I temi su cui s’incentra Copenhagen sono cari allo Stabile regionale, che già con Vita di Galileo di Brecht si era interrogato sui rapporti fra potere politico e scienza, sull’opportunità che il progresso venga condizionato da scelte etiche, sui limiti e le responsabilità umane di chi si dedica alla ricerca scientifica.
Nel corso di questa stagione, la riflessione è stata portato [img_assist|nid=19198|title=|desc=|link=none|align=left|width=427|height=640]avanti da Le fiamme e la ragione, in cui Corrado Augias raccontava il pensiero di Giordano Bruno, e ora da questo bellissimo esempio di drammarugia tesa e necessaria, coinvolgente e ricca d’induzioni.
Copenaghen consiste infatti in un’incandescente disputa etica e scientifica a tre voci, densa di angoscianti riflessioni e interrogativi, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica. La vicenda è ambientata nel 1941 nella capitale nordeuropea occupata dai nazisti e ricostruisce l’incontro di due scienziati, entrambi Premi Nobel, un tempo maestro e allievo. Due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi da nemici. L’ebreo danese Niels Bohr (padre della fisica quantistica) e il tedesco Werner Heisenberg (che formulò per primo il Principio di Indeterminazione) nella piéce sono imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta.
Nella scenografia di Giacomo Andrico costruita come un’aula universitaria con lunghe lavagne fitte di simboli e formule matematiche, Umberto Orsini interpreta il fisico Bohr, un uomo umbratile e umorale. Una sera Bohr e la moglie Margrethe (Giuliana Lojodice) ricevono la visita inattesa di Werner Heisenberg (Massimo Popolizio): quali saranno i veri motivi della sua visita? Mentre dialogano con l’ospite, le menti dei padroni di casa sono percorse da ipotesi: il fisico tedesco, in nome della vecchia amicizia, vuole far sapere a Bohr - ormai schierato con la ricerca Alleata - che il Terzo Reich ancora non possiede la formula della bomba? Oppure è lì per trovare un accordo e bloccare o rallentare, in maniera bilaterale, le ricerche sulle armi nucleari? O magari, è semplicemente lì per offrirgli protezione, forse in cambio di qualche segreto? Tutte ipotesi lecite e tutte in parte con un fondo di verità che non troveranno una risposta univoca, nemmeno nelle considerazioni che i tre personaggi esprimono oggi, supponendo di tornare dal passato: le ambiguità delle situazioni e della personalità dei protagonisti disegnano semmai un nuovo, simbolico e attualissimo corrispettivo del Principio di Indeterminazione.
Stagione Teatrale 2009-2010
Dal 5 al 9 maggio 2010from 5 to 9 may 2010
Mercoledì 5, venerdì 7 e sabato 8 maggio, ore 20:30; giovedì 6 maggio, ore 16.00 e ore 20:30; domenica 9 maggio, ore 16.00
Copenaghen
diAuthor: Michael Frayn
traduzione di Filippo Ottoni, Maria Teresa Petruzzi
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice
Regia diDirector: Mauro Avogadro
Scene:Set: Giacomo Andrico
Costumi:Costumes: Gabriele Mayer
Musiche:Music: Andrea Liberovici
Una produzione:Production: CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna Teatro Fondazione
Biglietti: interi da 16.00 € a 29 €; ridotti da 13:00 € a 24 €
una produzione
CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna Teatro Fondazione