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Convincente prova dei Quintorigo a Cervignano

@live!

[img_assist|nid=4620|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Cervignano del Friuli (UD) - Chi ha rinunciato ai vari ed abusati spogliarelli dell’8 marzo dandosi invece appuntamento a Cervignano non è certo rimasto inappagato l’altra sera. Lo spettacolo che hanno offerto i Quintorigo al variegato pubblico del Pasolini è stato qualità pura dall’inizio alla fine.

Un’ora e mezza di musica come non se ne sente da tanto, ad un costo più che onesto di 12, 10 o 8 euro, a seconda. Chi poi (poco aggiornato!) ha messo piede a teatro pensando di vedersi spuntare - microfono alla mano - l’ex John De Leo, non può che esserne uscito touché dalla nuova cantante. La bella e superlativa Luisa Cottifogli non ci fa rimpiangere l’istrionico vocalist del quintetto romagnolo, che da tempo costringeva a continui tira e molla il resto della formazione che gli ha dato il ben servito. Lui ha intrapreso la carriera solista, loro procedono con il progetto originario, lo stesso che li vide aggiudicarsi il Premio della critica al Festival di Sanremo del 1999.

Con la Cottifogli i Quintorigo hanno confezionato due album - l’ultimo (Quinto) è appena uscito - ed allacciato numerose collaborazioni in vista di un prezioso tributo a Charles Mingus che li vedrà impegnati con un album che[img_assist|nid=4621|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=479] raccoglie le cover più amate del celebre contrabbassista e con un tour in suo onore. È vero, non rimpiangiamo De Leo e la sua voce rock ultraterrena, se non in apertura di concerto, con Grigio. Non è proprio la stessa cosa senza di lui, ma è l’unica occasione in cui la nuova singer, una delle voci femminili più interessanti del panorama musicale italiano, perde qualche punto. Ora però, per i Quintorigo la pagina può dirsi bella che girata. Il loro sound viene fuori tutto e subito e non perdona: con alle spalle studi nei conservatori della Romagna e una tensione al pop, il gioco musicale dei Quintorigo, è una formula che rinuncia agli strumenti classici del rock a vantaggio di un set acustico: violino (Andrea Costa), violoncello (Gionata Costa), contrabbasso (Stefano Ricci) e sax (Valentino Bianchi). Può apparire folle attaccare il distorsore al violino o il wha-wha al violoncello ma tutto fila liscio, anzi a meraviglia. Il risultato è un viaggio cerebrale nei generi e nello spazio.

Contenti tutti insomma, dai più rockettari che con un’ovazione da stadio dimostrano di apprezzare l’esecuzione Luglio, Agosto, Settembre Nero, ai più freak, che commossi cantano sulle note di Redemption song di Marley. La canzone è stata dedicata all’organizzazione umanitaria Amref che opera in favore delle popolazioni africane. L’impegno sociale dei Quintorigo è colonna portante del loro spettacolo, che quando entra nel vivo dell’ultimo album sorprende anche i più scettici. Neon Sun racconta della mostruosità della vanità che ci porta a scolpirci i seni e a liftarci in sala operatoria; in Frankenstein l’uomo è ormai un automa; la strumentale Zapping è un percorso horror (anche video) tra la spazzatura televisiva. Il tema offerto dal brano più celebre degli Area di Demetrio Stratos, che cantava forse un dì sapremo quello che vuol dire affogar nel sangue con l’umanità, offre poi lo spunto per un video-shok, frutto della collaborazione con Greenpeace, che lascia tutti sgomenti: ad affogar nel sangue sono le balene sterminate dai bracconieri, sulle note di La nonna di Frederick lo portava al mare. E poi Il cannone, un twist per archi sull’ipocrisia delle leggi di mercato e il commercio di armi. E ancora Rospo, Kristos e un’esilarante Alligator man con l’aiuto del pubblico... Trova spazio infine un tributo al maestro Bruno Lauzi con l’esecuzione della sua Diano Marina, presentata all’ultimo Premio Tenco, che ci fa definitivamente dimenticare di aver per un attimo potuto pensare di preferire uno strip–man ai Quintorigo.