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Dedicata a Stendhal l’XI edizione de Le Vie del caffè a Trieste

Rassegne
[img_assist|nid=16899|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Dopo tre anni ritornano finalmente nel periodo natalizio Le Vie del Caffè, l’attesissima rassegna di eventi, spettacoli, concerti e animazioni presentati nei Caffè storici triestini che giunge alla sua undicesima edizione. Nota caratteristica della Trieste mitteleuropea, la tradizione dei Caffè nella nostra città è molto antica; dalle sue origini, che si possono far risalire al Settecento, ad oggi, il Caffè è sempre stato vissuto quale momento d’incontro, a differenza di molte altre città italiane dove rappresenta solo una breve tappa nella frettolosa routine quotidiana.

 

Da qui nacque nel 1998 l’idea di questa rassegna, fortemente voluta dall’APT prima e dal Consorzio Promotrieste poi, per valorizzare le potenzialità turistiche di Trieste con le sue bellezze artistiche e culturali e promuovere, sia a livello turistico che cittadino, la cultura del caffè – inteso tanto come bevanda quanto, soprattutto, come luogo di ritrovo esclusivo.

Anno dopo anno Le Vie del Caffè ha avuto un costante incremento di interesse e di pubblico, anche quando nelle ultime due edizioni il periodo di svolgimento era stato spostato, prima a Carnevale e poi in estate. Proprio negli ultimi due anni, la manifestazione – promossa dal Consorzio Promotrieste con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzata dalla Contrada-Teatro Stabile di Trieste – si è ulteriormente arricchita con un tema, una cornice specifica: i grandi viaggiatori e gli ospiti illustri che la città ha accolto nel passato.

Da qui il sottotitolo della manifestazione – Viaggio a Trieste – che nel 2007 ha “ospitato” le avventure di Giacomo Casanova e la scorsa estate quelle di Sir Richard Francis Burton.
L’XI edizione delle Vie del caffè sarà quest’anno dedicata alla figura di Marie-Henri Beyle, in arte Stendhal, l’autore francese di capolavori come Il rosso e il nero e La Certosa di Parma, anch’egli cittadino onorario del capoluogo giuliano.

Energia, passione, orrore dell’ipocrisia, inseguimento della felicità: ecco il profilo di Stendhal. Se si aggiunge a ciò il gusto per lo scherzo leggero e chic, l’attrazione per gli pseudonimi e per i mascheramenti, si ottiene un ritratto esatto di ciò che la modernità ha affermato in termini d’individualismo e di libertà e a cui Stendhal ha arrecato il suo innegabile contributo.

Nato alla fine del ‘700 in una famiglia della borghesia agiata, Marie-Henri Beyle parte per Parigi con l’intenzione di iscriversi all’École Polytechnique, ma in realtà intraprende da subito la carriera militare e raggiunge l’Armata d’Italia. L’Italia lo affascina e, in particolar modo, Milano che per lui resterà sempre la beauté parfaite («la bellezza perfetta»). Ma l’esercito lo annoia e si dimette con l’intenzione di intraprendere la carriera di autore drammatico. Nel 1806 Stendhal rientra in servizio nell’intendenza ed esercita le sue funzioni in Germania, in Austria, diventando Consigliere di Stato; conduce una vita da dandy, partecipa alle campagne di Russia e di[img_assist|nid=16900|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=431] Sassonia e cade con Napoleone nell’aprile del 1814, recuperando così la sua libertà. Si stabilisce allora a Milano, dove rimane per sette anni, e nel 1814, sotto lo pseudonimo di Louis César Alexandre Bombet, compone il suo primo libro dal titolo Vies de Haydn, de Mozart et de Métastase. Viaggia spesso per l’Italia e frequenta assiduamente la Scala, che all’epoca è il tempio della musica, ma anche il luogo d’incontro dell’intellighentia milanese. Dopo una delusione amorosa e avendo sollevato i sospetti della Polizia austriaca, nel giugno del 1822 è costretto a lasciare Milano per raggiungere Parigi. Frequenta allora i più celebri salotti e conduce una vita sentimentale intensa e tormentata. Nel 1822 pubblica De l’Amour, nel 1823 La vie de Rossini, fra il 1823 e il 1825 Racine et Shakespeare. A quarantatre anni Stendhal diviene romanziere e, nel 1827, pubblica il romanzo psicologico Armance, mentre nel 1829 dà alle stampe Passeggiate Romane per tornare poi nuovamente al romanzo psicologico: alla fine del 1830 esce infatti il suo capolavoro Le Rouge et le Noir. La rivoluzione di luglio fa di lui un Console di Francia in Italia: dapprincipio è designato nella Trieste austriaca che lo rifiuta; quindi è nominato nel 1831 a Civitavecchia, dove trova un clima più sereno ma, nonostante la vicinanza di Roma, prova ugualmente una profonda noia. Ottiene un congedo di tre anni in Francia, ove ritrova l’ambiente parigino che gli stimola la stesura delle Chroniques italiennes e delle Mémoires d’un touriste (1838); nel 1838 concepisce La Chartreuse de Parme, che apparirà il 6 aprile 1839. Stendhal muore tre anni dopo di apoplessia e, come da lui stesso previsto, il suo talento non sarà conosciuto che molto più tardi.

Le Vie del Caffè. Viaggio a Trieste: Stendhal, il carbonaro che amava le donne si svolgerà quest’anno di nuovo nel periodo natalizio in quattro giornate: il 29 e il 30 dicembre e il 2 e il 3 gennaio. La manifestazione sarà inaugurata martedì 29 dicembre alle ore 19.00 al Caffè Tommaseo da una “conferenza-spettacolo” della Dott.ssa Marilì Cammarata, intitolata Stendhal a Trieste ieri e oggi, che darà modo al pubblico di approfondire la conoscenza di questo affascinante personaggio e in particolar modo del suo “periodo triestino”. L’autrice della relazione ha sempre vissuto e lavorato nell’ambito dell’editoria, occupandosi di traduzioni, editing, recensioni, ricerche storiche, archivi, biblioteche, e tenendo inoltre corsi e conferenze. Negli ultimi anni si è dedicata in particolar modo alla storia e alla cultura ebraiche.

Dopo il piacevole approfondimento con la Dott.ssa Cammarata, la serata proseguirà alle 21.00, sempre al Caffè Tommaseo, con il primo spettacolo della rassegna, affidato all’Associazione culturale Amici della Contrada. Con In quest’isola. Monsieur Stendhal sulle rive dell’Adriatico si getta uno sguardo divertente e divertito su Trieste e sugli usi e i costumi dell’epoca, interrogandosi su cosa possa aver pensato Beyle della nostra città, quando vi arrivò in qualità di Console. Un incontro al Caffè, all’apparenza casuale, permetterà al console Stendhal di ripercorrere il periodo trascorso a Trieste, non privo di malesseri e malcontenti, di disagi e di sospetti ma anche di conoscenze affascinanti e di momenti di piacere.

Ispirato a Stendhal, console a Trieste di Leo Van Marls (ed. Parnaso) In quest’isola. Monsieur Stendhal sulle rive dell’Adriatico è interpretato da Massimiliano Borghesi e Omar Scala con l’accompagnamento musicale di Carlo Moser al pianoforte. Autore della riduzione drammaturgia e della regia è Maurizio Zacchigna.

Nella seconda giornata della rassegna, mercoledì 30 dicembre, si svolgerà alle 21.00 al Caffè San Marco, Chi ha incastrato Henri Beyle?. Adattato, diretto e interpretato da Maurizio Zacchigna, con Massimiliano Borghesi, Maria Grazia Plos, Omar Scala e Daniele Tenze, lo spettacolo è tratto dal bellissimo racconto di Diego Zandel Stendhal il carbonaro (pubblicato nell’antologia History & Mistery, edita da Piemme). Nello spettacolo si mette in luce un lato oscuro della permanenza di Stendhal a Trieste, che trova il suo momento più inquietante in un breve soggiorno a Fiume. Il Console era infatti così inviso all’impero austroungarico da essere costantemente pedinato dalla polizia segreta e anche il suo misterioso viaggio a Fiume rimane permeato di suspance. Lo spettacolo presentato dagli Amici della Contrada è un piccolo thriller a ritroso nel tempo, alla ricerca della verità su Beyle.

Dopo la sospensione a cavallo di capodanno, Le Vie del Caffè tornano al Tommaseo venerdì 2 gennaio alle 21.00 con La promessa dell’amore, a cura di Maria Grazia Plos. Appassionato d’opera, frequentatore assiduo dei teatri di Milano e Bologna, anche a Trieste Stendhal assistette ad alcune rappresentazioni della stagione operistica. Intrecciando allora le arie a lui più care alla lettura ispirata a una delle sue opere più famose, Dell’amore, La promessa dell’amore traccerà la visione sicuramente non convenzionale dell’autore sull’argomento. Testo secco e “illuminista”, Dell’amore è una sorta di monografia del sentimento amoroso, che si pone come scopo “la descrizione dettagliata e meticolosa di tutte le sensazioni che compongono la passione chiamata amore”. In scena il soprano Ilaria Zanetti accompagnata al pianoforte dal M° Rinaldo Zhok, con le letture di Maria Grazia Plos e Massimiliano Borghesi.

La quarta e ultima giornata delle Vie del caffèsabato 3 gennaio - si concluderà alle 21.00 al Caffè San Marco con Mélodie délicieuse dell’Accademia di Musica Ars Nova in collaborazione con l’Associazione Culturale Studio Openspace. La musica fu una delle più grandi passioni di Stendhal, frequentatore di teatri, appassionato cultore dell’arte e dei suoni. Scrisse di musica, senza essere né musicista, né critico teatrale, né storico della musica e senza in fondo conoscerla poi così bene. Ma per l’autore francese la musica era piacere dell’animo connesso a un piacere fisico estremamente vivo, talmente fisico – disse - che per descriverlo dovrei arrivare ad espressioni quasi triviali.

Ne rinnovano oggi lo spirito Matteo Fanni Canelles e Divna Jandric al pianoforte, Giorgio Blasco e Federica Cecotti al flauto, Silvio Quarantotto al violino, con le letture sceniche di Massimiliano Borghesi, in questo spettacolo-concerto interamente dedicato a Stendhal

Tutti gli spettacoli e gli eventi della manifestazione sono ad ingresso libero.