Connessomagazine.it: - Dopo il riconoscimento artistico del Centre Pompidou ora quello della Triennale di Milano; cosa significa per voi questo interesse di due tra le maggiori istituzioni culturali continentali?
Alfio Pozzoni: - Nel caso del Pompidou è sicuramente un grande prestigio perchè è un tempio della cultura e di conseguenza ci ha fatto moltissimo piacere. Sotto un certo punto di vista ci ha messo in analisi, perchè i curatori del Centro hanno preso in esame tutta la storia di Fabrica, hanno scelto dei progetti che per loro erano i più significativi e ne hanno estrapolati 15 per descrivere tutta Fabrica. Questo processo di sintesi è importante anche per noi perché ci fa capire quali sono i valori che forse avevamo sotto gli occhi, ma non avevamo del tutto compreso. La Triennale è una riconferma e, vista la sua attenzione verso il design, un premio, perchè oggi fare comunicazione è fare design.
Connessomagazine.it: - Com’è nato questo progetto?
Alfio Pozzoni: - Nasce proprio dal Centre Pompidou il quale manda dei suoi collaboratori a Fabrica e cerca di capire qual è il nostro modello; è quello di un mecenate[img_assist|nid=7376|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=428] che crea un centro di ricerca della comunicazione aperto anche a esterni. In questo caso è il nostro Presidente, Benetton, che nel 1994 costruisce un centro per accogliere dei giovani ai quali vengono date delle borse di studio e di anno in anno cambiano, diventando dei veri e propri portatori di creatività all’interno di Fabrica. C’è una lungimiranza in questo senso, un modello nuovo, oltre quello universitario, che però non è neanche un’agenzia pubblicitaria. Il Centre Pompidou si è reso conto che un progetto così strutturato, e radicato nel corso di tredici anni, è degno di una nota particolare: un progetto vincente, copiato da molti, ma che Benetton ha ideato con molto anticipo, con tanta lungimiranza. Inoltre a Parigi si sono accorti del fatto che è un centro di ricerca nato da una cultura industriale, non accademica, statale. In tredici anni abbiamo prodotto lavori molto importanti che ora sono entrati nella storia della comunicazione.
Connessomagazine.it: - Perché questo titolo, Les Yeux Ouvert?
Alfio Pozzoni: - Il titolo è quello perché la mostra mette in evidenza il grado di attenzione che la comunicazione di Fabrica ha avuto e continua ad avere per problematiche sociali quali la violenza (sono state fatte campagne con le Nazioni Unite, con l’OMS, … per parlare e prevenirla con campagne stampa no profit), la fame nel mondo e altre. Tutte queste campagne, frutto di attenti progetti, fanno gli occhi aperti, cioè il grado di attenzione che il nostro centro ha/investe per le problematiche sociali del Mondo.
Connessomagazine.it: - Uno sguardo sul panorama artistico italiano e sulla sua voglia di sperimentare, innovare i linguaggi e le forme…
Alfio Pozzoni: - Noi cerchiamo, con le nostre possibilità, di sperimentare continuamente e cercare nuove forme di linguaggio. Modelli di linguaggio ancora da inventare, scoprire, perfezionare; intersecazioni tra grafica, video, interattività, musica. Tutti esperimenti che ogni giorno ci danno risultati e non risultati. Noi abbiamo progetti di ricerca avanzata, anche di cultura visuale che si alimentano continuamente: abbiamo persone in giro per il mondo che ci mandano i loro risultati di ricerca, noi li rielaboriamo e [img_assist|nid=7377|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=427]glieli rimandiamo in un percorso creativo senza sosta né confini. È un progetto fine a se stesso, ma che serve ad alimentarci di continua creatività. A volte questi progetti hanno un compimento finale, altre volte sono senza soluzione e vanno buttati, ma comunque sono serviti a mantenerci in moto creativo, vivi.
Connessomagazine.it: - Dopo tredici anni, quali sono stati gli obiettivi raggiunti e quali quelli mancati da Fabrica?
Alfio Pozzoni: - Non so se si possa parlare di risultati, perché siamo sempre alla continua ricerca di qualcosa di meglio. Ma tra quelli raggiunti con maggior soddisfazione, che fanno piacere e spronano a continuare, sono sicuramente quelli del Pompidou e della Triennale. Mancati? Tanti, ma quando si fa sperimentazione ci si pone tanti punti di arrivo che non sempre si raggiungono; però anche questo fa parte del gioco!
Connessomagazine.it: - Secondo lei, passato e futuro possono interagire o sono momenti da tenere separati?
Alfio Pozzoni: - Personalmente passato, presente e futuro sono una cosa unica. Prendo dal passato per costruire il futuro, ma lo faccio nel presente. Quindi non saprei, ma penso che siano inscindibili!
Connessomagazine.it: - Qual è l’importanza dello scambio culturale nella creazione artistica?
Alfio Pozzoni: - Ci stiamo impegnando tanto su questo continuo approvvigionamento di cultura. Abbiamo un progetto, Depero, per cui attraverso un esperto parliamo di futurismo ai giovani che lavorano con noi; è un progetto per costruire un laboratorio presso il MART di Rovereto che punti su questo tema storico-artistico-sociale. Nella facoltà di chimica e fisica dell’Università di Siena ci sono dei docenti e dei dottorandi che lavorano con i nostri giovani e parlano di sostenibilità ambientale e di ecodiversità: tutto questo è un modo per approvvigionarsi di cultura e farla confluire in un progetto, il numero del nostro magazine Colors che verrà presentato a metà giugno.
Connessomagazine.it: - Obiettivi futuri per Fabrica?
Alfio Pozzoni: Ce ne sono tanti. Ci sarà una mostra a Shangai, perché il governo cinese ci ha invitato in occasione di un grande Festival sulla creatività nel video, nella grafica e nell’interattività. Lavoreremo inoltre con l’Università di Scienze Orientali di Venezia per parlare di danni ambientali e del tribunale che giudicherà questi scempi ambientali. Un altro progetto riguarda un portale sugli scenari futuri che metterà a confronto opinioni di illustri scienziati e semplici cittadini. Tutti questi programmi mettono in risalto la voglia di sperimentare e l’interesse per il sociale di Fabrica, con i suoi occhi sempre aperti sull’evoluzione del mondo!
[img_assist|nid=7378|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427]Dal 5 giugno al 15 luglio 2007
Fabrica: Les Yeux Ouverts
La Triennale di Milano, Viale Alemagna, 6 - MILANO
Milano
Info: Tel: 0272434241