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Robben Ford @ Blues in villa 2011

Blues in Villa - Blues & Jazz Festival 2011 - 13° edizione


Robben Ford in concerto

Opening act: Kent Duchaine

La carriera artistica e il ventaglio di collaborazioni di Robben Ford, uno tra gli indiscussi miti chitarristici ancora in circolazione, è davvero impressionante. Impossibile etichettarlo o incatenarlo ai limiti di un genere: sa suonare e cantare il blues con grande classe, ma il suo percorso artistico prevede diverse tappe nel jazz, nella fusion e nel funky. Nato e cresciuto a Ukiah in California, si avvicina alla studio dello strumento da autodidatta all’età di 13 anni, ispirandosi alla figura di Mike Bloomfield. Appena maggiorenne si sposta a San Francisco, dando vita con l’aiuto dei suoi due fratelli alla Charles Ford Band, in onore del padre. Il suo talento non passa però inosservato, tanto da attirare su di sé le attenzioni del celebre armonicista Charlie Musselwhite, che lo ingaggia per la sua band.

Rientrato nelle fila della Charles Ford Band, arriva nel 1972 l’esordio discografico del gruppo per la Arhoolie. L’ascesa artistica di Robben è ormai un crescendo inarrestabile: avvia un felice sodalizio con il leggendario cantante Jimmy Whiterspoon, e poi ancora collaborazioni con Tom Scott, George Harrison, Joni Mitchell e Muddy Waters. Nel ’79 vede la luce il primo lavoro a proprio nome: “Inside Story”, a cui partecipano gli stessi musicisti con cui condivide più tardi l’avventura targata Yellow Jackets, di cui è membro fondatore. La band è caposcuola nel mondo della fusion, e Ford vi suonerà sino ai primi anni ‘80. Da qui inaugura una stagione che lo vede impegnato come session-man e gli apre le porte per una dorata carriera solista: un’esperienza fondamentale che lo mette a contattotra gli altri con Burt Bacharach e Randy Crawford, e culmina con la presenza nel tour di sua maestà Miles Davis. Dalla metà degli anni ‘80 Robben ritorna alle proprie radici. Forma uno straordinario bluestrio con il bassista Roscoe Beck ed il batterista Tom Brechtlein, meglio conosciuti come The Blue Line.

E’ con questa band che Ford raggiunge la definitiva consacrazione mondiale, dando vita ad una apprezzata produzione discografica, al cui interno trovano spazio autentiche gemme quali il celeberrimo album “Talk To Your Daughter”. Negli anni ‘90 il fuoriclasse della sei corde registra per la Blue Thumb Records, facendosi accompagnare in studio e dal vivo da una cerchia di nuovi musicisti, come accade per le session di studio ed i tour degli album “Tiger Walk” e “Supernatural”. Il 2002 vede la pubblicazione dell’album “Blue Moon”, per il quale sono chiamati a raccolta i fidati compagni Brechtlein e Beck, che lo accompagnano sia in studio che dal vivo, per donare nuova vita alla formula vincente di tanti successi. Pur abbracciando esperienze e generi musicali diversi, Ford sostiene che al centro della sua musica vi sia sempre il blues, che rimane ancora il miglior luogo dove imparare a suonare la chitarra. Visti i risultati da lui raggiunti non resta che credergli.

Sono sempre più rari i musicisti per cui il blues è una missione, una fede, una ragione di vita. Questo bianco blues- man del Minnesota fa parte di questa schiera. Animato da un forte senso del blues, Duchaine ama di un amore viscerale il blues del Delta: “quando hai il blues nel sangue afferma Kent con malcelato orgoglio, non puoi fare altro che vivere la sua storia cosi come il suo futuro”. Una missione che si rinnova di città in città, concerto dopo concerto nelle notti americane. Il suo è uno show trascinante, impetuoso, avvincente assieme al suo alter ego, la National Steel Guitar, che lui affettuosamente chiama Leadbessie. Lo strumento è del 1928, e possiede un suono corposo, splendido DuchKent è un giovane affabile, dallo sguardo magnetico e positivo: ha una grande “carica interiore” che riesce a trasmettere attraverso la sua chitarra, percossa con forza quasi ritmicamente o lambita da dita soff?ci nelle lente ballate evocative. Un passato avvincente che lo ha visto in veste di accompagnatore, dividere la strada con il grande Johnny Shines (che a sua volta negli anni ‘20 vagabondava con il leggendario Robert Johnson) situazione ove ha maturato la sicurezza e il feeling che lo rendono unico. Vi è dunque un sottile cordone ombelicale che lega Duchaine alle leggende del blues, alla sua epopea eroica e drammatica, e, che ne giusti?ca la sua costante promozione. Non è solo una questione di pelle, affermano nel caso di questo bluesman bianco gli stessi musicisti neri, che riconoscono nella sua arte, quella maestria e quel rispetto che gli permettono con sincerità di perpetuare la leggenda del Delta. É inoltre un compositore dalla vena ?uente, capace però di restare nella scia dei grandi padri da cui la sua ispirazione trae linfa. Kent e la fedele compagna Leadbessie, rivisitano al meglio alcune pietre miliari del blues in veste squisitamente “unplugged”, senza fronzoli e accompagnamenti ritmici di alcun tipo, solo voce e National Steel Guitar e l’effetto è tutt’altro che scialbo e scontato. Qui c’è anima, forza, sentimento, amore e rispetto, che solo ascoltando brani come “Preachin Blues - Travelin Riverside Crossroads - Come into my Kitchen - Waikin Blues e Sweet Home Chicago di Robert Johnson”, capirete e vi capaciterete della grande abilità di Duchaine di calarsi magni?camente nel ruolo di performer di colore, assecondato da una tecnica chitarristica davvero inusuale.

Scheda Evento

Quando:
Lunedì 11 luglio 2011, ore 21:00
Location:
Parco di Villa Varda - Brugnera (PN)
Contatto:
Associazione Culturale Blues in Villa