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Brugole

Stagione Teatrale 2012-2013 - Interazioni

Brugole
di Lisa Nur Sultan
con Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala
collaborazione alla scenografia Chiara Crosti
disegno luci di Carmine Pierri
costumi di Vincenzo Cucchiara
progetto video di Francesco Lagi e Danilo Torre
foto di scena di Brunella Giolivo
regia di Emiliano Masala e Lisa Nur Sultan
assistente alla regia Francesco Panachia
Una Produzione Nuovo Teatro Nuovo/Nuove Sensibilità con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano

Brugole è un girare a vuoto/ Un infinito montare e smontare/ Parla di nuovi inizi?Continui/ Delle altre possibilità/ Delle tante opportunità/ Dell’ansia lacerante/ di non saperle cogliere. /Per colpa nostra./ E’ colpa nostra/ Se non cogliamo l’attimo/ E’ colpa nostra/ Se non sappiamo la risposta. (Lisa Nur Sultan)

 

Brugole nasce da una riflessione sulle costrizioni invisibili di cui siamo vittime: i divieti interiorizzati, gli imperativi acriticamente accettati, la fede nelle scelte della massa. Racconta un mondo che gira a vuoto, un infinito smontare e rimontare pezzi senza più alcuna progettualità, nonostante l’impressione di estrema razionalità: si monta, si smonta ma non si costruisce più nulla. È l’epitaffio dell’homo economicus, che si rivela in tutta la sua triste inconsapevolezza: preoccupato di stare al passo, di non lasciarsi sfuggire le occasioni – che sono sempre altre e sempre di più – ha come unico modo per sopravvivere all’angoscia, inventarsi scadenze e piccole emergenze. Nuove urgenze. Per sottostare alla “tirannia dell’istante”, dove il carpe diem ha sostituito il memento mori. Ma non fa meno paura. In scena, trappola e destino dei due protagonisti, lei: 7 assi, 54 viti e 2 brugole. E infinite possibilità.

Protagonisti di questa storia sono Giulio e Marta, una giovane coppia, e soprattutto la Billy, il mobile che li incatena. Brugole alla mano, iniziano a montare; ma più avvitano più si avviluppano in spirali di discorsi che non portano a nulla. Il mobile viene incessantemente rimontato, strumento e simbolo dei loro estemporanei progetti di vita: cambia forma come loro cambiano idea, senza che si soffermino mai a osservarlo per più di qualche istante. Senza che riescano mai a raggiungere un risultato acquisito. Sono assolutamente incapaci di creare un contesto che sia anche uno sfondo, un dato acquisito da cui partire, qualcosa una volta tanto da non mettere in discussione. Per poi agire.?Si palesa così l’inconsapevolezza di tale processo: nell’apparente lucidità con cui analizzano ogni soluzione per poi passare alla successiva, perdono di vista da cosa erano partiti e dove volevano arrivare, ormai assuefatti a una “razionalità alla giornata”. Una razionalità fatta di convenienza: non hanno scelto di andare a convivere, vivono insieme perché conveniva, così come conviene fare la spesa al discount, leggere i free press e tagliare i buoni sconto. I loro riferimenti sono ingenuamente pop, i loro discorsi prendono in prestito posizioni qualunquiste da talk show televisivo. Passano dall’idea di aprire un bed and breakfast a quella di entrare in una comune, dal fare un corso di formazione a trasferirsi a Londra, dai discorsi sul matrimonio al “provare col buddismo”, ultima spiaggia esistenziale.?E in una gara all’impoverimento, estetico e affettivo, confondono il nozionismo con la cultura, la fama col merito, la buona educazione con la nobiltà d’animo. Credono di essere generosi e non si rendono conto di essere razzisti, credono di essere laici e invece sono impregnati di dogmi. Credono di saper gestire la propria vita e invece ne sono in balìa…
“Quello che ci interessava – sottolinea la regista - era indagare lo scarto fra la pretesa di essere quanto più lucidi e razionali nella quotidianità e il macroscopico offuscamento con cui perdiamo di vista il senso dell’insieme. Per questo abbiamo voluto che l’azione del “brugolare” fosse lo sfondo dell’intera rappresentazione, un’azione che si fa paradigma di una condizione e che sconfessa un testo apparentemente compiacente ed empatico verso i personaggi”.

Scheda Evento

Quando:
Venerdì 5 e sabato 6 aprile 2013, ore 20:45
Location:
Teatro Comunale Giuseppe Verdi, viale Martelli 2 - PORDENONE
Contatto:
Biglietteria del Teatro
Tel.:
0434247624