettonico e decorativo. Nato come dimora di Antonio Grimani (doge dal 1521 al 1523), raggiunge l’assetto attuale in successivi interventi realizzati dai suoi eredi tra il 1532 e il 1569. Il risultato è un’interessante fusione tra elementi architettonici veneziani e toscani; la stessa decorazione risente delle influenze tosco-romane con stucchi di Giovanni da Udine e pitture murali di Francesco Salviati, Camillo Mantovano e Federico Zuccari. Si tratta, nella Venezia di metà Cinquecento, di una fucina di cultura raffinata, certamente un riferimento imprescindibile per lo stesso Veronese.

Il restauro

Il restauro delle opere è stato possibile grazie al contributo di Save Venice Inc.: Il ripudio di Vasti è stato finanziato dal California Chapter of Save Venice; L’incoronazione di Ester dagli Amici in onore di Mary and Howard Frank e Il Trionfo di Mardocheo dal Boston Chapter of Save Venice. Il restauro è stato eseguito, per l’intervento pittorico, da Lucia Tito, Rosanna Coppola, Carla Bertorello, Caterina Barnaba, Irene Zuliani (cooperativa C.B.C.), mentre il rinnovamento della foderatura spetta a Matteo Rossi Doria. Le operazioni sono state precedute da una vasta campagna diagnostica coordinata dal Laboratorio Scientifico della Soprintendenza diretto da Ornella Salvatori; hanno condotto indagini: Enrico Fiorin (XRF e stratigrafie); Claudia Daffara per l’INOA (riflettografie ir); Claudio Seccaroni, Pietro Moioli e Attilio Tognacci per l’ENEA (radiografie rx); le riprese UV, infine, e la documentazione fotografica sono state realizzate da Matteo De Fina.

San Sebastiano e le Storie di Ester

Le tele, incastonate nel supporto ligneo del soffitto della chiesa di San Sebastiano, hanno al centro l’Incoronazione di Ester, eroina ebraica, interpretata in chiave di prefigurazione mariana; le vicende della sua vita alludono al trionfo della fede sull’eresia con una marcata valenza antiprotestante, inevitabile negli anni dello svolgimento del Concilio e dei suoi risultati dottrinari e normativi.
Nel 1538 Bernardo Torlioni, dopo anni di disordini morali e disciplinari tra i gerolamini, l’ordine ai cui appartiene la chiesa di San Sebastiano, viene incaricato da Papa Paolo III di riformare la regola della congregazione. Scegliendo per Paolo Veronese quei tre momenti della storia biblica, Bernado Torlioni, nella nuova interpretazione di Augusto Gentili, costruisce l’esaltazione della propria vicenda e del proprio ruolo. Dopo aver cacciato con Vasti i disobbedienti e i ribelli, può finalmente consegnare a Ester la corona di una rinnovata autorità. Per sé, riserva la figura di Mardocheo, guida sapiente di Ester (della Chiesa), protagonista assoluto del riscatto del suo popolo (della sua chiesa, del suo monastero, del suo ordine).

L’altezza della opere a soffitto obbliga Veronese, nell’intento di orchestrare composizioni complesse e ricche di effetti, a elaborare figurazioni e architetture in scorci estremamente arditi, con correzioni prospettiche (che da vicino sembrano talvolta aberranti) in previsione della visione dal basso. Le fonti luminose sono utilizzate spesso in controluce o in radenza per conferire rilievo drammatico mentre il colore è sempre in selezioni cromatiche ricche e squillanti. Il disegno, la conduzione delle pennellate sono di una straordinaria rapidità, libertà, sicurezza e controllo dello strumento tecnico. La rara maestria di Veronese, ammirando le tele da vicino, è nel procedimento di apparente semplicità e di estrema efficacia: dispone ampie stesure di colore poco corposo, in genere di tono medio, passa poi a definire i dettagli finali (con i massimi chiari e i massimi scuri) con tratti rapidi e molto sciolti.
L’intervento di Paolo Veronese rende San Sebastiano uno dei luoghi più rappresentativi dell’opera dell’artista, che con i suoi dipinti e le sue architetture reali e fittizie, trasforma la sobria struttura ideata dall’architetto Scapargnino in un organismo ricco e colorato.
Venezia rende così omaggio alla novità e alla forza dirompente dei dipinti su tela di Paolo Veronese esponendoli all’interno di una cornice maestosa, Palazzo Grimani, che ancora una volta si apre al pubblico e mostra le sue bellezze.

Dal 21 aprile al 24 luglio 2011

Museo di Palazzo Grimani, Santa Maria Formosa, Castello 4858 - VENEZIA

Veronese. Le Storie di Ester rivelate

A cura di Giulio Manieri Elia

Vernissage: mercoledì 20 aprile 2011. ore 18

Orario: lunedì 9.00 – 14.00 (Chiusura biglietteria 13.15); Martedì – domenica 9.00 -19.00 (Chiusura biglietteria 18.15). Apertura straordinaria 25 aprile

Buglietti: intero 7,00 Euro, ridotto 5,00 Euro – per gruppi superiori alle 15 persone, over 65 anni, titolari di apposite convenzioni. Gratuito – per bambini fino ai 14 anni, un accompagnatore per ogni gruppo,disabili e accompagnatori di disabili, due insegnanti accompagnatori per classe, docenti universitari. Prenotazioni
individuale 1,50 euro

La mostra, inaugurata dalla Soprintendente Giovanna Damiani, è promossa dalla Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunarein collaborazione con la Curia Patriarcale di Venezia e con Save Venice inc. L’organizzazione è curata da Civita Tre Venezie e prodotta da Venezia Accademia. L’intervento di restauro è stato possibile grazie alla generosità di Save Venice Inc.

Info: tel. 041-5200345
www.polomuseale.venezia.beniculturali.it