di Enrico Luttmann
regia: Francesco Macedonio
scene e costumi: Sergio D’Osmo
musiche: Massimiliano Forza
arrangiamenti: Fabio Valdemarin
con Ariella Reggio, Fulvio Falzarano
e Maria Grazia Plos, Marzia Postogna
Adriano Giraldi e Massimiliano Borghesi
Una produzione La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
Un uomo alle prese con la nascita del primo figlio. Le gioie della paternità? Una nuova avventura da condividere con la propria compagna? Un’emozione da ricordare per sempre? Niente di tutto questo. Per Giorgio, protagonista di Vola Cicogna, farsa nera, il “lieto evento” è solo l’inizio di un incubo.
I più spaventosi timori legati alla paternità prendono improvvisamente corpo quando la giovane moglie appena ripresasi dal parto lo aggredisce accusandolo, nell’ordine: di trascurare il bambino; di trascurare lei; di essere una minaccia per l’incolumità del figlio; di comportarsi come un pericoloso antagonista in competizione per l’affetto e le attenzioni di lei; di non amarla più perché troppo concentrato sul bambino…
Qualunque tentativo del marito di rassicurarla viene frainteso e gli si ritorce contro. Giorgio si trova estromesso anche dalla scelta del nome. E, una volta a casa, perfino l’ipotesi di riprendere ad avere una vita sessuale sembra compromessa per sempre.
A a rincarare la dose, ci pensano i suoceri (mai davvero entusiasti del marito che la figlia si è scelta), un medico a dir poco svagato e un psicoanalista teutonica con un penchant per il talk-show. Persino il bambino scoppia a piangere ogni volta che Giorgio lo prende in braccio. Con gli altri ride…
Tutto concorre a precipitare il neo-padre in un tragicomico gorgo di follia: unico “sano” in un universo di pazzi, si vedrà spinto a compiere un gesto estremo per salvare il figlio.
Ma il finale riserva ancora una sorpresa…